Migrazioni, diversità culturale, uguaglianza fra i sessi
Rapporto del gruppo di specialiste del Consiglio d'Europa, 1994*



VII. Raccomandazioni su come risolvere i conflitti fra parità uomo-donna e rispetto della diversità culturale



Secondo il mandato ricevuto, al Gruppo spettava il compito di proporre soluzioni pratiche ai conflitti che potrebbero emergere fra rispetto dei diritti umani e dell’uguaglianza fra i sessi, da un lato, e dall’altro il rispetto per l’identità culturale delle popolazioni immigrate. Al Gruppo era stato inoltre richiesto di indicare in che modo sia le politiche di integrazione che le politiche per la parità fra i sessi avrebbero potuto tener conto di questi problemi in futuro. Il Gruppo ha pertanto elaborato strategie d’azione e proposte per risolvere alcuni degli ostacoli e problemi incontrati dalle immigrate, sia nella sfera pubblica che in quella privata. Alcune di queste idee erano state dibattute in prima istanza già nel contesto del Rapporto sulle relazioni comunitarie, ma si è ritenuto che potessero avere una dimensione ed un’angolatura diversa nella loro applicazione alle difficoltà specifiche che incontrano le donne immigrate.

Il ruolo principale del diritto dovrebbe essere di rifiutare l’avallo di pratiche il cui effetto appare essere quello di produrre disuguaglianza fra uomini e donne. Sarebbe pertanto sbagliato accettare senza obiezioni le differenze culturali espresse all’interno delle comunità immigrate su temi quali la poligamia, il ripudio ed i matrimoni forzati. Come afferma Hugues Fulchiron, "sarebbe a dir poco paradossale se imponessimo alle donne che vivono in Europa le stesse cose contro cui esse stanno lottando, a volte con successo, nel loro paese d’origine".

a. Quadro giuridico

1. La legge deve fornire strumenti adeguati a combattere contro:

2. Il diritto di famiglia deve:

3. Vanno applicate le norme di legge che chiedono il rispetto dell’obbligo scolastico per ragazzi e ragazze.

4. La libertà di scelta in materia di diritti riproduttivi deve essere riconosciuta per legge.

b. Applicazione della legge: istituzioni e soggetti

  1. Le informazioni sui diritti sopracitati devono essere facilmente accessibili, e le violazioni di tali diritti devono essere combattute con fermezza.

  2. Gli enti ed i soggetti responsabili del rispetto ed applicazione delle leggi contro l’uso della forza, della coercizione e della violenza, devono ricevere una formazione mirata alla sensibilizzazione nei confronti dei valori culturali e religiosi delle comunità composte da minoranze etniche, e nei confronti di possibili conflitti fra tali valori ed i princìpi in materia di diritti umani.

  3. Per i casi particolarmente delicati dovrebbe essere previsto l’intervento di personale femminile specializzato

  4. Per diffondere una maggiore informazione sui contenuti della legislazione all’interno delle comunità a rischio, è utile far riferimento ad adeguati casi specifici, che possano anche fornire indicazioni su come prevenire ulteriori violazioni.

c. Consigli e informazioni

c.1. Ruolo ed importanza dell’associazionismo

Le immigrate hanno bisogno di aiuto nella costruzione di proprie organizzazioni, e di reti e sistemi di sostegno che diano loro una struttura ed una voce, rendendone possibile la partecipazione alla vita nazionale e politica, e ai processi decisionali. All’associazionismo, inoltre, va riconosciuto il ruolo di importante fonte di consigli ed informazioni sulla risoluzione di conflitti domestici e familiari, nonché sulle violazioni dei diritti umani. L’esperienza delle immigrate, all’interno sia della cultura di maggioranza che di quella della popolazione immigrata, fornisce a queste donne competenze di qualità davvero unica Si raccomanda pertanto ai governi di:

c.2. Informazioni sull’assistenza sanitaria

  1. I programmi in materia di politica degli alloggi e di assistenza sanitaria devono garantire che le strutture ed relativi materiali informativi tengano conto delle esperienze delle donne immigrate e delle loro famiglie.
  2. Devono essere resi disponibili, nelle principali lingue delle popolazioni immigrate, opuscoli informativi in materia di assistenza sanitaria, servizi di pianificazione familiare, violenza domestica, diritti garantiti dalla legge, e rischi relativi agli aborti auto-procurati e alle mutilazioni dei genitali femminili.
  3. Il personale paramedico, ostetrico e sanitario deve essere sensibilizzato, con opportune iniziative formative, sul tema delle mutilazioni dei genitali femminili, e sui modi per sviluppare politiche locali di prevenzione di tali pratiche. La formazione ricevuta deve anche comprendere lo sviluppo della capacità di assistere e consigliare le famiglie a rischio. Le operatrici ed operatori in questione devono lavorare in partenariato con le organizzazioni delle donne appartenenti alle minoranze etniche, nonché con gli enti pubblici competenti, tenendo presente il punto di vista delle donne immigrate. Ciò contribuirà a garantire che le principali decisioni e normative adottate siano significative ed aggiornate ai tempi.

d. Accesso all’istruzione

    1. Devono essere rispettate le diversità di contesto culturale, origine etnica e religione, e la scuola deve organizzarsi per rispondere ad esigenze specifiche, in materia ad esempio di abbigliamento, rispetto della privacy, e mutamenti curriculari, purché ciò non comporti un trattamento meno favorevole, od una scelta più ristretta sulle materie di studio.
    2. Le giovani immigrate devono essere incoraggiate a partecipare a tutta la gamma di attività previste dai programmi scolastici, nonché alla formazione permanente e all’istruzione secondaria.
    3. I figli minori di genitori immigrati devono essere registrati insieme ai genitori, informandone le autorità scolastiche, per garantire che non vengano privati dell’istruzione. (Infatti le bambine a volte vengono tenute a casa per aiutare nel lavoro domestico, e ciò è reso possibile dal fatto che la loro esistenza non risulta su nessun atto ufficiale).

    *Tratto da "Donne, migrazioni, diversità: l’Italia di oggi e di domani", atti del seminario 1 marzo 2001, in corso di pubblicazione a cura della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità.