Libertà di pensiero, di coscienza e di religione
E una delle libertà fondamentali più frequentemente citate, quando si parla di diritti civili e politici; e anche una di quelle più frequentemente violate. Trova il suo fondamento nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che afferma: Articolo 18 Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. La stessa norma, nellarticolo 18 del Patto sui Diritti Civili e Politici, è stata oggetto di un lungo commento del Comitato diritti umani, nella sua Raccomandazione generale 28 sulleguaglianza fra i sessi.
Losservazione da noi evidenziata in grassetto appare di grande rilevanza in questa fase storica, in relazione alla tendenza frequente di intendere il "multiculturalismo" in termini di relativismo sui diritti umani, e soprattutto sui diritti umani delle donne. Lesempio che più facilmente viene alla mente è quello del fondamentalismo islamico, e delluso distorto che esso fa della Sharia, o legge coranica, per negare libertà alle donne in nome della propria interpretazione della libertà religiosa. Questa tendenza, tuttavia, non è presente solo nel mondo musulmano: ogni religione ha i suoi fondamentalismi, e in ognuno di essi lelemento costantemente ricorrente è proprio la negazione della libertà femminile. Vale dunque, per questa che è una delle più fondamentali delle libertà fondamentali, ciò che vale per tutte le libertà: la sua affermazione deve arrestarsi sulla soglia oltre la quale diviene violazione della libertà altrui. Il punto è: dove fissare questa soglia? Se una ragazza sceglie di andare a scuola indossando il velo islamico, ha ragione chi ritiene che ciò sia una normale espressione della sua libertà di religione, o chi lo considera una violazione del diritto alleguaglianza, che va dunque combattuta? Su questo il dibattito rimane acceso: in Francia, in Italia e un po in tutto il mondo. Nella cultura occidentale, nel rapporto fra cultura occidentale e culture "altre", nei movimenti delle donne di molti paesi. Afferma il gruppo di esperte nominate dal Consiglio dEuropa per studiare il tema "migrazioni, diversità culturale, eguaglianza fra i sessi": "Una considerazione essenziale da tener presente riguarda la libertà di scelta della persona/delle persone interessate. Ciascuna persona, infatti, dovrebbe essere libera di scegliere se praticare una religione, seguire le consuetudini e le tradizioni familiari oppure no. In campo economico, le persone dovrebbero poter scegliere quale tipo di formazione e quale lavoro intraprendere, e il luogo dove vivere. A livello personale, dovrebbe essere garantito a ciascuno/a la libertà in materia di relazioni e consuetudini sociali, scelta del partner, matrimonio, scelta se formare o meno una famiglia. Questa libertà di scelta deve riguardare in modo egualitario sia donne che uomini, senza discriminazioni su base etnica, razziale, sociale o culturale".
UNFPA 1997, State of the world population report vers. Italiana pag. 14
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