Commercializzazione dell'Agricoltura



Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations - FAO), la rapida modernizzazione dell'agricoltura e l'introduzione di nuove tecnologie, quali quelle che caratterizzano la rivoluzione verde, hanno beneficiato i ricchi in misura nettamente superiore ai poveri, e gli uomini piuttosto che le donne.

L'oggetto di questa premessa viene confermato anche dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, che ha constatato come l'utilizzo di nuove tecniche nell'agricoltura, in particolare quelle che coinvolgono la commercializzazione, "sovente comporti un passaggio dalle donne agli uomini del controllo economico, dell'occupazione e del profitto".

Tale passaggio di reddito comporta un aumento delle sofferenze all'interno dei nuclei familiari, dal momento che gli studi condotti sull'argomento hanno dimostrato come, in generale, il reddito controllato dalle donne vada a beneficio delle famiglie in misura nettamente superiore rispetto a quello che viene invece gestito dagli uomini.

Studi recenti condotti dalla FAO hanno rilevato come la meccanizzazione dell'agricoltura verificatasi in Bangladesh abbia ridotto l'occupazione delle lavoratrici donne in una misura compresa fra le 3,5 ed i 5 milioni di giornate lavorative all'anno.

Si stima inoltre che l'introduzione a Giava di un piano per sovvenzionare l'acquisto di macchinari per lo sgusciamento del riso abbia tolto il lavoro a 1,2 milioni di donne prive di proprietà terriere che venivano precedentemente impiegate per lo svolgimento manuale di questa operazione.

Oggi, la maggior parte del commercio agricolo viene controllato da un piccolo numero di conglomerate transnazionali.

Secondo la WEDO, meno di cinque compagnie controllano il 90 per cento delle esportazioni di farina, grano, caffè, the, ananas, cotone, tabacco, juta ed altri prodotti che provengono dalle foreste.

La WEDO ammonisce che la crescente monopolizzazione delle forniture alimentari mondiali, sostenuta dagli Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio (General Agreement on Tariffs and Trade - GATT) e dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio (World Trade Organization - WTO), ha condotto ad "una situazione in cui sono sempre di più gli agricoltori che non possiedono più proprietà terriere, ad un innalzamento della disoccupazione, alla dissoluzione delle comunità, a produzioni che fanno sempre maggior uso di energia e componenti chimiche, a valori nutrizionali sempre più bassi, ad un incremento dei costi di trasporto e, infine, ad una mancanza assoluta di sicurezza alimentare".

A livello nazionale, i gruppi femminili stanno organizzandosi per istituire e proteggere i diritti dei piccoli agricoltori e dei pescatori marginali alla proprietà terriera ed all'impiego delle risorse agricole e marine.

In numerose nazioni, inoltre, le donne stanno promuovendo l'agricoltura sostenibile quale unico mezzo per la salvaguardia della salute, dei mezzi di sussistenza e della sicurezza alimentare.

Tratto da www.onuitalia.it