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Introduzione ai diritti umani
L'ordinamento giuridico
Lapproccio internazionale ai diritti umani deriva dai principi riconosciuti nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Nel corso dei decenni sono state date definizioni particolari di diritti e libertà. Lattuale attenzione delle Nazioni Unite verso le strategie di sviluppo incentrate sugli esseri umani è profondamente radicata nell'esplicito riconoscimento, fin dall'inizio, della parità di diritti e libertà per uomini e donne, e in una cura particolare nel proteggere la dignità fondamentale della persona.
E necessario distinguere fra i trattati sui diritti umani considerati vincolanti per gli stati che li accettano (ma di solito devono essere ratificati da un numero minimo di nazioni prima che entrino in vigore), e le decisioni consensuali prese nelle conferenze internazionali o in altre assemblee. Queste non hanno valore vincolante, ma sono l'espressione della coscienza mondiale. Secondo tali parametri, la Convenzione sull'eliminazione di ogni discriminazione contro le donne è un trattato vincolante ratificato o accettato da 154 stati, mentre il Programma d'azione della Conferenza del Cairo è un accordo internazionale. Tale accordo, comunque, è stato rafforzato da altri accordi simili sottoscritti nel corso di altri incontri internazionali, come il Summit mondiale per lo sviluppo sociale e la quarta Conferenza mondiale sulle donne.
Secondo i trattati internazionali sui diritti umani, gli stati non devono interferire con le libertà individuali e devono intraprendere misure concrete per promuovere l'esercizio dei diritti. Le violazioni dei diritti possono risultare quindi sia dall'azione diretta dello stato che dal suo fallimento nel promuovere, proteggere o difendere tali diritti. Sono perciò necessari dei criteri chiari che definiscano gli obblighi minimi degli stati. Un'altra categoria di violazioni include le pratiche discriminatorie che non garantiscono gli stessi diritti per tutti.
Gli strumenti sui diritti umani
Il Preambolo della Carta delle Nazioni Unite (1945) riafferma la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, negli eguali diritti per gli uomini e per le donne e per le nazioni grandi e piccole. La Carta riconosce che uno dei propositi delle Nazioni Unite è:
Realizzare la collaborazione internazionale nel... promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzioni di razza, sesso, lingua o religione.'
La Dichiarazione Universale dei Diritti umani (1948) elaborò ulteriormente i principi della Carta. Plasmata da contributi della Commissione sui diritti umani e della Commissione sulla condizione delle donne, la Dichiarazione afferma la necessità di uno standard comune di realizzazione per tutti i popoli e tutte le nazioni tale da assicurare i diritti e le libertà politiche, sociali, economiche e culturali fondamentali. Si riconoscono la dignità intrinseca e i diritti eguali e inalienabili a tutti i membri della famiglia umana come il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo e viene riaffermata la fede della Carta nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana e nei diritti eguali per gli uomini e per le donne.
Un'estesa serie di regole, dell'Assemblea generale e del Consiglio sociale ed economico hanno perfezionato la definizione dei diritti fondamentali, in particolare dei diritti delle donne. Dopo due decenni, nel tentativo di rafforzare la Dichiarazione Universale e di precisare ulteriormente le specifiche responsabilità, la comunità internazionale si è accordata su due ulteriori trattati: la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (cui spesso ci si riferisce come la Convenzione Politica) e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (conosciuta anche come Convenzione sui Diritti economici). Entrambe sono entrate in vigore nel 1976.
Lo sviluppo delle due convenzioni riflette sia le politiche di quegli anni che il precedente dibattito sui diritti. Laccento sui diritti civili e politici è stato posto soprattutto da quelle nazioni le cui tradizioni politiche e ideologie enfatizzavano i diritti individuali rispetto allo Stato. Viceversa, gli stati più attenti a uno sviluppo complessivo, hanno dato maggiore importanza ai diritti economici, sociali e culturali e, in sostanza, ai diritti dei gruppi piuttosto che a quelli individuali. Entrambi i documenti, comunque, incorporano il nucleo dei principi della Dichiarazione Universale, compreso il diritto delle donne a essere libere da ogni forma di discriminazione, a riunirsi in assemblea e associazione, e i cosiddetti diritti familiari (diritto di sposarsi, fondare una famiglia e avere una vita privata e familiare).
Larticolo 12 della Convenzione sui diritti economici riconosce il diritto di ogni individuo a godere delle migliori condizioni di salute fisica e mentale che sia in grado di conseguire. In sostanza, obbliga gli Stati a fare tutti i passi necessari per ridurre la mortalità di madri e figli nel parto e per assicurare a tutti servizi medici e assistenza in caso di malattia.
Il Protocollo facoltativo della Convenzione politica dà facoltà ai cittadini degli stati che l' hanno sottoscritto, di denunciare le violazioni dei diritti e obbliga i governi a risponderne, dopo aver verificato che le violazioni abbiano realmente avuto luogo.
Mentre la Dichiarazione universale dei diritti umani è stata adottata nel 1948 da tutte le nazioni, molti paesi non hanno ratificato la Convenzione sul diritti politici ed economici. Un certo numero di stati ha espresso varie riserve di carattere culturale e sociale all'approvazione di alcune parti specifiche della Convenzione. Gli stati firmatari possono in effetti chiedere alcune eccezioni in settori specifici, ma devono giustificare ogni azione che potrebbe altrimenti essere considerata una violazione dei diritti sanciti dai trattati stessi. Le eccezioni debbono essere codificate in leggi con un'apposita procedura cautelare. Sono stati adottati del trattati regionali sui diritti umani vincolanti per determinate aree. La Convenzione Europea è stata adottata nel 1950, ed è entrata in vigore nel 1953; la Carta sociale europea del 1961 è entrata in vigore nel 1965. La Convenzione Americana e la Carta Africana sono state promulgate dopo la Convenzione sui diritti economici e politici: entrambe hanno integrato le due tipologie di diritti in un unico documento.
La comunità internazionale ha anche definito il quadro legislativo per affrontare situazioni e problemi specifici, come la discriminazione razziale, la discriminazione e la violenza contro le donne e i diritti dei bambini.
La Convenzione delle donne, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, ha cercato di colpire la diffusa discriminazione sociale, culturale ed economica nei confronti delle donne. Questo documento stabilisce definizioni e criteri più chiari delle precedenti convenzioni e amplia notevolmente gli strumenti per combattere le discriminazioni. In particolare viene riconosciuto che, visto che i ruoli1 sociali differiscono per genere, le misure contro discriminazioni e abusi non possono limitarsi a richiedere semplicemente una parità di trattamento fra uomini e donne. E necessaria una definizione più positiva delle responsabilità per riuscire a estendere a tutti gli stessi diritti. Per questo, la Convenzione ha riconosciuto la necessità di un'analisi più approfondita delle differenze di genere nei ruoli e nelle pratiche sociali, per assicurarsi che tali pratiche non indeboliscano le garanzie sancite dai diritti.
La Convenzione delle donne ha anche riconosciuto che gli stati devono agire per eliminare le violazioni dei diritti delle donne da parte di singoli, gruppi o organizzazioni, e lavorare per sradicare qualsiasi forma di discriminazione, a cominciare da quelle legate alle differenze di genere.
La Convenzione sui diritti dell'infanzia riconosce la responsabilità degli stati nell'estendere un'ampia gamma di garanzie legali ai bambini. Riafferma anche il diritto a usufruire dei servizi di pianificazione familiare riconosciuto dalle convenzioni e dalle conferenze precedenti. Questa convenzione obbliga gli stati a dimostrare gli sforzi effettuati per realizzare gli obiettivi previsti. La Convenzione2 è stata ratificata da quasi tutti gli stati del mondo, e questo l'ha trasformata in un valido strumento per continuare a responsabilizzare i governi sulle questioni riguardanti i diritti umani3.
L'articolo 24 della Convenzione obbliga gli stati a garantire appropriate cure mediche alle madri in stato di gravidanza. E inoltre li chiama a prendere tutte le misure efficaci e appropriate per abolire le pratiche tradizionali che possono risultare pregiudizievoli per la salute dei fanciulli. L'articolo 34 dice che gli stati devono impegnarsi a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento e violenza sessuale. Larticolo 12 garantisce al bambino il diritto d'espressione; l'articolo 13, il diritto all'informazione; e l'articolo 14, la libertà di associazione. Larticolo 17 stabilisce che il bambino dovrebbe avere accesso a tutte le fonti d'informazione che mirano a promuovere il suo benessere sociale e morale, nonché la sua salute fisica e mentale.
Il controllo dell'applicazione
Ai paesi che hanno ratificato i trattati sui diritti umani viene chiesto di fare regolarmente rapporto sulle azioni intraprese per assicurarne l'esercizio e il godimento. Alcuni organismi controllano il miglioramento degli strumenti dei diritti. Il Comitato per i diritti umani, per esempio, controlla l'applicazione della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e raccoglie le denuncie di coloro i cui diritti sono stati violati; mentre il Comitato per l'eliminazione di ogni discriminazione contro le donne (Cedaw) controlla l'applicazione della Convenzione delle donne4.
Gli organismi dei diritti umani offrono raccomandazioni e interpretazioni per facilitare i processi di monitoraggio, revisione e valutazione dell'applicazione dei trattati. Tali raccomandazioni possono prendere diverse forme. Alcune, per esempio, chiariscono i provvedimenti dei trattati, specificando quali azioni dovrebbero essere intraprese dai governi, gruppi o individui. Altre stabiliscono criteri e interventi per tutelare o estendere un determinato diritto.
Secondo tale procedura, una raccomandazione del Cedaw del 1994 ha riscontrato che la violenza contro le donne all'interno della famiglia viola il diritto alla non-discriminazione delle donne in ogni questione relativa al matrimonio e alle relazioni familiari. E ha perciò suggerito alcune misure, come per esempio la condanna penale e il risarcimento dei danni nei casi di violenza domestica; la cancellazione della difesa dell'onore familiare come attenuante legale per le aggressioni o per l'omicidio; l'istituzione di servizi di accoglienza per le vittime della violenza familiare; l'attuazione di programmi di riabilitazione per i colpevoli recidivi; e servizi di sostegno per quelle famiglie dove si siano verificati casi di incesto o di abusi sessuali.
Gli organi di controllo stabiliscono anche che cosa deve venire inserito dai paesi nelle relazioni periodiche sull'applicazione ai trattati (per esempio, i dati disponibili sull'incidenza di qualsiasi forma di violenza all'interno della famiglia). Le relazioni nazionali vengono sottoposte al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) e all'Assemblea Generale.
Oltre ai comitati che controllano l'applicazione dei trattati, il sistema delle Nazioni Unite comprende altre commissioni sui diritti umani, gruppi di lavoro e sistemi di verbalizzazione. Speciali gruppi di lavoro e relatori esaminano, per esempio, talune questioni globalmente o rispetto a singoli paesi per conto della Commissione sui diritti umani. La Commissione sui diritti umani relaziona all'Ecosoc e, attraverso l'Alto Commissario per i diritti umani, al Segretario Generale.
Dopo che il contenuto di un trattato internazionale è stato negoziato, gli stati che hanno trovato un accordo possono firmare il documento e sottoporlo alla ratifica nazionale. Gli Stati possono anche presentare alcune riserve formali a particolari disposizioni. Ci sono variazioni significative sia nel numero di stati che firmano o ratificano le varie convenzioni sui diritti umani, sia nel numero e nell'estensione delle riserve.
Da quando, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani è stata adottata, il numero degli stati membri delle Nazioni Unite è notevolmente aumentato, e questo comporta che talvolta gli stati aderiscono ad alcuni trattati senza avere partecipato alla stesura iniziale. Comunque, le interpretazioni e gli obblighi inseriti nei vari trattati vengono sottoposti a una costante revisione attraverso i vari organi di controllo. La corrispondenza dei trattati alle questioni pratiche dello sviluppo è anch'essa soggetta a revisioni attraverso il meccanismo delle conferenze internazionali.
Gli accordi delle Conferenze Internazionali
La definizione dei diritti umani trova espressione negli accordi delle conferenze internazionali oltre che nei trattati. [..] Però, mentre i documenti delle conferenze non hanno vincolo legale, gli organi di controllo dei trattati sui diritti umani possono fissare le loro decisioni, per esempio, sotto forma di criteri stabiliti e formulare interpretazioni e raccomandazioni. Essendo espressione del consenso internazionale, gli accordi delle conferenze sono anch'essi forti strumenti di pressione, e possono influenzare la formulazione delle leggi e delle politiche nazionali.
Dalla Conferenza mondiale sui diritti umani del 1993 è emerso un nuovo strumento legislativo internazionale per i diritti umani. La Dichiarazione di Vienna e il Programma d'azione hanno stabilito, infatti, che i diritti umani devono essere considerati una norma universale, indipendentemente dagli standard dei singoli stati-nazione.
Laccordo di Vienna ha messo in evidenza il fatto che i diritti delle donne e delle bambine devono essere considerati come una parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani, che richiede un'attenzione speciale all'interno delle attività per i diritti umani in generale. Bisogna dare una maggiore importanza all'obiettivo di sradicare tutte le forme di discriminazione sessuale, e in assoluto allo sradicamento di ogni forma di violenza basata sul genere. All'Assemblea Generale è stato chiesto di adottare la Dichiarazione sull'eliminazione di ogni violenza contro le donne (l'Assemblea l'ha fatto poi il 20 dicembre 1993) e di nominare un responsabile per controllarne lapplicazione. La conferenza ha lanciato un appello affinché la Convenzione delle donne venga ratifica universalmente entro l'anno 2000. Nel frattempo sta lavorando per convincere gli stati a ritirare le riserve incompatibili con gli obiettivi della convenzione.
La Conferenza di Vienna ha anche sostenuto che le donne dovrebbero godere, per tutta la vita, degli standard di salute fisica e mentale più alti possibile. Nello stesso tempo ha riaffermato il principio della parità fra uomini e donne e il diritto a eguale accesso a tutti i livelli dell'istruzione. Inoltre, ha riconosciuto il diritto ad avere accesso a servizi sanitari adeguati e a ogni strumento disponibile di pianificazione familiare.
La Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo del 1994 ha stabilito che i diritti umani ufficialmente riconosciuti devono essere applicati a qualsiasi tipo di programma sulla popolazione.5 Il Programma d'azione della Conferenza su popolazione e sviluppo ha sottolineato che il diritto allo sviluppo è un diritto universale e inalienabile ed è parte dei diritti umani fondamentali, e la persona umana è il soggetto centrale dello sviluppo.
Il contesto e i contenuti dei diritti riproduttivi vengono trattati a parte (vedi la prossima sezione).
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Perché i diritti sono importanti
I diritti umani comunemente accettati non hanno bisogno di giustificazioni. Occorre però tenere conto di una serie di considerazioni sulle tendenze globali in atto che rendono ancora più urgente l'impegno internazionale, nazionale e locale per innalzare il livello dei diritti umani fino a comprendere quelli riproduttivi.
• Il rapido processo di urbanizzazione in atto a livello mondiale sta portando a più stretto contatto persone provenienti da culture e background diversi, con usi e costumi differenti. Includere nelle legislazioni nazionali e nelle istituzioni sociali i principi di tutela dei diritti umani è vitale per promuovere l'integrazione sociale.
• In parallelo si registra un incremento degli spostamenti e delle migrazioni sia interne che internazionali, facilitati dall'accessibilità dei trasporti e delle comunicazioni. Contemporaneamente, guerre ed altre emergenze stanno costringendo milioni di esseri umani ad abbandonare il proprio paese, trasformandoli in profughi. Questa situazione richiede un'intesa sulla definizione dei diritti fondamentali e sulle garanzie da accordare a ciascun individuo. Tutelare le tradizioni locali e, nello stesso tempo, formulare giudizi su usi e costumi stranieri imposti in nuovi contesti, richiede dei criteri comuni di valutazione. Un impianto teorico basato sui diritti umani può fornire tali criteri.
I casi relativi a questo tipo di questioni sono moltissimi. Un esempio recente è la decisione presa dagli Stati Uniti nel 1996, di offrire asilo politico a una donna che sarebbe stata sottoposta a mutilazioni genitali se fosse stata rimpatriata nel nativo Togo. In Francia e stata respinta la richiesta di un gruppo di immigrati, che mirava a ottenere che le mutilazioni genitali femminili venissero praticate dal servizio sanitario pubblico.
• La crescente complessità dell'attività di governo e la decentralizzazione dei processi decisionali e amministrativi, all'interno degli stati richiede linee guida e criteri comuni per definire doveri e responsabilità. Gli accordi sui diritti umani possono sostituire o rafforzare le leggi nazionali e le procedure necessarie per assicurare una tutela di base. Inserirli nelle linee guida dei servizi sanitari, per esempio, può aiutare ad assicurarsi che le autorità locali li rispettino e agiscano effettivamente per migliorare l'accesso ai servizi e alle informazioni sanitarie.
• E considerato sempre più importante per uno sviluppo sostenibile il rafforzamento di quelle istituzioni della società civile che si pongono a metà strada fra il sistema statale e la base della società. Le istituzioni civili forti funzionano al meglio in un contesto di diritti universalmente riconosciuti, dove possono servire anche come mediatori per chiedere o controllare l'applicazione dei diritti.
• Il crollo dell'amministrazione civile sta diventando un aspetto tipico del mondo di oggi. Limpegno della comunità internazionale nei confronti dei diritti umani fondamentali può rafforzare la credibilità e la legittimità delle azioni internazionali nelle situazioni di conflitto o in quelle post-belliche, e può impedire ai più potenti di depredare i più deboli. Meccanismi governativi e civili più forti, sia a livello nazionale che internazionale, possono aiutare a riparare le ingiustizie che nascono dalla violazione dei diritti e fornire, a coloro che sono stati danneggiati, una base per chiedere aiuto.
• La crescente influenza sulla vita nazionale di alcune istituzioni transnazionali, come le corporazioni o le istituzioni finanziarie internazionali, rende sempre più difficile per i singoli stati, riuscire a regolare le attività allinterno di questi organismi con la soddisfazione dei bisogni dei propri cittadini. Gli accordi sui diritti umani offrono la base per la definizione di alcuni criteri applicabili alle attività delle istituzioni transnazionali che possono entrare a far parte dei codici di comportamento internazionale. Per esempio, gli accordi sui diritti umani motivano la richiesta, rivolta a queste istituzioni, di non ridurre gli investimenti nella ricerca scientifica di sistemi anticoncezionali o in altri tipi di ricerche relative alla salute riproduttiva.
• Gli accordi internazionali sui diritti umani possono servire anche come criteri cui riferirsi per formulare valutazioni e riflessioni in un periodo di rapide trasformazioni sociali. I cambiamenti sociali e culturali sono sempre un processo dinamico e selettivo, mediato da precedenti teorie, convinzioni e pratiche. La trasformazione dei modelli sociali, politici, economici e demografici in corso in molte nazioni rende necessario stabilire priorità comuni, perché il cambiamento sia integrato e costruttivo. Gli accordi sui diritti umani forniscono una solida base per valutare sia le innovazioni che la tradizione.
(Tratto da: UNFPA, Rapporto sulla popolazione 1997, edizione italiana a cura di aidos)
1 Genere si riferisce ai ruoli, costruiti socialmente, ascrivibili ai maschi e alle femmine. Tali ruoli, anche se basati su differenze biologiche, sono appresi; cambiano continuamente e variano enormemente fra le culture e al loro interno. Le questioni di genere, quindi, hanno a che fare con le differenze fra ciò che gli uomini e le donne fanno, e con il modo in cui, i loro ruoli definiti socialmente li avvantaggiano o li danneggiano. Concernono anche laccesso alle risorse, allautonomia e al controllo che risultano da specifici diritti, ruoli, potere o relazioni, responsabilità o aspettative assegnati agli uomini e alle donne.
2 Al febbraio 1997, non hanno ratificato la convenzione solo quattro nazioni dei 189 Stati membri delle Nazioni Unite.
3 Questo punto è stato trattato in modo eloquente dal Dott. Stephen Lewis, Delegato Direttore Esecutivo dellUNICEF, al secondo Seminario Internazionale sula salute e i diritti umani, Centro Franç ois-Xavier bagnoud (4-7 ottobre 1996). Questo centro e questa serie di seminari, stanno aiutando a fare avanzare lo sviluppo degli studi politici e delle applicazioni pratiche nellinterrelazione fra salute pubblica e argomenti relativi ai diritti umani. I documenti del secondo Seminario Internazionale appariranno nella rivista Health and Human Rights.
4 Gli altri organi di monitoraggio dei trattati sono il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali, (che si rapporta allECOSOC); il Comitato sui diritti dellinfanzia; il Comitato sulleliminazione di ogni forma di discriminazione razziale e il Comitato contro la tortura.
5 Il Programma dazione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo stabilisce che tutti i tentativi di attuazione saranno guidati, fra gli altri, dai seguenti principi: Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Ognuno è titolare di tutti i diritti e delle libertà sancite dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, senza alcuna distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altra natura, appartenenze nazionali o sociali, proprietà, nascita o altro status. Ognuno ha diritto alla vita , alla libertà e alla sicurezza personale.