International Gay and Lesbian Human Rights Commission

Giurisprudenza internazionale e precedenti politici in materia di orientamento sessuale

 

Numerose organizzazioni intergovernative, conferenze internazionali ed organizzazioni non governative che si occupano di tutela dei diritti umani a livello internazionale e regionale hanno riconosciuto il dovere dei governi di tutelare le persone dalle discriminazioni fondate sull’orientamento o l’identità sessuale.

Forniamo qui un breve quadro di queste prese di posizione.

    Nazioni Unite

    A.1 Commissione dell'ONU per i diritti umani

    A.1.1 Programma concernente l'AIDS

    Nel 1996, la Commissione dell'ONU per i diritti umani (CHR) ha inserito per la prima volta un riferimento alle persone omosessuali come categoria protetta in una risoluzione sui diritti umani delle persone sieropositive o affette da Aids.

    La risoluzione della CHR considera le forme di discriminazione di cui soffrono le persone sieropositive o affette da Aids, ed invita le agenzie e gli stati membri dell'Onu a combattere la discriminazione e a garantire le piene libertà e i diritti umani delle persone sieropositive o affette da Aids. La risoluzione dichiara che "le persone con uno status socio-economico o giuridico svantaggiato" sono particolarmente "vulnerabili al rischio di infezione da Hiv ... e soffrono oltre misura le conseguenze economiche e sociali dell'epidemia da HIV/Aids". La risoluzione cita due volte "gli uomini che sono omosessuali" fra le persone più gravemente colpite dall'epidemia. La risoluzione conferma inoltre "che l'espressione "other status" (altre condizione) nelle norme sulla non discriminazione nei testi internazionali sui diritti umani, deve essere intesa come comprensiva dello stato di salute, incluso l'HIV/AIDS" (E/CN.4/Sub.2/1996/L.21).

     

    A.1.2 Relatori speciali

    La CHR ha anche la facoltà di designare Relatori Speciali che indaghino su problemi o violazioni particolari dei diritti umani. Nel 1987 la sottocommissione della CHR per la prevenzione della discriminazione e la tutela delle minoranze ha cominciato a lavorare su un Rapporto speciale sui problemi sociali e giuridici delle minoranze sessuali, con particolare riferimento alla prostituzione maschile. Per quanto il rapporto segnalasse l'interesse della CHR per questi importanti problemi, il lavoro di ricerca lasciava molto a desiderare e venne criticato dalla Sotto Commissione della CHR, che lo riteneva un lavoro superficiale che arrivava a conclusioni di dubbia validità (E/CN.4/Sub.2/1988/31). In tempi più recenti hanno parlato dei diritti umani delle minoranze sessuali i Relatori Speciali che hanno indagato sulle violazioni commesse in Iran, Romania e Colombia. Nel 1994 e nel 1995, due rapporti hanno descritto l'operato delle squadre della morte che hanno preso di mira le minoranze sessuali per la "pulizia sociale" in Colombia (E/CN.4/1995/50/Add.1 e E/CN.4/1995/50/Add.1). Sempre nel 1995, un rapporto ha descritto la situazione di un prigioniero rumeno che è stato arrestato e picchiato perché era gay (E/CN.4/1995/34). Nel 1996 un rapporto ha incluso la sodomia fra i reati punibili con la morte in Iran, segnalando che si tratta di una legge che viene applicata (E/CN.4/1996/59).

    A.1.3 Inoltrare petizioni

    Organizzazioni e individui al di fuori delle Nazioni Unite possono attirare l'attenzione della CHR sulle violazioni dei diritti umani, inoltrando petizioni che vanno sotto il nome di "Comunicazioni in base alla risoluzione 1503". la Commissione ha ricevuto un certo numero di petizioni concernenti i diritti umani di gay di lesbiche.

    A.2. Il Comitato diritti umani (HRC)

    A.2.1.1 Il caso della Tasmania

    Il 4 aprile 1994, il Comitato ha deliberato nel caso Nicholas Toonen contro Australia che una legge dello stato australiano della Tasmania che vietava contatti sessuali in privato fra maschi adulti consenzienti costituiva una violazione dei diritti umani fondamentali.

    Nicholas Toonen presentò una denuncia dinanzi al Comitato diritti umani, accusando l'Australia di aver violato i suoi doveri ai sensi degli Articoli 2, 17 e 26 del Patto sui diritti civili e politici (ICCPR), consentendo allo stato della Tasmania di mantenere in vigore leggi che vietavano contatti sessuali tra maschi adulti consenzienti. Il 4 aprile 1994 l'HRC ha deliberato che la legge della Tasmania contraddice l'articolo 17 (diritto alla privacy) e l'articolo 2 (non discriminazione) dell'ICCPR. Nell'arrivare alla sua decisione, il Comitato non prese in considerazione l'articolo 26, ma dichiarò che la categoria protetta "sesso" nell'articolo 2 dell'ICCPR "va intesa come comprensiva dell'orientamento sessuale". (U.N. Doc CCPR/c/50/D/488/1992 (1994).

    Dopo la decisione sul caso Toonen, il Comitato diritti umani, nei suoi rapporti sull'osservanza da parte degli Stati delle norme dell'ICCPR ha espresso la sua preoccupazione in merito alle leggi che vietano i contatti omosessuali (vedi qui di seguito).

    A.2.1.2 Il caso della Romania

    Nel 1993 l'HRC ha criticato la Romania per aver mantenuto in vigore leggi discriminatorie, in particolare leggi sulla Sodomia che sanciscono una discriminazione nei confronti delle minoranze sessuali. (CCPR/C/79/Add.30).

    A.2.1.3 Il caso degli Stati Uniti

    Nel 1995 il Comitato ha criticato gli Stati uniti per il persistere di leggi sulla sodomia nell'ambito di numerosi stati, rilevando "una grave intromissione nella vita privata ad opera di alcuni stati che considerano reato penale i rapporti sessuali fra partners adulti consenzienti dello stesso sesso avvenuti in privato, e le conseguenze di tali atti per il godimento di altri diritti umani senza discriminazione" (U.N. GAOR. U.N. Doc. CCPR/C/79/Add 50, 6 aprile 1995).

    A 2.1.4 Il caso di Hong Kong

    Nell'ottobre 1996, l'HRC ha ascoltato un rappresentante dell'Hong Kong Human Rights Monitor — una NGO con base a Hong Kong — che segnalava l'urgente necessità di emanare una legislazione antidiscriminatoria ad Hong Kong, che fornisse una tutela giuridica a molti gruppi sociali, in particolare bi-sessuali, gay e lesbiche. Nel suo rapporto sulla conformità sul rispetto del Patto sui diritti civili e politici da parte di Hong Kong, si prevede che l'HRC confermerà le critiche già espresse nel 1995, ribadendo la necessità di intervenire per assicurare l'eguale tutela e la non discriminazione delle minoranze sessuali. CCPR/C//)/Add. 57)

    A.2.1.5 Il caso dello Zimbabwe

    "Il Comitato nota con preoccupazione che gli omosessuali sono soggetti a discriminazione, ad esempio che gli stranieri ritenuti omosessuali possono essere definiti "persone non grate" ai fini dell'immigrazione, e sono soggetti a esplusione. Il Comitato raccomanda di modificare tali leggi in conformità con l'ICCPR". Zimbabwe — 04/08/98. CCPR/C/79/Add. 89. (Osservazioni conclusive/Commenti). Art. 24.

    a.2.1.6 Il caso di Cipro

    "Il Comitato nota con preoccupazione le norme giuridiche discriminatorie che penalizzano gli atti omosessuali, e sollecita gli Stati firmatari ad abrogarle". Cipro 04/08/98. CCPR/C/79/Add. 88. (Osservazioni conclusive/Commenti). Art. 11.

    A.2.1.7 Il caso dell'Austria

    "Il Comitato considera che la legislazione vigente in materia di età minima per le relazioni sessuali consensuali fra maschi omosessuali sia discriminatoria riguardo al sesso e all'orientamento sessuale. Il Comitato richiede di modificare la legge, onde eliminare tali norme discriminatorie." Austria 19/11/1998. CCPR/C/79/Add. 103. (Osservazioni conclusive/Commenti). Art. 13.

    A.3. Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (ACNUR)

    A partire dall'aprile del 1993, l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Acnur) ha dato atto in diversi Pareri Consultivi che gay e lesbiche hanno i requisiti per essere considerati membri di un "Gruppo sociale particolare" ai sensi della Convenzione del 1951 e del Protocollo del 1967 concernenti lo status dei rifugiati. Nella sua pubblicazione "Tutela dei rifugiati", l'ACNUR dichiara: "Alle persone omosessuali si può riconoscere lo status di rifugiati per motivi di persecuzione legata alla loro appartenenza ad un gruppo sociale particolare. È prassi costante dell'ACNUR riconoscere come rifugiati le persone che subiscono aggressioni, trattamenti inumani o gravi discriminazioni a causa della loro omosessualità, e i cui governi non possono o non vogliono fornir loro tutela adeguata". (ACNUR/PI/Q&A-UK1.PM5/Feb. 1996). Per ulteriori informazioni, chiedere una copia dell'IGLHRC Fact Sheet su immigrazione e diritto di asilo.

    A.4 Programmi delle Nazioni unite

    A.4.1. Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO)

    Nel 1996, l'ILO ha svolto uno Studio speciale sull'applicazione della convenzione dell'ILO sulla discriminazione (Convenzione n.111, discriminazione in materia di lavoro, 1958) in cui ha esaminato i problemi di discriminazione sul lavoro legati all'orientamento sessuale. Il Comitato di esperti dell'ILO sull'applicazione delle convenzioni e delle raccomandazioni ha raccomandato di includere l'orientamento sessuale in un nuovo protocollo che estenda l'applicazione della convenzione del 1958 a questo e ad altri settori (III4B/281-IG.E95/v.3).

    A.4.2 Unesco

    Nel 1991 l'Unesco ha accolto una petizione che sollecitava il riesame di un caso di violazione dei diritti umani nei confronti di una redattrice di un periodico per lesbiche pubblicato in Grecia. La decisione 104/EX (1978) del Consiglio esecutivo dell'Unesco invita l'Unesco stessa ad esaminare le violazioni dei diritti umani nei settori dell'istruzione, cultura, scienza, informazione e comunicazione. L'indagine dell'Unesco sul caso di Irene Petropolous, che era stata accusata dal governo greco di aver pubblicato materiale "indecente", terminò quando la Petropolous venne assolta da un tribunale greco.

    A.4.3 Il programma dell'Onu per lo sviluppo (UNDP)

    Nel 1991 l'Undp inserì nel suo Rapporto sullo sviluppo umano un Indice delle libertà umane. Tale indice classificava 88 paesi in base a 40 indicatori di democrazia, quali la libertà di stampa, il primato del diritto, il diritto a viaggiare e il diritto personale ad avere relazioni omosessuali fra adulti consenzienti. Poiché molti paesi in via di sviluppo mossero obiezioni contro l'inclusione dei diritti umani in un indice dell'Undp, l'indice delle Libertà Umane venne sostituito da un indice delle Libertà politiche. E l'Undp sospese la pubblicazione della classifica dei singoli stati.

    A4.4 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

    Nel maggio 1991 l'Oms votò la proposta di cancellare l'omosessualità dalla sua Classificazione internazionale delle malattie, e tale decisione entrò in vigore nel gennaio 1993 (cap. V, codice 302).

    A.5 Conferenze delle Nazioni unite

    Il piano d'azione della Conferenza internazionale popolazione e sviluppo (ICPD, Conferenza del Cairo, 1994) ammette la necessità di riconoscere la molteplicità di strutture familiari che esistono attualmente nel mondo (A/CONF 171/13).

    Alla Quarta Conferenza mondiale sulle donne (Pechino, 1995), si svolse una discussione lunga e approfondita in merito all'inclusione di riferimenti all'"Orientamento sessuale" nella Piattaforma d'azione. La versione preliminare della piattaforma conteneva quattro riferimenti, ed in particolare un invito ai governi ad eliminare la discriminazione sul lavoro, ed un invito ai governi a fornire tutele giuridiche contro la discriminazione. La conferenza non raggiunse il consenso sull'inclusione di riferimenti all'orientamento sessuale, ma il testo definitivo della Piattaforma d'azione (paragrafo 96) include effettivamente il riconoscimento del fatto che donne e uomini devono essere padroni di decidere liberamente su tutte le questioni attinenti alla loro sessualità, liberi da coercizione, discriminazione o violenza. Israele, Sudafrica e Stati Uniti hanno dichiarato di interpretare il linguaggio della piattaforma d'azione nel senso di un impegno a tutelare i diritti umani di tutte le donne, a prescindere dal loro orientamento sessuale. (A/CONF 177/20). Inoltre, la Piattaforma d'azione regionale europea (ECE) per la Conferenza di Pechino include come uno dei suoi principi fondamentali il fatto che l'affermazione, la tutela e la realizzazione dei diritti umani delle donne devono "rispecchiare tutta la gamma della diversità femminile, riconoscendo che molte donne si trovano di fronte ad ulteriori ostacoli per motivi legati alla loro razza, lingua, etnia, cultura, orientamento sessuale, disabilità, classe o socioeconomica o status di persone indigene". Tale testo sollecita inoltre i governi a coinvolgere le organizzazioni lesbiche nella elaborazione e attuazione di strategie mirate al progresso delle donne. (E/ECE/RW/HLM8).

    Il Piano globale d'azione del II Vertice per l'habitat (vertice di Istambul, 1996) rafforza il linguaggio antidiscriminatorio della Piattaforma di Pechino e di altri documenti dell'Onu, includendo l'espressione "other status" in clausole che garantiscono la tutela dalla discriminazione negli insediamenti umani e negli alloggi.

     

    ENTI REGIONALI PER I DIRITTI UMANI

B1 Consiglio d'Europa

Il Consiglio d'Europa incoraggia il rispetto dei diritti umani fra gli Stati membri tramite un trattato — La convenzione europea per la tutela dei diritti umani e le libertà fondamentali — e tramite le risoluzioni del suo Parlamento.

1981

Il Parlamento del Consiglio d'Europa ha condannato la discriminazione nei confronti degli omosessuali (Raccomandazione 924 e Risoluzione 756). Tale azione parlamentare ha fornito alla Corte Europea sui diritti umani un ulteriore riferimento legislativo da prendere in considerazione nel decidere i casi Dudgeon, Norris e Modinos (vedi sotto)

1993

I membri del Parlamento europeo hanno adottato la dichiarazione n. 277 che invita a porre fine alle discriminazioni nei confronti degli omosessuali nei paesi ex comunisti.

1998

Il 15 gennaio l'ILGA (Associazione internazionale gay e lesbiche) ha ricevuto dal Consiglio d'Europa lo status consultivo di Ong.

B.1.1 Corte Europea dei diritti umani

Le denunzie sulle violazioni dei diritti umani ai sensi della Convenzione europea sono giudicate dalla Corte europea dei diritti umani, che ha sede a Straburgo. La convenzione europea stabilisce un diritto alla privacy (articolo 8), e la Corte europea dei diritti umani ha deliberato che gli stati firmatari della convenzione europea non possono criminalizzare le relazioni sessuali fra persone dello stesso sesso, in quanto tali leggi violano il diritto personale alla privacy. La Corte europea esplicita questa decisione facendo riferimento alle leggi sulla sodomia in Irlanda del nord (Dudgeon v. United Kingdom 4 Eur, H.R. Rep. 149 (1981), Irlanda (Norris v. Ireland, 13 Eur, H.R. Rep. 186 (1991) e Cipro (Modinos v. Cyprys, 16 Eur. H.R. Rep. 485 (1993). La repubblica d' Irlanda e l'Irlanda del nord hanno abrogato le loro leggi sulla sodomia; Cipro a tutt'oggi non ha ancora ottemperato alla decisione della Corte.

1992

In Aprile la Corte europea dei diritti umani ha accertato che la Francia aveva violato i diritti umani di un trans-sessuale allorché i tribunali francesi si rifiutarono di modificare un certificato di nascita dopo che la persona si era sottoposta a chirurgia per il cambiamento di sesso. La Corte ha fondato la sua deliberazione sul diritto di una persona al rispetto per la propria vita privata (art. 8 della convenzione) e ha indicato che un certificato di nascita è tenuto a registrare la modifica del nome e del sesso di un trans-sessuale.

1997

In febbraio la Corte europea dei diritti umani ha avuto la possibilità di deliberare anche in merito alla garanzia della Convenzione europea sulla privacy in un caso concernente attività sessuale sadomasochista (SM) fra adulti consenzienti. Nel cosiddetto "caso Spanner", tre cittadini britannici hanno chiesto alla Corte di riesaminare le azioni del governo britannico, che nel 1990 li aveva condannati per aggressione, a causa di attività consensuali SM svolte in privato. Nell'addivenire a una decisione in favore del Regno Unito, la Corte non focalizzò l'attenzione sui problemi relativi alla imparzialità dell'inchiesta britannica e dell'accusa a carico dei tre uomini, ma si limitò a considerare un problema più ristretto, se cioè uno stato aveva la facoltà di vietare le attività sadomaso consensuali nell'interesse della salute pubblica (Laskey, Jaggard and Brown v. the United Kingdomm case no. 109/1995/615/703-705). I paladini della privacy sessuale prevedono che il problema dei rapporti sadomaso continuerà a ripresentarsi in futuro nel contesto dei diritti umani.

1998

La Corte europea dei diritti umani ha deliberato che la Gran Bretagna non aveva effettuato una discriminazione ai danni di K. Sheffield e R. Horsham, due transessuali, allorché si rifiutò di modificare i loro certificati di nascita per farli corrispondere al loro nuovo sesso. La Corte affermò anche che i due non avevano diritto a sposare degli uomini, in quanto le nazioni possono consentire il matrimonio soltanto fra un uomo e una donna "che sono tali per origine biologica".

B.2. Unione europea

I problemi concernenti i diritti umani vengono affrontati nell'Unione europea da diversi organismi, ed in particolare dal suo organismo legislativo, il Parlamento europeo, e il suo massimo organo giudiziario: la Corte europea di giustizia. Anche se la competenza del Parlamento si estende su una gamma pressoché illimitata di problemi, i suoi poteri sono limitati, e le sue funzioni hanno un carattere essenzialmente consultivo. Come anche altri organismi dell'Unione europea, la Corte si occupa essenzialmente dei problemi dei diritti nella misura in cui essi assumono rilevanza economica, per esempio la discriminazione sul posto di lavoro.

B.2.1 Il Parlamento europeo

1982

Il Parlamento europeo ha dato mandato al suo Comitato sugli affari sociali e il lavoro di indagare sulle discriminazioni sessuali sul posto di lavoro. Il Comitato ha elaborato il "Rapporto Squarcialupi" in base al quale il Parlamento europeo nel marzo 1994 adottò una "risoluzione sulla discriminazione sessuale sul posto di lavoro". Tale risoluzione sollecita gli stati membri a "abolire qualsiasi legge che renda passibili di punizione atti omosessuali compiuti fra adulti consenzienti" e ad "applicare la stessa età del consenso che è prevista per gli atti eterosessuali". La risoluzione, inoltre, invita la Commissione delle Comunità europee a "rinnovare il suo impegno in materia di licenziamenti onde assicurare che (...) taluni individui non siano trattati in maniera ingiusta per motivi attinenti alla loro vita privata", a presentare proposte che assicurino che non si verifichino negli stati membri altri casi di discriminazione nei confronti degli omosessuali per quanto concerne l'accesso al lavoro e le condizioni di lavoro", e a invitare gli stati membri a individuare "qualsiasi discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, attinenti al lavoro, la casa e altri problemi sociali". (OJ 1984 C 104/45).

1994

In risposta ad un ampio rapporto sulle forme di discriminazione all'interno dell'Unione Europea in base all'orientamento sessuale — noto come "Rapporto Roth" — il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita gli stati membri ad attuare le seguenti misure: abolire tutte le leggi che criminalizzano l'attività omosessuale; equiparare le leggi sull'età per i rapporti consensuali per tutte le attività sessuali, sia omo che eterosessuali; porre fine alla disparità di trattamento degli omosessuali nei sistemi di sicurezza sociale, le leggi sull'adozione, le leggi sull'eredità, e le leggi sulla casa e il diritto penale; prendere iniziative onde ridurre la violenza ai danni delle persone omosessuali e perseguire in tribunale i responsabili di tale violenza; avviare campagne per combattere la discriminazione sociale nei confronti degli/delle omosessuali e attivare canali di finanziamento per le organizzazioni omosessuali con finalità sociali e culturali. La risoluzione invita specificamente il Regno Unito ad abrogare qualsiasi legge discriminatoria nei confronti della cosiddetta "promozione" della omosessualità, e sollecita una raccomandazione da parte della Commissione della Comunità europea in base alla quale ai gay e alle lesbiche siano garantiti pieni ed eguali diritti di matrimonio (Registrazione del loro rapporto di coppia) e di genitorialità (adozione di bambini, o servire da genitori adottivi). (Risoluzione per la parità dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche nella Comunità europea. OJ 1994 C 61/40 Res. No. A3-0028/94, 8 febbraio 1994).

1997

In Ottobre, I Ministeri degli esteri degli stati membri della Ue hanno firmato il Trattato di Amsterdam, un nuovo trattato fondamentale per l'Unione europea. Il Trattato (art.13) rende più ampia una misura antidiscriminatoria già contenuta in trattati precedenti; autorizza (ma non sollecita) il Consiglio ad assumere iniziative adeguate onde combattere la discriminazione per motivi di sesso, origine razziale o etnica, religione o fede, disabilità, età o orientamento sessuale. Il trattato costituisce uno dei primi importanti strumenti internazionali che parlino esplicitamente di orientamento sessuale. Entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di tutti gli stati membri, in conformità con le loro rispettive norme costituzionali.

1998

In settembre il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione urgente sulla parità di diritti per i gay e le lesbiche nella Ue. Il Parlamento ha osservato che avrebbe rifiutato di "dare il suo consenso all'adesione all’Unione da parte di qualsiasi paese che, tramite la sua legislazione o le sue attività, violi i diritti umani delle lesbiche e dei gay". I paesi in questione sono: Cipro (che non ha saputo adottare un'autentica riforma legislativa nel 1998, e ha sostituito al divieto totale di atti omosessuali maschili una serie di altre misure discriminatorie), e la Romania (il cui parlamento nel 1998, ha rifiutato di emendare le norme discriminatorie contro l'omosessualità, contenute nel suo codice penale). La stessa risoluzione del Parlamento europeo sollecita esplicitamente l'Austria (uno stato membro) a revocare la sua legge che prevede un'età consensuale diversa per i rapporti omo ed eterosessuali.

B.2.2 La Corte europea di Giustizia

1996

Il 30 aprile 1996, la Corte europea di giustizia a Lussemburgo ha deliberato che Cornwall College, Redruth, GB, violava le norme non discriminatorie della Direttiva dell'Unione europea per la parità di trattamento (n. 76/207/CEE, 9 febbraio 1976) allorché licenziò un trans-sessuale britannico che si era sottoposto a intervento chirurgico per cambiare sesso. La Corte deliberò che la direttiva, che richiede agli stati membri della Ue di vietare la discriminazione diretta o indiretta sul lavoro per motivi di sesso, abbraccia anche i casi di discriminazione concernenti una persona che ha cambiato sesso (P.v.S. e Cornwall County Council, Case C-13/94).

1997

Due donne britanniche, Lisa Grant e la sua partner Jill Percey, hanno fatto ricorso alla Corte europea di giustizia, sostenendo che il datore di lavoro della Grant doveva essere costretto a offrire alla sua partner agevolazioni sociali identiche a quelle previste per i partner eterosessuali. In un parere preliminare, l'avvocato generale della Corte accolse la richiesta, riconoscendo che ci si trovava di fronte ad una discriminazione sessuale, perché il rifiuto delle agevolazioni sociali si basava sul sesso del partner in questione. Mesi dopo, comunque, la Corte si pronunziò contro la coppia, decidendo che tale comportamento non configurava una discriminazione come quelle vietate dall'art. 119 del trattato della Ce o dalla Direttiva del Consiglio 75/117/Ce del 10 febbraio 1975 (applicazione del principio di pari retribuzione fra uomini e donne).

La Corte europea di giustizia si sta preparando ad ascoltare un altro caso del Regno Unito che potrebbe porre termine all'esclusione dei gay dalle forze armate britanniche. Un gay britannico sostiene che il suo congedo in tronco dalla Marina militare britannica costituisce una violazione della direttiva dell'Unione europea per la parità di trattamento, in quanto licenziare una persona in base al sesso del suo partner costituisce una forma di discriminazione sessuale.

B4 ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE (ONG)

Le decisioni e le azioni attuate dalle seguenti organizzazioni illustrano l'impegno in difesa dei diritti umani in base al quale si muovono attualmente molte organizzazioni non governative:

. nel 1991 Amnesty International ha deciso di includere nella sua definizione di prigionieri di coscienza quegli individui che sono stati in carcere a motivo della loro omosessualità, effettiva o presunta.

. Alla Riunione del Consiglio internazionale di Capetown (ICM) del 1997, Amnesty International ha accettato di dare maggiore visibilità al suo lavoro sulle violazioni dei diritti umani legate all'orientamento sessuale. Tuttavia, una mozione che chiedeva di aggiungere "l'orientamento sessuale" alla sua dichiarazione programmatica è stata abbandonata dai suoi sostenitori, per paura di andare incontro a una sconfitta.

. Fin dal 1993, il Gruppo di giuristi per i diritti umani internazionali si è adoperato per promuovere l'applicazione delle norme internazionali sui diritti umani alle persone che facevano oggetto di discriminazione o violenza, a causa della loro identità sessuale o del loro orientamento sessuale.

. Nel 1994 Human Rights Watch (l'osservatorio sui diritti umani) ha dichiarato la sua opposizione alla "detenzione, incriminazione e violenza, finanziata e tollerata dallo Stato, nei confronti di individui, motivata dalla loro identità sessuale, orientamento sessuale o comportamenti sessuali privati".

. Nel 1995 la Federazione internazionale per la maternità e paternità programmata (IPPF) ha approvato la sua "Carta sui diritti sessuali e riproduttivi", che riconosce, fra gli altri, i diritti delle donne alla privacy, all'eguaglianza e alla libertà da qualsiasi forma di discriminazione. In questo documento l'IPPF include l'orientamento sessuale fra le condizioni per cui auspica un comportamento non discriminatorio sul piano dell'informazione, dell'assistenza sanitaria e dei servizi per la salute riproduttiva.

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