Il diritto delle donne al cibo: implicazioni di programmazione per il WFP (PAM)



di Gretcher Bloom*

Il diritto ad una alimentazione adeguata costituisce un diritto umano fondamentale, sancito con fermezza nel diritto internazionale e derivante dalla Carta dell'Onu, della Dichiarazione universale dei diritti umani e dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. Ciononostante, ogni giorno una persona su 5 soffre la fame, per un totale di 800 milioni di persone affamate in tutto il mondo, e ogni anno oltre 20 milioni di persone muoiono di denutrizione e di malattie ad essa collegate. Tuttavia, nonostante questo diritto sia largamente riconosciuto, è necessario chiarirne il contenuto operativo e i mezzi attuativi, soprattutto per quanto riguarda le donne.

 

Il diritto delle donne al cibo

Le donne costituiscono un soggetto chiave del diritto al cibo. Sono loro a farsi carico delle responsabilità di sicurezza alimentare all'interno della famiglia, e l'esperienza insegna che le risorse nelle mani delle donne danno ai loro figli un maggiore beneficio nutritivo che non le stesse risorse controllate dagli uomini. Inoltre, è probabile che le donne spendano una maggior parte del reddito di quanto non farebbero gli uomini per nutrire la famiglia. Perciò, le risorse per le donne rappresentano risorse per la sicurezza alimentare.

Per le donne, lo sviluppo non si ferma a livello individuale — riversa i suoi benefici su tutto il nucleo familiare e sulla comunità nel suo complesso. Ridurre le sperequazioni fra i sessi, potenziando e valorizzando le risorse umane e materiali controllate dalle donne, porta ad una maggiore produttività del nucleo familiare, ad un maggiore reddito, una migliore alimentazione e una maggiore sicurezza alimentare per tutti.

Il ruolo del PAM

Il PAM, l'organizzazione di assistenza alimentare delle Nazioni Unite, per oltre 30 anni si è occupato direttamente del diritto al cibo. Attualmente, il PAM è il primo organismo multilaterale del mondo per distribuzione del cibo, con oltre 3 milioni di tonnellate di cibo all'anno distribuiti ad oltre 47 milioni di persone. Assicurando un'assistenza alimentare per lo sviluppo e in situazioni di emergenza a coloro che più ne hanno bisogno, il PAM contribuisce a creare un ambiente propizio in cui le persone, soprattutto quelle più vulnerabili, sono in grado di esercitare i loro diritti fondamentali, in particolare il diritto alla vita, al cibo e allo sviluppo; parità di condizioni per le donne, diritti dell'infanzia, e istruzione.

Il PAM è impegnato a battersi a favore di politiche, strategie e interventi che diano un beneficio diretto alle persone povere e affamate. Il PAM è molto attivo nel porre il problema della fame al centro dell'agenda internazionale, soprattutto perché considera la realizzazione del diritto al cibo un prerequisito essenziale per far valere gli altri diritti umani e per portare a una migliore comprensione del ruolo delle donne nell'affrontare i problemi della insicurezza alimentare e della fame.

Dato che le donne sono colpite in misura particolarmente elevata dalla fame e dalla povertà, e che le donne stesse costituiscono un elemento cruciale per risolvere ambedue i problemi, proprio perché sono loro a farsi carico delle maggiori responsabilità in merito alla sicurezza alimentare del nucleo familiare, alla Conferenza di Pechino nel 1995 il PAM ha lanciato una serie di Impegni per le donne. Tali impegni mirano a ridurre, entro l'anno 2001, le disuguaglianze di genere che limitano l'accesso al cibo, e a fornire alle donne migliori possibilità di lavoro e di istruzione.

Secondo gli impegni per le donne assunti a Pechino, la politica del PAM mira ad assicurare che:

 

Il cibo nelle situazioni di emergenza

Per milioni di persone la capacità di procurarsi il cibo necessario è stata minacciata in maniera improvvisa e drammatica dallo scoppio di conflitti armati e da calamità naturali. Le emergenze costituiscono una grave minaccia al tentativo di ridurre la fame e la malnutrizione fra i poveri del mondo (Nota: attualmente quasi il 70% delle attività del PAM sono concentrate sull'assistenza umanitaria, a fronte di appena il 9% di venti anni fa).

I problemi di aiuto alimentare nelle emergenze sono strettamente correlati al problema della discriminazione fra i sessi. Tre vittime su quattro della guerra, della siccità e di altre calamità sono donne e bambini piccoli. La scarsa attenzione ai problemi legati alla discriminazione fra i sessi, in particolare nell'aiuto alimentare, a volte ha finito con il rendere ancora più difficile la vita alle persone più vulnerabili, ostacolando le loro strategie di sopravvivenza.

Il cibo nello sviluppo

Il cibo può essere una risorsa preziosa per lo sviluppo, con un ruolo importante nel superare le cause, e non soltanto i sintomi, della insicurezza alimentare. Nel fornire aiuto alimentare, il PAM mira non solo ad assicurare un sostentamento a breve termine alle persone affamate, ma anche ad aiutare le famiglie e le comunità a raggiungere un livello di autosufficienza più duraturo. In ultima analisi, il PAM valuta il suo successo non in base al volume di cibo trasportato o al numero di persone nutrite, ma piuttosto in base al numero di persone che, nel tempo, sono in grado di nutrire se stesse. (Nota: il diritto al cibo non coincide con il diritto all'aiuto alimentare, ma copre un ambito molto più ampio).

Implicazioni di programmazione per le organizzazioni di aiuto alimentare

Nell'attuale contesto di minore disponibilità di aiuto alimentare, i fornitori di tale aiuto si sono trovati costretti a individuare i mezzi più efficaci ed efficienti per realizzare i loro obiettivi. Considerare le donne come un target è un mezzo particolarmente apprezzato per realizzare l'obiettivo di ridurre la fame aumentando i consumi a livello familiare, e soprattutto fra i bambini.

L’impostazione finora usato non è stata dunque fondata sui diritti, ma piuttosto di una fondata sui bisogni, e il PAM e altre organizzazioni hanno cercato di dare un aiuto mirato ai più bisognosi, con le limitate risorse alimentari a loro disposizione. Ciononostante, il PAM vuole andare oltre quelli che sono i bisogni pratici delle donne e tenta di far fronte anche ai loro bisogni strategici. Usando un’impostazione globale fondata sull’analisi di genere, e sui tre capisaldi di eguaglianza-efficienza-empowerment, il PAM garantisce l’eguaglianza delle donne rispetto al ruolo svolto nei comitati per la distribuzione del cibo, considera che fare riferimento alle donne sia il metodo più efficiente di assicurare che il cibo finisca nelle mani giuste, e dà alle donne nuove capacità di leadership che ne promuovono l’empowerment. Queste strategie per dare una risposta ai bisogni legittimi secondo criteri di eguaglianza fra i sessi, nel contesto di una limitata disponibilità delle risorse, costituiscono un passo avanti sulla strada di una concezione fondata sui diritti.

Sintesi

Una concezione fondata sui diritti riguardo al cibo e all'alimentazione è fondamentalmente diversa da un concezione fondata sui bisogni. Essa introduce un elemento normativo di focalizzazione, che deve valere per tutti. Una concezione fondata sui diritti implica che i beneficiari siano soggetti attivi e portatori di rivendicazioni legittime; specifica i doveri e gli obblighi di coloro nei cui confronti si possono rivendicare tali diritti. Tale concezione introduce una dimensione di responsabilità che manca invece nelle strategie fondate sui bisogni.

Fra le opportunità che si aprono quando si decide di portare avanti una concezione fondata sui diritti, sottolineando il diritto delle donne al cibo, ricordiamo in particolare gli elementi seguenti:

In tutto ciò, però, si pongono molte sfide. Le donne debbono essere coinvolte nei processi decisionali concernenti l'aiuto alimentare, per poter far valere il loro diritto al cibo. Devono avere il controllo del cibo, e non semplicemente accesso al cibo, purché vi sia una equa distribuzione del cibo in ambito familiare. Le donne hanno bisogno di empowerment. Possono essere oberate di lavoro e i loro ruoli tradizionali possono essere irrigiditi ulteriormente, se non si contestano gli stereotipi vigenti. Infine, nonostante il loro diritto al cibo, nei momenti di crisi, le donne si trovano esposte ad un maggiore rischio di violenza a base sessuale.

 

* Tratto da: "A rights-based approach to women’s empowerment and advancement and gender equality", atti del seminario tenuto a Roma, sede FAO, il 5-7 ottobre 1998, organizzato da: UN Inter-agency Committee on Women and Gender Equality, OECD/DAC Working Party on Gender Equality, e UN Division for the Advancement of Women.