Le donne nei processi decisionali di natura politica*



La Convenzione per leliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne sottolinea limportanza delluguale partecipazione di donne ed uomini alla vita pubblica. La Convenzione si basa sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che include il diritto a partecipare alla gestione della vita pubblica, attraverso il voto di preferenza per una candidatura elettorale, o attraverso la propria stessa candidatura; e sul Patto Internazionale per i diritti civili e politici, dove si afferma il diritto dei popoli allautodeterminazione. Gli Stati parte della Convenzione sono obbligati ad assicurare alle donne laccesso, in condizioni di parità con gli uomini, alla vita politica e pubblica, compreso il diritto di votare ed essere eleggibili. Gli Stati parte sono inoltre tenuti a garantire che le donne abbiano pari opportunità di rappresentare il proprio governo a livello internazionale e di partecipare ai lavori delle organizzazioni internazionali.1
Le limitazioni formali allaccesso alle donne al suffragio e allelezione persistono tuttora solo in pochi paesi dotati con un sistema parlamentare, come il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti.2 In molti paesi, esistono ostacoli materiali che limitano lesercizio dei diritti elettorali a donne ed uomini, anche se spesso colpisono le donne in misura maggiore rispetto agli uomini. In altri paesi, ossia Namibia, il Samoa e il Sud Africa, molte donne hanno acquisito il diritto a votare ed a candidarsi alle elezioni pubbliche solo di recente, ed hanno potuto esercitare tali diritti solo in occasione di una o due elezioni politiche.

Le donne sono ampiamente sottorappresentate nei partiti politici
Le donne sono raramente presenti ai vertici dei partiti politici.3 Senza questo livello di rappresentanza, risulta estremamente difficile per le donne influenzare le politiche di partito, o assumere incarichi di natura ministeriale qualora il partito in questione entri in una compagine governativa.
Nel 1996, lUnione Inter-Parlamentare (IPU) ha raccolto informazioni sulla presenza femminile negli organismi dirigenti dei partiti politici e nelle posizioni al vertice: leader di partito (Presidente o Segretario/a Generale), Vice-Presidente o Vice-Segretario/a Generale, presidente del gruppo parlamentare, e portavoce di partito.4 Su un totale di 871 partiti in 80 diversi paesi, le donne non erano presenti negli organismi dirigenti di 585 partiti (ovvero il 67 per cento). Solo l11 per cento dei partiti aveva una donna che rivestiva la carica di Presidente o di Segretaria Generale, ed il 19 per cento aveva una donna Vice-Presidente o Vice-Segretaria Generale. Le donne rappresentavano l8 per cento dei Presidenti dei gruppi parlamentari, ed il 9 per cento dei portavoci di partito. 5
Alcuni partiti, generalmente in seguito alla spinta esercitata dalle donne, hanno introdotto un sistema di quote allinterno degli organismi dirigenti, o stabilendo una percentuale minima garantita di donne allinterno dei gruppi dirigenti, o istituendo una regola, scritta o implicita, che impone un certo equilibrio. In alcuni paesi dellAmerica Latina e delle regioni in via di sviluppo, i partiti hanno anche stabilito un analogo sistema di quote per quanto riguarda le candidature elettorali.

La rappresentanza parlamentare femminile è ancora molto bassa

Parlamenti nazionali
La parità tra i sessi a livello parlamentare è un obiettivo ancora lontano. Nel 1999 a livello globale la rappresentanza femminile nelle Camere singole o basse del Parlamento, che nel 1987 e nel 1995 era pari in media al 9 per cento, era aumentata fino all11 per cento. La percentuale di donne nelle Camere singole o basse era leggermente aumentata in quasi tutte le regioni tra il 1987 e il 1995, ma il forte declino verificatosi nellEuropa dellest e in Asia orientale avevano influenzato la media complessiva.
Nel 1999, in Africa settentrionale, in Oceania ed in Asia meridionale, centrale e occidentale, meno del 10 per cento dei parlamentari6 erano donne. Nessuna donna era presente nei Parlamenti nazionali di Gibuti, Giordania, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e di quattro piccole nazioni dellOceania.
Sempre nel 1999, nellAfrica sub-sahariana la percentuale di donne tra i parlamentari era pari in media al 10 per cento. Nella maggior parte dei paesi dellAfrica sub-sahariana, la rappresentanza femminile era inferiore al 10 per cento (inferiore al 5 per cento in Chad, Guinea Equatoriale, Etiopia, Gambia, Kenya, Lesotho, Mauritania e Swaziland). Si registrano tuttavia alcune importanti eccezioni: in Sud Africa, il 30 per cento dei seggi parlamentari era occupato da donne, in Mozambico il 25 per cento, nelle Seychelles il 24 per cento, ed in Namibia il 22 per cento.
Nel 1999, tra le regioni in via di sviluppo la percentuale più alta di donne parlamentari si è registrata in America Latina, nei Caraibi e nellest e nel sudest asiatico. In America Latina e nei Caraibi la percentuale media di donne parlamentari era pari al 13 per cento. In 7 su 29 paesi per i quali sono disponibili dati, le donne rappresentavano meno del 10 per cento dei parlamentari. I livelli più alti di rappresentanza parlamentare femminile nella regione si registravano in Argentina e a Cuba, con il 28 per cento di donne parlamentari.
In alcuni paesi dellest e del sudest asiatico, tra i quali la Cina, la Repubblica Popolare Democratica di Corea, la Repubblica Democratica Popolare di Laos ed il Viet Nam, le donne occupavano almeno il 20 per cento dei seggi parlamentari.
Nelle regioni sviluppate si registra un livello più alto di rappresentanza parlamentare femminile. Nel 1999, nei paesi dellEuropa occidentale il 21 per cento dei seggi parlamentari era occupato da donne, mentre nelle regioni sviluppate extraeuropee, tale percentuale era del 18 per cento. I paesi scandinavi ed i Paesi Bassi registravano i livelli di rappresentanza femminile più alti del mondo: oltre un terzo di donne tra i parlamentari, con un picco del 43 per cento in Svezia. Nelle regioni sviluppate al di fuori dellEuropa, la rappresentanza femminile era superiore al 20 per cento, con leccezione degli Stati Uniti, con il 13 per cento di donne tra i parlamentari, e del Giappone, dove le donne sono il 5 per cento dei parlamentari. Nei paesi dellEuropa dellest, in media il 10 per cento dei seggi parlamentari era occupato da donne.

Assemblee parlamentari sovra-nazionali
La rappresentanza femminile è aumentata in due assemblee parlamentari sovra-nazionali elette mediante suffragio diretto: il Parlamento dellAmerica Centrale e il Parlamento Europeo. Allinterno del Parlamento dellAmerica Centrale, la percentuale di donne elette è aumentata, passando dal 10 per cento nel 1991 al 15 per cento nel 1996.
Nel Parlamento Europeo, la presenza femminile è cresciuta, passando dal 20 per cento nel 1989 al 30 per cento nel 1999. In occasione delle elezioni per il Parlamento europeo del 1999, la percentuale di donne elette è aumentata considerevolmente in alcuni paesi e diminuita in altri. In tutti e tre i paesi scandinavi, nel 1999 il numero di donne elette al Parlamento Europeo era inferiore rispetto al 1994: la percentuale di donne elette è scesa dal 44 al 38 per cento in Danimarca, dal 63 al 44 per cento in Finlandia, dal 45 al 41 per cento in Svezia.

Le donne sono ampiamente escluse dagli organi esecutivi di governo
I diversi paesi del mondo hanno diverse strutture di governo. Quasi tutti i paesi hanno un Presidente, un Primo Ministro ed un governo, ma i poteri attribuiti al Presidente, al Primo Ministro e al governo variano da un paese allaltro e si modificano nel tempo allinterno degli stessi paesi.

Capi di Stato e di governo
Da quando, nel 1974, lArgentina ha eletto la prima donna Presidente, solo 17 paesi hanno eletto una donna alla carica di Presidente. A San Marino, un piccolo Stato dove vige un sistema di co-reggenza con mandato semestrale, per 7 volte una donna è stata eletta a capo dello Stato, e lo stesso è successo per 2 volte in Irlanda, paese dotato di un sistema repubblicano con mandato presidenziale quinquennale.
La prima donna Prima Ministra della storia è entrata in carica nel 1960 nello Sri Lanka. A partire da allora, la carica di Primo Ministro è stata rivestita da una donna in 22 Stati diversi - quattro volte nello Sri Lanka, tre volte in Norvegia, e due volte in Bangladesh, India e Pakistan.

Ministeri
Le donne sono ancora sottorappresentate per quanto riguarda le posizioni decisionali nei gabinetti di governo. Si registrano tuttavia alcuni segnali di miglioramento. Nel 1998, in media, l8 per cento dei Ministri di Governo erano donne, in confronto al 6 per cento del 1994 (vedi il trafiletto sulle posizioni ministeriali e sotto-ministeriali).7 Nel 1998, i paesi in cui non cera nemmeno una donna tra i Ministri di governo erano 45, contro i 59 del 1994. Sempre nel 1998, non vi erano donne in posizioni ministeriali o sotto-ministeriali in 13 paesi di tutto il mondo, contro i 26 del 1994.
Tra il 1994 e il 1998, è cresciuto da 16 a 28 il numero di paesi con almeno il 15 per cento di rappresentanza femminile tra gli incarichi ministeriali, mentre è salito da 8 a 16 il numero di paesi con almeno il 20 per cento di rappresentanza femminile tra gli incarichi ministeriali. La Svezia vanta la percentuale più alta di Ministre, e nel 1999 era lunico paese al mondo con un numero maggiore di Ministre donne rispetto ai Ministri uomini. Dopo le elezioni del 1994, in Svezia le donne ricoprivano il 52 per cento degli incarichi ministeriali.8 Tale percentuale è scesa sotto al 50 per cento nel 1998, per poi raggiungere nuovamente i livelli più alti di rappresentanza presenza femminile nel mondo, il 55 per cento, nel 1999.9
A livello mondiale, la maggior parte delle posizioni ministeriali e sotto-ministeriali è tuttora occupata da uomini. Nel 1998, le donne ricoprivano meno del 5 per cento in media delle cariche ministeriali in Asia e nord Africa. NellAfrica sub-sahariana, in America Latina e in Europa orientale, tale percentuale era in media leggermente superiore, rimanendo comunque pari o inferiore al 10 per cento. Solo nei Caraibi, in Europa occidentale e nelle regioni sviluppate al di fuori allEuropa si superava la media del 10 per cento.
Generalmente, la rappresentanza femminile è più alta tra gli incarichi sotto-ministeriali, rispetto a quelli ministeriali. Tuttavia, in alcuni paesi in cui le donne sono relativamente ben rappresentate a livello di posizioni ministeriali, la loro rappresentanza a livello sotto-ministeriale rimane bassa.
La rappresentanza femminile in posizioni di potere, ministeriali o sotto-ministeriali, è di norma più alta nei Ministeri con competenze in ambiti sociali o relativi alla legge e alla giustizia, rispetto ai Ministeri con competenze economiche e politiche. Nei Caraibi e nelle regioni sviluppate extraeuropee, le donne ricoprono il 10 per cento degli incarichi ministeriali in tutti i diversi ambiti di governo, mentre in Europa orientale e occidentale la stessa percentuale riesce a coprire quasi tutti gli ambiti di governo.

Anche se non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati, la presenza femminile tra il personale professionale delle Nazioni Unite è in aumento
A partire dal 1985, lAssemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito alcuni obiettivi per aumentare la rappresentanza femminile tra il personale professionale delle Nazioni Unite. Il primo obiettivo, arrivare ad una rappresentanza del 30 per cento entro il 1990, è stato raggiunto nel 1991. A dicembre del 1998, lAssemblea Generale ha riconfermato lobiettivo di una pari distribuzione tra i sessi in tutte le categorie di incarichi allinterno del sistema ONU. Nonostante le statistiche indichino alcuni progressi, tale obiettivo è ancora lontano dallessere realizzato. A novembre del 1999, le donne rappresentavano il 39 per cento del personale con incarichi sul campo, un incremento rispetto al 34 per cento del 1995.
La rappresentanza femminile nelle Nazioni Unite è più bassa ai livelli più alti. Nel 1999, le donne costituivano il 30 per cento dei junior professionals e solo il 21 per cento dei senior manager. Su un totale di 21 Sottosegretari Generali, vi erano solo 2 donne. Seppure ad un ritmo lento, la presenza femminile tra i senior manager è diventata più consistente, passando dal 25 per cento nel 1995 al 33 per cento nel 1999.
Alla fine del 1998, la rappresentanza femminile tra il personale professionale delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite era pari al 32 per cento, ed al 16 per cento per quanto riguarda i senior manager; percentuali inferiori a quelle registrate nel Segretariato delle Nazioni Unite. Ad ogni modo, proprio nelle agenzie specializzate dirette da donne, i livelli di rappresentanza femminile risultano migliori: nellUNICEF, le donne rappresentano il 48 per cento del personale ed il 39 per cento dei senior manager; nellUNFPA, le donne rappresentano il 47 per cento del personale\hich ed il 39 per cento dei senior manager; nel Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP), le donne sono il 40 per cento del personale ed il 22 per cento dei senior manager; nellACNUR, le donne sono il 38 per cento del personale ed il 14 per cento dei senior manager.10 Altre agenzie dove i livelli di rappresentanza femminile sono relativamente alti sono: il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), dove le donne rappresentano il 38 per cento del personale ed il 21 per cento dei senior manager, e lOrganizzazione delle Nazioni Unite per lEducazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), in cui le donne sono il 39 per cento del personale e il 20 per cento dei senior manager.

La rappresentanza femminile più alta tra i senior manager si è registrata nella Pan American Health Organization e nel Programma congiunto delle Nazioni Unite sullHIV\AIDS: in entrambe le organizzazioni le donne senior manager raggiungevano il 50 per cento del totale. Secondo dati recenti, allinterno dellUNFPA le donne costituiscono il 50 per cento del personale ed il 60 per cento dei senior manager.11

* Tratto da The worlds women 2000. Trends and statistics, a cura dellUfficio statistico delle Nazioni Unite, New York 2000. Versione italiana a cura della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità, in corso di pubblicazione.




1 La sezione sul potere decisionale si basa soprattutto sul rapporto intitolato Women and Politics, preparato dallIpu.

2 Ipu, Women and Political Power, Reports and Documents Series, No. 19 (Ginevra, 1992).

3 Ibidem.

4 Cfr. lo studio dellIpu intitolato Men and women in Politics: Democracy Still in the making, Reports and Documents Series, No.28 (1997).

5 Le informazioni sui leader di partito (Presidente e vice-Presidente), sui gruppi dirigenti e sui portavoce erano disponibili per gruppi più piccoli di partiti - dai 388 ai 418 partiti.

6 Tutti i riferimenti alle donne nei parlamenti nazionali riguardano le Camere Singole o Basse.

7 footnote* Le medie percentuali sono state calcolate dallUfficio Statistico del Segretariato delle Nazioni Unite, sulla base delle percentuali di donne con incarichi ministeriali, per tutti paesi per i quali disponiamo di dati

8 Nazioni Unite, The Worlds Women 1995: Trends and Statistics (United Nations publication, Sales No.E.95.XVII.2).

9 I dati sulla presenza delle donne negli esecutivi sono stati forniti dallIpu.

10 footnote* Calcolati dallUfficio Statistico del Segretariato delle Nazioni Unite, da ACC, Personnel statistics (ACC/2000/PER/R.10), in via di pubblicazione.

11 Basato sulle statistiche fornite dallUNFPA allUfficio della consulente speciale sulle tematiche di genere e per il progresso delle donne.