Estratto del rapporto di Amnesty International

Odio criminale, congiura del silenzio. Tortura e maltrattamento basati sull’identità sessuale

"Sono tanti i modi in cui si attua la discriminazione riguardo la razza, il sesso, la religione o le minorazioni fisiche. Ciò che li accomuna è l’offesa alla dignità delle persone in quanto appartenenti a certi gruppi. Nel caso dei gay, la storia e l’esperienza ci insegnano che i problemi vengono dall’invisibilità". Justice Albie Sachs, Corte costituzionale del Sudafrica, 1998.

Introduzione

"Sono venuti a mezzanotte e mi hanno detto: ‘Ti vogliamo mostrare qualcosa’. Mi hanno spogliata e violentata. Ricordo di essere stata stuprata da due di loro, poi sono svenuta". Christine è stata torturata in un centro di detenzione segreto ugandese. Era detenuta perché lesbica e in Uganda l’omosessualità non è soltanto un tabù sociale, ma un vero e proprio reato.

Torture e maltrattamenti riguardanti le identità sessuali

In molti paesi di tutto il mondo, le lesbiche, i gay, le persone bissessuali e transessuali (Lgbt) sono maltrattati o torturati dalle forze governative o comunque con l'accondiscendenza delle autorità statali, e questo solo a causa della loro identità sessuale.

Le discriminazioni basate sull'identità possono essere perpetrate, alimentate o istigate per motivazioni politiche. Oltretutto, la tortura e i maltrattamenti perpetrati dagli agenti dello stato sono solo la punta dell'iceberg della violenza contro le persone. Per molte di queste, la più comune esperienza di violenza subita è stata nelle proprie case, nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle strade. La tortura è una parte di un più ampio spettro di violenze. Amnesty International ritiene che lo stato sia responsabile degli atti di tortura contro le persone, anche quando avvengono nelle loro case e nelle loro comunità.

Discriminazione e impunità

In tutto il mondo, persone sono represse dalle leggi, sono torturate per avere ammissioni di "devianza", sono violentate per essere "curate" o sono uccise dalle "squadre della morte". Gli abusi sono spesso nascosti sotto un velo di silenzio ed indifferenza e molte delle aggressioni alle persone gay rimangono sotto silenzio. Spesso le autorità evitano di intervenire in quanto considerano questo tipo di aggressioni come faccende "private".

Gli abusi contro i gay e le lesbiche documentate da Amnesty International, violano alcuni dei diritti basilari protetti dagli standard inclusi nella Convenzione internazionale per i diritti politici e civili e in quella per i diritti economici, sociali e culturali.

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Capitolo 5

La violenza omofobica nella comunità

"Mi hanno chiuso in una stanza e lo hanno portato da me ogni giorno, per violentarmi, in modo che io rimanessi incinta e fossi costretta a sposarlo. Mi hanno fatto questo fino a quando non sono rimasta incinta". Questo atto di tortura è accaduto ad una ragazza adolescente, a casa sua, in Zimbabwe. Hanno organizzato lo stupro gli stessi genitori della ragazza, che erano determinati a "correggere" il lesbismo della figlia. Molte delle violenze subite da persone lesbiche e gay hanno luogo all’interno della comunità o in famiglia. Al pari della tortura da parte di pubblici funzionari, la violenza all’interno della comunità è intenzionalmente usata per punire, per intimorire e per rafforzare le discriminazioni.

Responsabilità dello stato per le violenze all’interno della comunità

Il grado di responsabilità da attribuire ai governi per gli atti di tortura o i maltrattamenti "privati" varia secondo la situazione. In alcuni casi, la violenza è istigata da funzionari al più alto livello. In altri casi, la tolleranza del governo nei confronti della violenza omofobica può giungere al livello della complicità o del consenso tacito.

Obblighi degli stati ad esercitare la diligenza richiesta dalle circostanze

Il Relatore speciale Onu sulla violenza contro le donne ha sostenuto che uno stato non può esimersi, per esempio, dalla responsabilità per gli abituali maltrattamenti nei confronti dei lavoratori domestici argomentando che l’abuso avviene nell’intimità domestica dei datori di lavoro, o che esso può giustificarsi con le usanze sociali o culturali. La diligenza richiesta dalle circostanze implica anche prendere misure concrete per prevenire tali abusi, indagare, dar corso all’azione penale, giudicare con un giusto processo e fornire un adeguato indennizzo, senza alcun tipo di discriminazione.

Lesbiche a rischio in casa e nella comunità

La predominanza diffusa del sessismo e dell'omofobia nella società crea un clima che pone le lesbiche a grave rischio di abusi, sia nella comunità, sia in casa. Le giovani omosessuali sono talvolta costrette dalle loro famiglie a sposarsi o ad avere altri rapporti sessuali con uomini. Forzare le donne e le ragazze al matrimonio, o ad altre relazioni che implichino ripetuti rapporti sessuali non consensuali può essere equiparabile alla tortura o alla schiavitù sessuale. Le lesbiche, in particolare, rischiano esami forzati della verginità o gravidanze forzate.

Giovani a rischio

I giovani che mostrano segni di attrazione verso lo stesso sesso, sono spesso a rischio di subire violenza in casa e nella comunità, a volte con una punizione brutale. Gli effetti sui giovani di tutte le forme di tortura o maltrattamento e le conseguenze per la loro complessiva crescita sociale ed emozionale sono particolarmente critiche.Un giovane gay siriano rifugiato negli Usa ha descritto la sua adolescenza "invasa da dolori e di maltrattamenti ". Nel 1994 è stato violentato da un insegnante. È fuggito in Giordania dove è stato stuprato ancora. La polizia giordana lo ha deriso e si è rifiutata di aiutarlo. La Convenzione Onu per i diritti dell’infanzia obbliga esplicitamente le nazioni a proteggere tutti i bambini, senza distinzione di alcun genere, dalla violenza o altro abuso in casa, a scuola e nella comunità.

Accrescere la protezione

L'omissione delle autorità in molti paesi di proteggere omosessuali, bisessuali e transessuali dalla violenza nella comunità ha portato alla fondazione di organizzazioni che lavorano per controllare ed impedire tale violenza. Una relazione del 1997 del Centro legale della povertà negli Usa ha commentato: "Quando vengono aggrediti i gay e le lesbiche… sono presi a pugni e a calci. Vengono picchiati, gli sputano addosso. Vengono legati e trascinati da automobili. Sembra quasi che l’aggressore voglia cancellare l'intera identità di un gay".

Capitolo 6

Sfuggire alla tortura basata sull’identità sessuale

In assenza di protezione efficace contro la tortura ed altre violazioni, molti omosessuali, bisessuali e transessuali sono costretti a lasciare il loro paese alla ricerca dell’incolumità fisica. Nel 1995, l’Acnur ha precisato che le lesbiche e i gay costituiscono "un gruppo sociale particolare" in modo da poter garantire loro lo status di rifugiato, secondo le condizioni della Convenzione Onu per i rifugiati. Tuttavia, malgrado la legge sulla protezione custodita nel diritto internazionale, molti fattori impediscono alle persone molestate per la loro tendenza sessuale di ottenere la protezione internazionale.

Le lesbiche e i gay che sono stati oggetto di tortura o di maltrattamenti non possono avere accesso alle prove documentate delle loro esperienze personali. Gli stereotipi di tortura e di altri abusi cui sono sottoposti non sono ben documentati nella maggior parte dei paesi. In più, molte persone sono riluttanti a rivelare la propria tendenza sessuale ai funzionari di immigrazione. In un certo numero di paesi, persone che chiedono asilo sono spesso trattenute in centri di detenzione o in prigione, dove passano anche anni in attesa che le loro richieste vengono valutate. Durante la detenzione possono essere sottoposte a torture o maltrattamenti da guardie o ufficiali, come gli altri detenuti.

Capitolo 7

"Combattere per le nostre vite". Difensori dei diritti umani

Fino a poco tempo fa il silenzio e l’indifferenza che circondavano le torture e i maltrattamenti a lesbiche, gay, bisessuali e transessuali si rifletteva nel lavoro di gran parte della comunità internazionale a difesa dei diritti umani. Argomenti quali la sessualità e le preferenze sessuali figuravano raramente nelle agende delle organizzazioni governative internazionali o delle Nazioni Unite. La cospirazione del silenzio che ha circondato le violazioni dei diritti di gay e lesbiche è ora stata spezzata. Negli ultimi trent’anni, movimenti per la difesa dei diritti di gay e lesbiche sono sorti in paesi di tutto il pianeta.

Rischi per i difensori dei diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali

L’aumentata visibilità ha tuttavia rinvigorito gli attacchi contro i difensori dei diritti di gay e lesbiche, soprattutto in quelle nazioni in cui l’emergenza di tali diritti è più recente. In alcuni paesi in cui l’omosessualità è considerata un reato, difendere i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali può essere visto come istigazione a commettere crimine.

 Capitolo 8

Raccomandazioni

Una ricerca recente di Amnesty International ha messo in luce la necessità di misure specifiche per proteggere i soggetti a rischio a causa delle loro reali o presunte preferenze sessuali:

Tali misure includono garanzie di tipo preventivo e passi per eliminare l’impunità e combattere la discriminazione, due fattori chiave dietro il perdurare delle torture.