Donne e conflitti armati*
Documento Informativo n. 5
Si stima che quasi il 90 per cento delle attuali vittime di guerra siano civili, la maggioranza dei quali sono donne e bambini, mentre un secolo fa il 90 per cento di quelli che perdevano la vita in guerra erano militari.
Lazione internazionale
A seguito della Conferenza di Pechino si sono verificati importanti sviluppi a livello internazionale nella punizione dei crimini compiuti contro le donne in situazioni di conflitto armato.
Lo stupro è stato esplicitamente inserito fra i crimini contro lumanità negli statuti dei Tribunali Ad Hoc creati dal Consiglio di Sicurezza dellONU per punire i crimini commessi nella ex Iugoslavia e nel Ruanda. Entrambi i Tribunali hanno emesso numerosi atti di incriminazione per il reato di violenza sessuale, e il Tribunale per il Ruanda ha condannato un imputato per genocidio, accusa nella quale veniva compresa anche la violenza sessuale.
A livello regionale, organismi per i diritti umani interamericani ed europei hanno giudicato che la violenza sessuale e lo stupro in situazioni di conflitto costituiscano una violazione dei trattati sui diritti umani. Numerosi fra essi hanno dato inizio a procedimenti penali e civili contro individui accusati di aver commesso violenze a carattere sessuale nei confronti delle donne in situazioni di conflitto.
Lo Statuto Internazionale che istituisce la Corte Penale Internazionale, che esercita la propria giurisdizione sugli individui responsabili per i più gravi crimini internazionali, è stato adottato nel Giugno 1998. Le definizioni dei crimini che rientrano nella giurisdizione della Corte prendono in considerazione anche gli aspetti sessuali: nella definizione di genocidio vengono infatti fatte rientrare misure tese a prevenire le nascite allinterno di gruppi nazionali, etnici, razziali o religiosi. I crimini contro lumanità comprendono lo stupro, la schiavitù sessuale, linduzione alla prostituzione, le gravidanze forzate, e la sterilizzazione forzata. I crimini di guerra comprendono anchessi lo stupro, la schiavitù sessuale, linduzione alla prostituzione, le gravidanze forzate, la sterilizzazione forzata e qualunque altra forma di violenza sessuale che costituisca una grave infrazione delle Convenzioni di Ginevra.
Donne profughe e rifugiate
Il crescente numero di conflitti armati e di violazioni ad essi associate si sono tradotti in un aumento degli spostamenti forzati allinterno dei territori statali e in un incremento dei flussi di rifugiati. A lume di naso, oltre il 75 per cento dei profughi sono donne e bambini, e in alcuni casi essi costituiscono il 90 per cento della popolazione dei rifugiati. Gli abusi che donne e bambine subiscono nel corso dei conflitti armati possono assumere varie forme, quali stupri, schiavitù sessuale, e induzione alla prostituzione. I rifugiati di sesso femminile rimangono vulnerabili alla violenza e allo sfruttamento non solo mentre si spostano, ma anche nei paesi dasilo e durante il rimpatrio.
Le risposte della comunità internazionale e degli Stati Membri hanno previsto le seguenti iniiative:
LAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees UNHCR) ha emanato le linee guida per la protezione dei rifugiati di sesso femminile, tra cui la prevenzione della violenza sessuale e la risposta da dare a questi abusi.
LUNHCR ha cercato di garantire che i rifugiati di sesso femminile vengano adeguatamente protetti dal diritto internazionale, particolarmente in quelle circostanze nelle quali esperimentano persecuzioni a carattere sessuale.
LAustralia, il Canada, la Francia, la Germania, la Nuova Zelanda, il Regno Unito e gli Stati Uniti dAmerica sono comprese nel crescente numero di nazioni che hanno assicurato lo status di rifugiato in presenza di persecuzioni che abbiano carattere sessuale, tra cui la mutilazione degli apparati genitali femminili, i matrimoni e gli aborti forzati, i delitti donore e la violenza domestica.
Numerosi stati membri hanno riconosciuto limportanza di assicurare un sostegno fisico e psicologico ai rifugiati i sesso femminile, in particolare per quelli che sono state sottoposte ad abusi sessuali.
Risoluzione dei conflitti, armistizi e costruzione della pace
Nonostante le donne abbiano ricoperto una molteplicità di ruoli sia durante le guerre che nel corso delle operazioni di pace, specialmente in qualità di personale medico e amministrativo, e nonostante il fatto che esse stiano sempre più spesso operando in veste di controllori del processo elettorale, le donne sono state prevalentemente assenti dalle trattative ufficiali per la pace e dai processi decisionali relativi ai temi della guerra e della pace.
Esiste, tuttavia, una crescente comprensione del ruolo femminile nella soluzione dei conflitti e delle abilità e capacità specifiche che le donne immettono nel processo decisionale.
I Paesi Bassi hanno lanciato un programma chiamato "Partorire il Processo di Pace" , che incoraggia Israele e la Palestina a inserire un maggior numero di donne allinterno delle proprie delegazioni alle trattative e nei posti nei quali si assumono le decisioni politiche per il processo di pace in Medio Oriente attualmente in corso.
Allinizio del 1997, a regione africana ha sviluppato la cosiddetta "Iniziativa per la Pace delle First Ladies" , nella quale erano comprese conferenze sulla pace e sulle questioni umanitarie, le cui risoluzioni sono state presentate ai capi di stato e di governo africani. In aggiunta, nel 1999, lOrganizzazione dellUnità Africana e la Commissione Economica per lAfrica hanno lanciato il Comitato delle Donne sulla Pace e lo Sviluppo.
Il Belgio ha dato inizio a un progetto comune con il Fondo delle Nazioni Unite per lInfanzia (UNICEF) mediante il quale unorganizzazione non governativa femminile identifica i bambini che sono stati fatti prigionieri e tratta il loro rilascio con le forze militari ribelli. Il Belgio ha inoltre incoraggiato limpiego di mediatori donne nelle situazioni di conflitto e ha sviluppato uniniziativa per la costruzione della pace tra le donne di due parti in conflitto.
La Georgia ha adottato un Piano dAzione per il Miglioramento delle Condizioni Femminili che comprende lo sviluppo di un meccanismo per garantire lattivo coinvolgimento delle donne nel processo decisionale relativo ai conflitti armati e alla costruzione della pace.
Il Regno Unito ha assunto delle iniziative per garantire che le donne vengano incluse nel processo di pace in Irlanda del Nord.
In numerosi stati, compresi il Regno Unito e gli stati Uniti dAmerica, le donne occupano dei posti elevati nel processo decisionale, compreso quello di segretario di stato e di capo dipartimento, ruoli che hanno implicazioni importanti nella prevenzione dei conflitti e nel processo di pace.
I cambiamenti nella natura dellesercito
Tradizionalmente le donne non sono mai state attive nelle forze armate e in alcune nazioni viene loro negato anche il diritto di arruolarsi. Un gran numero di nazioni ha preso dei provvedimenti per incrementare il numero di donne allinterno delle rispettive forze armate riconoscendo il diritto femminile a far parte dellesercito della propria nazione. Il cambiamento nel ruolo dellesercito in alcuni paesi , e in particolare a livello internazionale, sta evolvendo verso la prevenzione dei conflitti, la garanzia della pace e verso la ricostruzione delle nazioni dopo guerre e disastri naturali. Questi nuovi ruoli per esercito e forze di polizia offrono maggiore spazio per una partecipazione femminile. Alcuni esempi di questa nuova tendenza sono quelli che seguono:
Donne provenienti da numerosi stati membri e dal sistema delle Nazioni Unite hanno partecipato alle missioni dellONU per il mantenimento della pace e al controllo delle elezioni.
In Danimarca le donne hanno raggiunto gradi elevati allinterno dellesercito. La legge statale è stata modificata per consentire alle donne di essere reclutate alle stesse condizioni degli uomini e sono stati inoltre fatti degli sforzi per assicurare che un maggior numero di donne venga promosso.
Israele, dove la coscrizione femminile è obbligatoria ma il servizio militare viene differenziato in base al sesso, ha modificato le proprie procedure di ammissione allaeronautica in modo da consentire alle donne di superare lesame di ammissione alladdestramento per i piloti.
La Norvegia ha introdotto degli obiettivi specifici per il reclutamento delle donne nelle forze armate. Ad esempio, entro lanno 2005 il sette per cento degli ufficiali e del personale arruolato dovrà essere di sesso femminile.
Dal 1995, lAustralia ha effettuato due revisioni delle barriere sociali e culturali che ostacolano lavanzamento di carriera e il permanere delle donne nelle forze armate.
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Daniela Salvati/Katia Miranda
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Questo documento informativo si basa sul testo "Review and Appraisal of the Implementation of the Beijing Platform for Action: Report of the Secretary-General" (E/CN.6/2000/PC/2).
Pubblicato dal Dipartimento Pubblica Informazione delle Nazioni Unite
DPI/2035/E Maggio 2000
Traduzione non ufficiale a cura del Centro di Informazione delle Nazioni Unite, Maggio 2000
* Tratto dal sito www.onuitalia.it