Il diritto alla vita



Nella Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani, il diritto alla vita comnpare, come è ovvio, fra i primi posti, all’Articolo 3, che afferma:

"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona".

Il diritto alla vita è stato poi tradotto, in forma ben più ampia, nel Patto sui diritti civili e politici del 1966 (ICCPR), in sei capitoli quasi tutti dedicati alla pena di morte. Le donne, come è noto, sono state e sono in prima fila nel movimento per l’abolizione della pena di morte; e contemporaneamente sono sempre più vittime di un’idea della "parità" che fa purtroppo aumentare il numero delle condannate alla pena capitale.

Non è solo in questi termini, tuttavia, che si è aperta una riflessione sul diritto alla vita "da un punto di vista di genere". Molti organismi internazionali hanno affrontato il tema di come il diritto alla vita viene negato nella vita quotidiana, rispetto a condizioni come la mortalità per parto, per aborto, o per condizioni legate alla gravidanza. Ne è un esempio il commento del Comitato diritti umani all’articolo dell’ICCPR dedicato al diritto alla vita, nell’ambito della Raccomandazione generale 28 del Comitato stesso.
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PATTO SUI DIRITTI CIVILI E POLITICI

Articolo 6
1. Il diritto alla vita è inerente alla persona umana. Questo diritto deve esser protetto dalla legge. Nessuno può essere arbitrariamente privato della vita
2. Nei paesi in cui la pena di morte non è stata abolita, una sentenza capitale può essere pronunciata soltantto per i delitti più gravi, in conformità alle leggi vigenti al momento in cui il delitto fu commesso e purché ciò non sia in contrasto né con le disposizioni del presente Patto né con la Convenzione per la prevenzione e la punizione del delitto di genocidio. Tale pena può essere eseguita soltanto in virtù di una sentenza definitiva, resa da un tribunale competente.
3. Quando la privazione della vita costituisce delitto di genocidio, resta inteso che nessuna disposizione di questo articolo autorizza uno Stato parte del presente Patto a derogare in alcun modo a qualsiasi obbligo assunto in base alle norme della Convenzione per la prevenzione e la punizione del delitto di genocidio.
4. Ogni condannato a morte ha il diritto di chiedere la grazia o la commutazione della pena. L'amnistia, la grazia o la commutazione della pena di morte possono essere accordate in tutti i casi.
5. Una sentenza capitale non può essere pronunciata per delitti commessi dai minori di 18 anni e non può essere eseguita nei confronti di donne incinte
6. Nessuna disposizione di questo articolo può essere invocata per ritardare o impedire l'abolizione della pena di morte ad opera di uno Stato parte del presente Patto.
Commento del Comitato diritti umani, da un punto di vista di genere

Nel riferire al Comitato diritti umani sul diritto alla vita gli stati parte devono fornire dati su:
- tasso di natalità
- mortalità delle donne per motivi legati alla gravidanza e al parto
- dati sul tasso di mortalità infantile disaggregati in base al sesso
- informazioni sulle misure adottate per aiutare le donne a prevenire gravidanze indesiderate, e per garantire che esse non siano costrette a ricorrere ad aborti clandestini, a rischio della vita
- informazioni sulle misure adottate per proteggere le donne da pratiche che ne violano il diritto alla vita, quali l'infanticidio delle femmine, il rogo delle vedove e le uccisioni per motivi legati alla dote
- informazioni sull'impatto specifico sulle donne della povertà e delle privazioni, nella misura in cui esse possono rappresentare una minaccia per la loro sopravvivenza.



Anche lUNFPA, nel Rapporto su «Lo stato della popolazione nel mondo» del 1997 (edizione italiana a cura di AIDOS) ha adottato un approccio analogo:

«Il dibattito sul diritto alla sopravvivenza/diritto alla vita nella giurisprudenza internazionale relativa al diritti umani si è concentrato soprattutto sulle misure legali da opporre alle esecuzioni sommarie da parte dei governi. Alcuni esperti legali sostengono che tali misure potrebbero venire applicate anche alle donne che muoiono di parto. Per puntare all'affermazione di tale diritto bisogna che i governi si impegnino a garantire l'assistenza sanitaria necessaria a ridurre la mortalità materna. La riduzione della mortalità materna è un obiettivo nazionale accolto sia dalla Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo che dalla quarta Conferenza mondiale sulle donne.
Se vengono analizzate le cause che sono all'origine della mortalità materna, si arrivano a delineare alcune necessità imprescindibili: fornire un'istruzione di base o superiore (per rendere le donne capaci di utilizzare al meglio le informazioni e i servizi medici); migliorare le condizioni di vita delle donne (riducendo i matrimoni precoci e le gravidanze a rischio, e mettendole in grado di decidere sulla cura della propria salute); estendere la possibilità di usufruire di assistenza sia durante la gravidanza che dopo, con levatrici addestrate e servizi di emergenza ostetrica; fornire servizi di pianificazione familiare qualificati per permettere di distanziare le nascite; fornire l'educazione necessaria per una sessualità sana e una paternità e maternità responsabili e paritarie; ridurre il ricorso agli aborti clandestini.»

Questa posizione dell’UNFPA, rovescia la visione integralista secondo la quale l’impegno per il diritto alla vita, se riportato dalla dimensione "eccezionale" della pena di morte a quella della quotidianità ordinaria, va declinato in termini di diritto alla vita dellembrione, e dunque allo scontro etico-politico sul tema dell’aborto. Nella comunità internazionale, l’approccio è del tutto rovesciato: il "movimento per la vita" è quello che si interroga su come difendere non tanto le potenzialità di vita ma la vita delle persone reali, anche e soprattutto nelle situazioni di maggiore difficoltà. Anche per difendere la maternità, l’obiettivo è puntato non sulla negazione dell’autodeterminazione femminile ma sull’empowerment delle donne, sulla loro possibilità di scelta, sul loro accesso ai servizi.


Per approfondire:
dalla biblioteca 1 "i temi"

- i diritti sessuali e riproduttivi
- il diritto allautodeterminazione