Il ruolo delle organizzazioni regionali



Un ruolo importante e di crescente rilevanza per lattuazione dei diritti umani è svolto dalle organizzazioni regionali. Molte organizzazioni si sono dotate di convenzioni o dichiarazioni specifi-camente dedicate ai diritti umani, e numerose sono quelle che hanno approntato meccanismi specifici di tutela dei diritti. La funzione degli organismi regionali sui diritti umani è fondamentalmente quella di dialogare con gli stati, allo scopo di migliorare il livello di godimento dei diritti delle persone che risiedono nella regione. In alcuni casi, sono stati creati dei procedimenti di tutela giudiziaria dei diritti degli individui, attribuendo a questi ultimi il potere di denunciare uno stato parte davanti ad un organo giudiziario internazionale. Questa procedura è stata introdotta per la prima volta dalla Convenzione europea sui diritti umani e le libertà fondamentali del Consiglio dEuropa, ed è stato recentemente riformata, come illustrato nelle pagine seguenti. Il meccanismo giurisdizionale creato dalla Convenzione europea ha fatto da riferimento per la procedura di ri- corso individuale prevista dalla Convenzione americana dei diritti umani. Anche qui la procedura si impernia su una Commissione (che già esisteva nellambito della Organizzazione degli Stati Americani) e una Corte. Nel sistema interamericano la Corte sorveglia direttamente lesecuzione delle proprie sentenze e può condannare gli stati non solo a corrispondere unequa soddisfazione, ma anche a risarcire i danni. E inoltre molto ampia e importante la facoltà della Corte di emettere pareri, anche sulla congruenza con la Convenzione di leggi interne. La Carta Africana dei diritti delluomo e dei popoli istituisce una Commissione dei diritti delluomo e dei popoli (artt. 30-63) che può ricevere comunicazioni stato contro stato e di individui contro stato, ma può emanare solo rapporti, non condannare uno stato membro. Il 10 giugno 1988 lOrganizzazione per lUnità Africana (OUA) ha adottato un Protocollo alla Carta Africana che istituisce una Corte africana dei diritti umani e dei popoli. Il Protocollo entrerà in vigore dopo 15 ratifiche e ammette i ricorsi della Commissione, di stati membri del protocollo, organizzazioni intergovernative africane, di organizzazioni nongovernative con status consultivo presso la Commissione e di individui. Queste ultime due categorie avranno diritto di petizione solo contro gli stati che accettano con apposita dichiarazione la competenza della futura Corte. Le sentenze potranno condannare uno stato a misure appropriate per rimediare alla violazione, incluso il pagamento di una somma a titolo di compensazione o di riparazione. LOrganizzazione della Conferenza degli Stati Islamici, creata nel 1969, con sede a Jedda (Arabia Saudita) e che riunisce 56 paesi islamici asiatici, africani ed europei, ha adottato il 5 agosto 1990, nellambito della XIX Conferenza islamica dei Ministri degli Esteri, la Dichiarazione del Cairo sui diritti umani nellIslam, documento politico che non prevede però strumenti di implementazione o monitoraggio specifici.



Diritti umani: suggerimenti per passare dalle norme alla realtà

A partire dagli anni 80, è sempre più netta e condivisa lopinione che la sfida maggiore nel campo dei diritti umani non sia più quella della codificazione - le norme esistenti sono infatti numerose e puntuali - ma della messa in pratica. Quattro concetti risultano importanti per seguire la giusta direzione.
1 Aumento delle ratifiche e diminuzione delle riserve. Il primo passo consiste nel fare in modo che i trattati sui diritti umani vengano firmati e ratificati dal maggior numero possibile di paesi, riducendo al minimo le riserve poste dagli stati alle singole disposizioni, così che tutti gli stati risultino tenuti agli stessi obblighi. Su questa strada sono stati ottenuti progressi notevoli.
2 Organismi di monitoraggio indipendenti. Il secondo passo è creare organi internazionali per sovrintendere al rispetto da parte degli stati degli obblighi da loro assunti in materia di diritti umani. Perché tale controllo possa svolgersi efficacemente è necessario che tali organismi siano indipendenti rispetto ai governi.
3 Diritto di petizione e al risarcimento per le vittime delle violazioni. E necessario che le vittime delle violazioni, i cittadini, la società civile abbiano accesso ad istanze internazionali. Questi organi devono poter emanare atti che si impongano agli stati con una forza morale e giuridica. Su questa via i progressi sono molto recenti. Il passaggio da una considerazione solo astratta e ideologica dei diritti umani, che implicava tra laltro limpossibilità di discutere e di decidere misure su casi concreti di violazione, ad unattenzione concentrata sullapplicazione concreta degli standard identificati è evidente nellevoluzione storica degli organi internazionali per i diritti umani.
4 Mainstreaming. Un passo fondamentale per la attuazione dei diritti umani appare oggi quello di inserire la dimensione dei diritti umani in tutte le azioni degli organismi internazionali, soprattutto nelle politiche economiche, per lo sviluppo e di sicurezza ( human rights mainstreming). In questo compito, una responsabilità primaria è attribuita allAlto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Anche il Consiglio dEuropa da questanno ha istituito unanaloga figura. Peraltro la politica di mainstreaming non può ritenersi limitata agli organismi internazionali. In altre parole vi è la necessità di integrare i diritti umani nelle attività, nei programmi e nelle politiche di tutte le istituzioni e gli organismi di società civile, ad ogni livello. Si tratta di accentuare la valenza dei diritti umani quale fattore essenziale di buon governo.




Da www.cepadu.unipd.it bollettino 19 p.17-18