I diritti riproduttivi quali diritti umani fondamentali. Storia*



I diritti riproduttivi e alla salute riproduttiva non sono concetti nuovi. Fin dalla Conferenza Internazionale sui Diritti Umani, tenuta a Teheran nel 1968, i diritti riproduttivi e alla salute riproduttiva sono stati riconosciuti come una componente intrinseca dei diritti umani. Trattati internazionali più recenti e documenti convenzionali hanno cercato di definire questi concetti e di identificare le azioni fondamentali da intraprendere e gli indicatori per misurare gli sforzi e il progresso realizzato nel garantire tali diritti alle donne, agli uomini, alle loro figlie e ai loro figli.

Nel 1979, quando venne definita la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, gli Stati parte vennero incoraggiati a intraprendere i passi necessari per eliminare la discriminazione contro le donne nel fornire i servizi di assistenza sanitaria, che comprendono l’accesso ai servizi di pianificazione familiare. La Convenzione ha stabilito anche che uomini e donne hanno il diritto di decidere liberamente quanti figli avere e a che distanza l’uno dall’altro, ed ha previsto che vengano forniti le informazioni, l’educazione ed i mezzi per consentire a donne ed uomini di esercitare tali diritti.

La Dichiarazione di Vienna del 1993, adottata dalla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, ha riaffermato questi fondamentali diritti riproduttivi, dichiarando, sulla base dell’eguaglianza tra uomini e donne, il diritto della donna ad usufruire di adeguata assistenza sanitaria e della più ampia gamma di servizi di pianificazione familiare (a).

Il concetto dei diritti riproduttivi in quanto diritti umani fondamentali è stato ulteriormente rafforzato nel 1994 alla Conferenza del Cairo, e nel 1999 alla rassegna quinquennale dell’applicazione del Programma di Azione della Conferenza del Cairo. Per la prima volta, al centro di un documento internazionale sulla popolazione e lo sviluppo sostenibile, venivano posti i concetti di uguaglianza delle donne rispetto agli uomini, e dei diritti di tutti alla sessualità, alla riproduzione e alla salute. I Governi vennero sollecitati a mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire un accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria, compresi quelli relativi alla salute riproduttiva; l’accesso a metodi sicuri, efficaci, affrontabili ed accettabili di pianificazione familiare; la libertà dalla violenza sessuale; l’eliminazione delle pratiche tradizionali lesive, compresa le mutilazioni genitali femminili; la tutela delle bambine; il diritto alla salute ed all’educazione; la libertà dalla coercizione nell’ambito della famiglia e della società. Il Programma di Azione della Conferenza del Cairo dedicava particolare attenzione alle necessità ed ai diritti dell’adolescenza, nonché all’interazione fra la sessualità umana, i rapporti tra i sessi e le condizioni di salute riproduttiva (b).

Il diritto delle donne alla salute, e in particolare alla salute riproduttiva, è stato al centro anche della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne, tenuta a Pechino nel 1995. La Piattaforma di Azione di Pechino poneva la salute riproduttiva nel più ampio contesto dell’uguaglianza fra i sessi e delle condizioni delle donne. Spetta ai Governi riconoscere che la salute riproduttiva viene elusa in molti casi, a causa degli scarsi livelli di conoscenza della sessualità umana, o delle informazioni e dei servizi sanitari inadeguati o di scarsa qualità; della diffusione di comportamenti sessuali ad alto rischio; delle pratiche discriminatorie sociali; degli atteggiamenti negativi verso le donne e le ragazze; del potere limitato che molte donne e molte ragazze hanno sulle proprie vite sessuali e riproduttive (c).

La Piattaforma di Azione di Pechino sollecita inoltre i Governi a colmare la grave lacuna esistente nella raccolta e nell’analisi delle informazioni statistiche sulle donne e la salute, con particolare riguardo ai gruppi più vulnerabili ed emarginati. Essa auspica anche lo svolgimento di ricerche su come i fattori sociali ed economici influenzino la salute delle donne e delle ragazze di tutte le età; sulla disponibilità di servizi sanitari alle donne e alle ragazze, e sugli schemi di uso di tali servizi; sul valore della prevenzione delle malattie e dei programmi di aiuto sanitario alle donne. La Piattaforma di Azione incita a nuovi sforzi per la ricerca sui problemi sanitari specifici delle donne o sui problemi per i quali una prospettiva accentrata sui sessi potrebbe aggiungere nuove informazioni critiche e, a volte, fondamentali per la vita (d).

 

 

* Tratto da The world’s women 2000. Trends and statistics, Dipartimento per gli affari economici e sociali, Nazioni Unite, New York 2000. Versione italiana: Le donne del mondo 2000, traduzione a cura di AIDOS, edito dalla Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità in corso di pubblicazione.