I diritti delle donne: una responsabilità di tutti*



I diritti umani delle donne e delle bambine sono una parte inalienabile, integrante e indivisibile dei diritti umani universali. La piena ed eguale partecipazione delle donne alla vita politica, civile, economica, sociale e culturale a livello nazionale, regionale ed internazionale, e lo sradicamento di ogni forma di discriminazione sessuale sono gli obiettivi prioritari della comunità internazionale.
(Dichiarazione e Programma d'Azione di Vienna, Parte I, Par. 18)



INTRODUZIONE

L'uguaglianza è il fondamento di ogni società che aspiri alla democrazia, alla giustizia sociale e ai diritti umani. In praticamente tutte le società e tutti gli ambiti di attività, le donne sono soggette a disuguaglianze giuridiche e di fatto. Questa situazione è causata e aggravata dall'esistenza di discriminazioni all'interno della famiglia, delle comunità e dei luoghi di lavoro. Se le cause e le conseguenze variano da paese a paese, la discriminazione nei confronti delle donne è comunque largamente diffusa, ed è perpetuata dalla sopravvivenza di stereotipi e tradizioni che vanno a detrimento delle donne stesse.

Lo sforzo attuale delle Nazioni Unite di documentare la reale situazione delle donne in tutto il mondo, ha prodotto alcune statistiche allarmanti sul divario economico e sociale esistente tra le donne e gli uomini. Il 70% degli 1,3 miliardi di persone che vivono in stato di povertà sono donne. L'aumento della povertà tra le donne è stato direttamente messo in relazione con la disuguaglianza tra i sessi nel mercato del lavoro, con il trattamento delle donne all'interno dei sistemi welfare e con la loro condizione e il loro potere nella famiglia. La maggior parte degli analfabeti al mondo sono donne. In tutto il mondo, le donne lavorano più ore degli uomini, e la maggior parte del loro lavoro non è retribuito e viene misconosciuto e sottovalutato. Le donne ricoprono tra il 10 e il 20% degli incarichi di direzione e amministrazione e svolgono meno del 20% dei lavori nella produzione industriale. All'interno del credito concesso dalle istituzioni formali bancarie, la quota assegnata alle donne é sproporzionatamente esigua. La partecipazione delle donne ai processi decisionali in campo economico e politico rimane molto limitata. Le donne occupano solo il 10% dei posti in Parlamento e meno del 5% dei capi di stato al mondo sono donne. La manifestazione più esplicita del basso status accordato alle donne sono le discriminazioni previste dalla legge. In molti paesi, il trattamento riservato alle donne riflette la disuguaglianza tra i sessi - sia per quanto riguarda i diritti di proprietà, i diritti ereditari, le leggi sul matrimonio e sul divorzio, che per quanto riguarda l'acquisizione di nazionalità, l'amministrazione delle proprietà o la ricerca di un impiego.

Il concetto di uguaglianza va oltre l'uguale trattamento delle persone. Trattare in egual modo persone che si trovano in situazioni diseguali significa perpetuare piuttosto che sradicare l'ingiustizia. La vera uguaglianza può emergere solo da un impegno di indirizzo e correzione degli squilibri dovuti alla diversità delle situazioni. In questo contesto più ampio, il tema I diritti delle donne: una responsabilità di tutti acquista un significato particolare.



LE NAZIONI UNITE E I DIRITTI UMANI DELLE DONNE

A. Sviluppo di standard per i diritti umani delle donne

L'uguaglianza dei diritti delle donne è un principio fondamentale delle Nazioni Unite. Il Preambolo alla Carta delle Nazioni Unite stabilisce come obiettivo fondamentale quello di "riaffermare la fiducia nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, negli uguali diritti degli uomini e delle donne. "L'Articolo 1 della Carta prosegue proclamando che uno degli obiettivi è la cooperazione a livello internazionale, per la promozione e l'incoraggiamento del rispetto per i diritti umani e per le libertà fondamentali di tutti gli individui "senza distinzioni di razza, sesso, lingua o religione. "Secondo la Carta, tutti gli stati membri delle Nazioni Unite hanno l'obbligo legale di combattere per la piena realizzazione dei diritti umani per tutte le persone.
Le disposizioni della Carta relative ai pari diritti delle donne sono state ulteriormente rifinite e sviluppate in un gran numero di strumenti giuridici a tutela dei diritti umani. Il primo e più importante tra questi è la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Gli storici del processo di negoziazione hanno osservato che, nelle sue prime versioni, l'Articolo 1 della Dichiarazione Universale cominciava con la frase "tutti gli uomini sono fratelli". L'esclusione della parte femminile dell'umanità nella prima bozza della Dichiarazione fu efficacemente contrastata dalla Commissione sulla Condizione delle Donne. Come risultato, la Dichiarazione Universale, nella sua versione finale, è genuinamente universale. La Dichiarazione proclama specificamente il diritto di ognuno a godere dei diritti umani e delle libertà fondamentali che essa stabilisce, "senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione" (Articolo 2).

Il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (entrambi adottati dall'Assemblea Generale nel 1966 ed entrati in vigore dieci anni dopo) affermano con chiarezza che i diritti enunciati al loro interno dovrebbero essere applicabili a tutti gli individui, senza alcuna distinzione, comprese quelle fondate sul sesso. Gli Stati contraenti dovrebbero assumersi l'impegno di assicurare il pari accesso delle donne e degli uomini al godimento di tutti i diritti stabiliti in ogni Patto. Altri trattati sui diritti umani di rilievo per le donne sono stati elaborati dalla comunità internazionale sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Come nel caso dei due Patti, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia esclude ogni discriminazione tra i sessi rispetto ai diritti in essa affermati. Un buon numero di articoli della Convenzione sono inoltre di particolare rilevanza per le bambine. Mentre simili riferimenti specifici alle donne e ai loro diritti sono assenti nella Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Razziale e nella Convenzione Contro la Tortura, le norme contenute in questi strumenti sono tuttavia rilevanti per la situazione di molte donne e sono, naturalmente, applicabili in egual misura ad individui di entrambi i sessi. Sono stati anche elaborati altri trattati specializzati, concentrati specificamente o prevalentemente sulle donne. Molto del lavoro iniziale in questo campo è stato svolto dall'Ufficio Internazionale per il Lavoro (OIL) - che ha dato forma, nel corso degli anni '50, alle Convenzioni sulla Pari Remunerazione del Lavoro di Pari Valore e sulla Discriminazione rispetto al Lavoro.

Nel 1979, l'Assemblea Generale ha adottato la Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione delle Donne (la Convenzione delle Donne), per rafforzare le misure previste negli strumenti giuridici esistenti a livello internazionale, e quindi per combattere la continua discriminazione delle donne. La Convenzione individua diverse aree specifiche in cui notoriamente si verificano discriminazioni, per esempio i diritti politici, il matrimonio e la famiglia e il lavoro. In queste ed in altre aree, la Convenzione evidenzia specifici obiettivi e misure da adottare per facilitare la creazione di una società globale, in cui le donne godano di una piena uguaglianza con gli uomini e quindi di una piena realizzazione dei diritti umani garantiti a tutti gli individui. Per combattere ogni discriminazione tra i sessi, la Convenzione chiede agli Stati contraenti di riconoscere l'importante contributo economico e sociale delle donne alla famiglia e alla società nel suo insieme, sottolineando che la discriminazione non può che impedire la crescita economica e la prosperità. La Convenzione riconosce anche espressamente il bisogno di un cambiamento negli atteggiamenti, ottenibile attraverso l'educazione sia delle donne che degli uomini all'accettazione dell'uguaglianza dei diritti e al superamento dei pregiudizi e delle pratiche basate su ruoli stereotipati. Un altro importante aspetto della Convenzione è l'esplicito riconoscimento dell'obiettivo dell'uguaglianza reale oltre che giuridica e della necessità di adottare temporaneamente misure speciali per raggiungere questo stesso obiettivo. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani ha promosso l'obiettivo della ratifica universale della Convenzione da parte di tutti gli Stati entro l'anno 2000.

È importante notare che i due Patti, così come i trattati tematici sui diritti umani e sul lavoro, comprendenti anche la Convenzione delle Donne, sono strumenti giuridici. Quando uno Stato li sottoscrive si impegna a garantire a tutti gli individui, nel suo territorio o sotto la sua giurisdizione, senza alcuna discriminazione, tutti i diritti enunciati, e a fornire effettivi strumenti di tutela nel caso di violazioni.



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B. Promozione e monitoraggio dei diritti umani delle donne

Il meccanismo internazionale di promozione e monitoraggio dei diritti umani delle donne ha marciato su due binari paralleli - riflettendo la maniera in cui si sono sviluppati gli stessi standard internazionali. Da una parte si hanno le strutture specializzate, specificamente la Commissione sulla Condizione delle Donne e il Comitato per l' Eliminazione della Discriminazione contro le Donne. Dall'altra, funziona il sistema generale dei diritti umani, che ha il mandato di affrontare l'intero spettro dei diritti umani e che quindi considera le donne e i loro diritti insieme a molte altre questioni connesse.
La Commissione sulla Condizione delle Donne (CSW) è stata creata dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) nel 1946, come organismo parallelo alla Commissione sui Diritti Umani. Il compito principale della CSW è quello di elaborare rapporti e fornire raccomandazioni all'ECOSOC sulla promozione dei diritti delle donne in molti settori, nonché di sviluppare raccomandazioni e proposte d'azione su problemi urgenti riguardanti i diritti delle donne. La Commissione ha anche il compito di revisionare e valutare l'applicazione della Piattaforma d'Azione di Pechino, adottata dalla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne del 1995 (si veda oltre). Fra i poteri della Commissione, c'è quello di ricevere comunicazioni di individui e gruppi relativamente a episodi di discriminazione nei confronti delle donne. Questa procedura non consente di intraprendere alcuna azione sulla base di denunce individuali, ma si pone invece l'obiettivo di individuare modelli e tendenze emergenti, per elaborare raccomandazioni sulle scelte politiche, allo scopo di risolvere problemi diffusi. È attraverso questa procedura che la CSW ha cominciato, un po' di tempo fa, a indirizzare la sua attenzione sul problema pervasivo della violenza contro le donne.

Il Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne (CEDAW) è stato creato con la Convenzione delle Donne, con l'obiettivo di esercitare una supervisione sulla sua applicazione. Il CEDAW è composto da una serie di esperti riconosciuti in virtù delle loro capacità individuali. Il monitoraggio della Convenzione da parte del CEDAW si svolge principalmente attraverso l'esame dei rapporti presentati dagli Stati che hanno sottoscritto la Convenzione stessa. Il Comitato esamina questi rapporti e fornisce suggerimenti e raccomandazioni; può anche invitare le componenti fondamentali del sistema ONU a presentare alla sua considerazione dei rapporti e può ricevere informazioni dalle organizzazioni non governative. Il Comitato può inoltre incaricarsi di fornire interpretazioni indipendenti e analisi degli obiettivi e del significato degli articoli della Convenzione. Queste interpretazioni, oltre a costituire un contributo sostanziale alle fonti giuridiche sui diritti umani, sono molto utili per la compilazione dei rapporti da parte degli stati e per il lavoro delle organizzazioni non governative impegnate per il cambiamento a livello nazionale. Il Comitato si avvale del contributo della Divisione per il Progresso delle Donne (si veda oltre).

I diritti umani delle donne sono anche considerati all'interno del sistema "principale" dei diritti umani - il cui punto focale è la Commissione sui Diritti Umani (CHR, commissione intergovernativa), con la sua Sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e la Tutela delle Minoranze. La Commissione è stata fondata dall'ECOSOC nel 1946 e ha il mandato di considerare la situazione dei diritti umani in tutto il mondo. La Commissione svolge il suo incarico ricevendo informazioni da un'ampia varietà di fonti, comprendenti i gruppi di lavoro e gli strumenti preposti all'elaborazione di rapporti e studi su un gran numero di paesi e di "questioni tematiche" , come la tortura, le sparizioni, le forme contemporanee di razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza ad essa collegata. Tradizionalmente, il lavoro della CHR e dei suoi vari organismi subordinati non si è prevalentemente caratterizzato per un'attenzione specifica alla differenza di genere, almeno in parte perché si presumeva che i diritti umani delle donne potessero essere meglio affrontati in altre sedi. Negli anni recenti, la CHR si è incaricata di integrare nel proprio lavoro la questione dei diritti umani delle donne (mainstreaming), cercando così di porre fine al ruolo marginale dei diritti umani delle donne nel sistema generale. Nel 1994, la Commissione ha nominato un Relatore speciale sulla violenza contro le donne, la signora Radhika Coomaraswamy - rappresentante della prima e, ad oggi, unica procedura di indagine con mandato specificamente riguardante le donne. Il relatore speciale ha il mandato di raccogliere e analizzare dati generali e di fornire raccomandazioni sulle misure utilizzabili per l'eliminazione della violenza contro le donne a livello internazionale, regionale e nazionale.

Occorre ricordare brevemente i vari comitati fondati per supervisionare l'applicazione dei due Patti Internazionali, la Convenzione sull'Infanzia, la Convenzione sulla Tortura e la Convenzione sulla Discriminazione Razziale. La struttura e il metodo di lavoro di questi organismi preposti all'applicazione dei trattati sui diritti umani sono fondamentalmente simili a quelli del CEDAW (si veda sopra) - anche se ognuno ha sviluppato un approccio diverso, che riflette le differenze tra i rispettivi strumenti fondativi. Di recente, soprattutto dopo la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, gli organismi preposti all'applicazione dei trattati sui diritti umani hanno cominciato ad integrare nel proprio lavoro un punto di vista di genere.

La Divisione per il Progresso delle Donne (DAW) e il Fondo di Sviluppo per le Donne delle Nazioni Unite (UNIFEM) sono fondamentali per la posizione delle donne nel sistema ONU. Più avanti saranno fornite informazioni sulle attività celebrative della DAW e dell'UNIFEM in occasione del 50° Anniversario della Dichiarazione Universale.

L'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR) è il punto focale per i diritti umani all'interno del sistema ONU. L'OHCHR sta attualmente lavorando per colmare il gap esistente tra i meccanismi "specializzati" e quelli "generali" , per quanto riguarda i diritti umani delle donne. Anche l'Alto Commissario sottolinea l'importanza di integrare i diritti delle donne in una più ampia comprensione dei diritti umani. Sono state sviluppate diverse iniziative finalizzate a rafforzare la capacità dell'OHCHR di fare fronte ai bisogni e alle preoccupazioni delle donne. Tra queste, un progetto speciale portato avanti in collaborazione con la DAW e finalizzato a integrare un punto di vista di genere in tutti gli aspetti del Programma per la Cooperazione Tecnica dell'OHCHR.

L'attenzione dedicata dalle agenzie specializzate e da altre componenti dell'ONU alle questioni delle donne e dei loro diritti dipende, naturalmente, dagli specifici mandati e campi di intervento. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ad esempio, è direttamente coinvolto nella tutela dei diritti delle donne e delle bambine rifugiate, che nel complesso rappresentano circa 1'80% del totale della popolazione dei rifugiati. In ragione di una così accentuata caratterizzazione sessuale nella persecuzione dei rifugiati, e della particolare vulnerabilità delle donne rifugiate, l'ACNUR ha sviluppato delle linee guida operative e dei programmi specifici rivolti alle donne. L'Ufficio Internazionale per il Lavoro, come già ricordato prima, ha svolto per molti anni un ruolo cruciale nell'elaborazione di standard professionali capaci di tutelare le donne lavoratrici rispetto allo sfruttamento e di assicurare gli stessi diritti e le stesse condizioni di lavoro sia agli uomini che alle donne. Il diritto di tutte le donne alle migliori condizioni di salute possibili - così come il loro diritto di usufruire di servizi sanitari adeguati - sono state preoccupazioni primarie dell' Organizzazione Mondiale per la Sanità. Un'altra agenzia specializzata, il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF) è stata in prima linea nella lotta per i diritti dell'infanzia, compresi i diritti delle bambine. L'UNICEF ha riconosciuto, sia nelle sue politiche che nei suoi programmi, che il progresso dei diritti dell'infanzia è inestricabilmente legato ai diritti e alla condizione delle donne.



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C. Osservazioni sulle Conferenze Mondiali delle Nazioni Unite

Uno sguardo di insieme sulle Nazioni Unite e sui diritti umani delle donne, per quanto sintetico, sarebbe incompleto se non facesse menzione del ruolo svolto nel corso degli anni dalle conferenze e dai summit mondiali dell'ONU. Queste iniziative sono diventate un importante strumento della diplomazia internazionale, perché hanno messo insieme i più alti livelli decisionali per cercare di concordare almeno un nucleo minimo di politiche comuni sulle questioni chiave. Fino a questo momento sono state organizzate quattro Conferenze delle Nazioni Unite sulle donne: nel 1975 (Messico), nel 1980 (Copenhagen), nel 1985 (Nairobi) e nel 1995 (Pechino). Tra le altre conferenze mondiali che hanno attribuito un'importanza particolare all'uguaglianza tra i sessi e ai diritti umani delle donne, ricordiamo la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani (Vienna, 1993) e la Conferenza Mondiale sulla Popolazione e lo Sviluppo (Cairo, 1994).

Nella lunga lista delle Conferenze Mondiali, due conferenze recenti si stagliano come pietre miliari della lotta per i diritti umani delle donne. Malgrado i notevoli progressi nell'applicazione dei diritti delle donne compiuti dal sistema dei diritti umani dell'ONU, la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani del 1993 ha sottolineato la necessità di una maggiore responsabilizzazione rispetto alle molte violazioni che ancora si verificano. Per la prima volta, la comunità internazionale ha riconosciuto apertamente che il corpo di leggi e meccanismi internazionali stabiliti per promuovere e tutelare i diritti umani deve essere potenziato per sostenere le esigenze di più della metà della popolazione mondiale. Nel documento finale della Conferenza, gli Stati hanno formalmente riconosciuto che i diritti umani delle donne sono "una parte inalienabile, integrante e indivisibile dei diritti umani" . Hanno inoltre chiesto che "lo status paritario delle donne e i diritti umani delle donne ... siano integrati nell'attività principale di tutto il sistema ONU" e che "siano parte integrante delle attività sui diritti umani delle Nazioni Unite" . La Conferenza di Vienna ha anche affrontato direttamente la questione centrale della violenza contro le donne. Il rapporto finale della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne è stato molto più esteso e decisamente più ambizioso dei precedenti - affrontando in maniera esauriente l'intero spettro delle questioni delle donne all'interno di un approccio generale ai diritti, e riaffermando l'impegno di Vienna per una maggiore integrazione dei diritti umani delle donne all'interno del sistema ONU.



IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE E DELLA SOCIETÀ CIVILE

I gruppi per i diritti umani e le organizzazioni delle donne hanno da tempo riconosciuto la necessità che i diritti umani siano sostenuti diffusamente. Le organizzazioni non governative (ONG) e altri settori della società civile hanno così svolto un ruolo fondamentale nell'informazione e nella formazione delle donne sui propri diritti attraverso la denuncia delle violazioni dei diritti umani delle donne e l'organizzazione di campagne a sostegno di modifiche legislative e di altro genere a livello nazionale, regionale e internazionale.

La campagna per l'identificazione dei diritti delle donne come diritti umani può essere fatta risalire al movimento non governativo, e al suo impegno per collocare stabilmente il miglioramento della condizione delle donne all'interno del contesto delle Nazioni Unite. Questi primi sforzi dei gruppi delle donne, delle organizzazioni non governative dei ricercatori, dei movimenti delle donne e dei singoli attivisti hanno portato alla creazione e al rafforzamento di legami che si sono consolidati, dimostrando una grande potenza sia a livello nazionale che internazionale. Sul tema dei diritti umani delle dorme, tra le iniziative recenti più importanti in ambito non governativo, ricordiamo:

* la campagna mondiale condotta dai gruppi delle donne affinché i temi dei diritti umani delle donne e della violenza contro le donne fossero inseriti a pieno titolo nell'ordine del giorno della Conferenza Mondiale sui Diritti Umani del 1993;
* la campagna per il potenziamento dei meccanismi dell'ONU rivolti alla questione della violenza contro le donne, anche attraverso la creazione di un Relatore Speciale sulla Violenza Contro le Donne;
* l'iniziativa dei sostenitori dei diritti delle donne per fare sì che i diritti umani costituissero la struttura fondamentale della Piattaforma d'Azione adottata dalla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne del 1995;
* le campagne affinché fossero resi pubblici e documentati gli stupri delle donne come crimini di guerra, sia in Ruanda che nell'ex Yugoslavia.

Le organizzazioni non governative e le Nazioni Unite sono i partners naturali della lotta per tutti i diritti umani. Le Nazioni Unite hanno da tempo riconosciuto che le ONG hanno una libertà di movimento c una flessibilità d'azione che permette loro di individuare le questioni critiche più rilevanti. Il rapporto tra le Nazioni Unite e quei gruppi che lavorano per la realizzazione dei diritti umani delle donne deve essere nutrito e rafforzato. Questo richiederà lo sviluppo di nuove e creative modalità di cooperazione e collaborazione.



VERSO IL FUTURO: AZIONI PER DARE FORZA AI DIRITTI UMANI DELLE DONNE

Se è vero che nel campo dei diritti umani delle donne sono stati ottenuti notevoli risultati dal tempo dell'adozione della Dichiarazione Universale, è altrettanto chiaro che molto ancora deve essere fatto. La tradizionale collocazione marginale dei diritti umani delle donne riflette fedelmente la posizione subordinata che le dorme continuano ad occupare in molte parti del mondo. Il diritto internazionale in materia di diritti umani e i meccanismi stabiliti per la sua applicazione costituiscono un'arma importante nella lotta per i diritti umani. Il rafforzamento di questo sistema - e delle sue controparti regionali, nazionali e locali - è una priorità e una responsabilità per le Nazioni Unite, per i singoli Stati e per tutti i settori della società civile.

Il 50° Anniversario della Dichiarazione Universale fornisce un'ottima opportunità di concentrarsi sullo sviluppo di iniziative concrete per far progredire i diritti delle donne; in particolare:

* campagne per un'effettiva integrazione delle tematiche di genere nel sistema internazionale dei diritti umani;
* campagne per la ratifica incondizionata e universale della Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne; per la rimozione delle riserve di sostanza; e per il rafforzamento del meccanismo applicativo (compresa l'adozione di un protocollo opzionale, che permetterà di prendere in considerazione le denunce individuali)
* sviluppo di attività innovative a tutti i livelli, per aumentare nelle donne la consapevolezza dei propri diritti, dei meccanismi esistenti per la loro tutela e per la loro applicazione, e delle varie modalità di sostegno che possono migliorare l'accesso delle donne ad opportunità economiche e politiche;
* sostegno a quei programmi per lo sviluppo umano che esplicitamente riconoscono e promuovono i principi universali dell'uguaglianza e della non discriminazione e che riguardano la formazione e la salute riproduttiva, prevedendo un maggiore credito per le donne.

Potenziamento della partnership tra le ONG impegnate su questioni relative alle donne e ai diritti umani sia a livello nazionale che internazionale, e tra queste ONG e il sistema ONU. Questa partnership dovrebbe assicurare che i diritti umani delle donne rimangano stabilmente compresi tra le priorità nazionali e internazionali e che siano raccolte, analizzate e diffuse informazioni accurate sulle condizioni delle donne del mondo.



Per ulteriori informazioni:

* Discrimination Against Women: the Convention and the Committee, Human Rights Fact Sheet Series N. 22 (disponibile gratuitamente presso l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite).
* Women and Human Rights, a cura di K. Tomasewski (gruppo NU-ONG su Donne e Sviluppo), Zed Books, 1993.
* Making Women Matter. The Role Of The United Nations, H. Pietila e J. Vickers, Zed Books, 1994.
* Women Watch - Il nodo Internet delle Nazioni Unite sul progresso e lo sviluppo delle potenzialità delle donne www.un.org/womenwatch/

• Divisione per il Progresso delle Donne www.un.org/dpcsd/daw/


Tratto da www.onuitalia.it