La persecuzione e i suoi "agenti": definizioni e problemi

di Marilyn Achiron



Che cosa si intende per "persecuzione"

[..] Dato che lo strumento del 1951 non definisce il termine ‘persecuzione’, tale definizione è stata oggetto di interpretazioni svariate e sempre più restrittive. Alcune capitali hanno sostenuto che la natura delle persecuzioni è mutata negli ultimi 50 anni e che chi fugge dalla guerra civile, dalla violenza generalizzata o dalle violazioni dei diritti umani commesse nei propri paesi - e lo fanno in molti- non fugge da persecuzioni in senso stretto.

L’UNHCR sostiene invece che guerra e violenze vengono sempre più spesso usate come strumenti di persecuzione sulla base di quanto stabilito dalla Convenzione. Nei conflitti nell’ex Jugoslavia, nella regione dei Grandi Laghi d’Africa e in Kosovo, ad esempio, la violenza è stata deliberatamente perpetrata per perseguitare comunità specifiche: l’obiettivo ultimo di quei conflitti è stata la ‘pulizia’ etnica o religiosa.

I cattivi

I cosiddetti ‘agenti di persecuzione’ menzionati nel testo del 1951 venivano generalmente assunti essere gli stati. Oggigiorno, invece, i rifugiati spesso fuggono da zone nelle quali non esiste un governo effettivo, dove sono vittime di organizzazioni criminali, movimenti ribelli o milizie locali. Alcuni governi insistono sul fatto che le azioni perpetrate da questi ‘agenti non statali’ non possono essere considerate ‘persecuzioni’ in base alla Convenzione. Altri sostengono che se un paese tollera, è complice o non può prevenire le persecuzioni da parte di agenti non statali, lo status di rifugiato andrebbe ugualmente concesso alle vittime.

Dato il silenzio della Convenzione sulla questione, l’UNHCR ritiene che la fonte della persecuzione non sia tanto un fattore nel determinare lo status di rifugiato quanto la conformità delle ragioni del maltrattamento alle fattispecie elencate dalla Convenzione. L’anno scorso la Corte europea per i diritti umani ha riaffermato che la persecuzione da parte di agenti non statali rimane persecuzione nello stabilire che il rimpatrio di richiedenti asilo in situazioni nelle quali rischiano di essere oggetto di persecuzione viola la Convenzione europea sui diritti umani, quale che sia l’origine della persecuzione.

Alcuni stati hanno sostenuto che la Convenzione si applica solo agli individui (´…il termine ‘rifugiato’ si applicherà a qualsiasi persona che…ª); quindi, i dettami della Convenzione non andrebbero applicati a grandi numeri di persone che cercano asilo in massa in un determinato paese, caso ormai sempre più frequente. I giuristi esperti di diritto umanitario sottolineano che nulla nella definizione implica che vada riferita solo ad individui e rilevano che quando la Convenzione venne elaborata i suoi beneficiari dichiarati erano a tutti gli effetti grandi numeri di persone che erano state sradicate dalla seconda guerra mondiale.

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La violenza sessuale

La Convenzione non contempla la persecuzione sessuale nella lista delle motivazioni sulle quali basare la concessione dello status di rifugiato, ma si sta affermando la coscienza del fatto che la violenza di natura sessuale rientra in certe circostanze nell’ambito della definizione di rifugiato (vedi Donne: persecuzione sotto i riflettori). Nel prendere in esame un caso nel 1999, la Camera dei Lord della Gran Bretagna ha stabilito che le donne possono essere considerate un ´gruppo sociale particolareª quando oggetto di persecuzione a causa di comportamenti o atteggiamenti discordi con la morale sociale dominante — ad esempio, una morale che discrimina contro le donne ed accorda loro una protezione giuridica minore rispetto a quella degli uomini.

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Tratto dall’articolo: Minaccia a un trattato «senza tempo», pubblicato su "Rifugiati" pubblicazione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, edizione italiana, n. 3/2001, pag. 16-17).

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