Tratta di donne e prostituzione forzata*
In un rapporto presentato alla Commissione sui Diritti Umani nel 2000, la relatrice speciale sulla violenza contro le donne, osservando che non esiste una definizione universalmente accettata della tratta di persone, ha proposto la seguente definizione: il traffico di persone può essere definito come il reclutamento, il trasporto, lacquisto, la vendita, lalloggio o il ricevimento di persone, tramite minacce o luso della violenza, il sequestro, la frode, linganno o la coercizione (compreso labuso di potere), o tramite la contrazione un debito capestro, allo scopo di costringere o continuare a costringere la persona oggetto di traffico a svolgere pratiche di lavoro forzato o in condizione di schiavitù, a prescindere dal pagamento del debito e in una comunità diversa da quella in cui viveva al momento della contrazione del debito. La relatrice ha anche osservato che la tratta viene utilizzata per procurare donne da destinare allindustria del sesso, compresa la prostituzione; per il lavoro manuale in diversi contesti; ed anche per relazioni intime come il matrimonio o ladozione.
Poiché la tratta è un crimine e di conseguenza viene portato avanti clandestinamente, non sono disponibili statistiche esaustive ed attendibili. Tuttavia, alcune ricerche recenti indicano che la tratta è un problema in molti paesi di ogni parte del mondo:
- Una ricerca recente sulla tratta internazionale di donne negli Stati Uniti, preparata con gli auspici del Center for the Study of Intelligence, ha stimato che ogni anno 45.000-50.000 donne e bambini sono vittime della tratta verso gli Stati Uniti. Le violazioni associate alla tratta vanno dalla schiavitù ai trattamenti paragonabili alla schiavitù nei confronti delle vittime, allo sfruttamento economico di migranti clandestini, comprese le violazioni dei diritti del lavoro e degli standard in materia di sicurezza. Nelle principali cause per tratta delle donne intentate negli Stati Uniti dal 1995 in poi le imputazioni comprendevano: prostituzione (un caso con vittime latinoamericane e sei casi con vittime asiatiche); spogliare e avere contatti sessuali (due casi con vittime dellest europeo); lavoro nelle officine di supersfruttamento (due casi con vittime asiatiche); lavoro agricolo in condizioni di schiavitù (due casi con vittime latinoamericane); servitù domestica (due casi con vittime asiatiche, un caso con una vittima latinoamericana); ed altri tipi di servitù (due casi con vittime latinoamericane). Negli Stati Uniti, tra il 1996 ed il 1999, il coordinatore del Dipartimento di Giustizia sul lavoro coatto ha intentato più di 150 cause di tratta ed altre sono state perseguite da altre unità del Dipartimento.
- LOrganizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) stima che circa 50.000 donne della Repubblica Dominicana lavorino nel commercio sessuale in Austria, Curacao, Germania, Grecia, Haiti, Italia, Paesi Bassi, Panama, Porto Rico, Spagna, Svizzera, Venezuela ed alcuni paesi caraibici. Nella Repubblica Dominicana, nellindustria del sesso allestero è considerato unalternativa per le donne impoverite che non sono in grado di trovare opportunità occupazionali nel proprio paese.
- Una ricerca dellOIM presenta dati che suggeriscono che il numero di donne vittime di tratta dallEuropa orientale e centrale verso lEuropa occidentale sia aumentato nel corso degli anni 90; in Belgio, nel 1993 il numero di vittime provenienti dallEuropa centrale ed orientale che ha chiesto assistenza era il doppio rispetto al 1992. Nei Paesi Bassi, tra il 1992 ed il 1994, questo numero è triplicato. Nei Paesi Bassi, più di tre quarti delle vittime di tratta avevano meno di 25 anni (molte avevano dai 15 ai 18 anni) e lavoravano tutte come prostitute.
- Unaltra ricerca dellOIM, basata sui dati forniti dalle autorità statistiche italiane, fornisce alcune indicazioni sulla portata della tratta di donne a scopo di sfruttamento sessuale. Nel 1994 in Italia 737 persone sono state accusate di aiutare, essere complici di, incitare e sfruttare la prostituzione. Più di un terzo degli accusati erano stranieri, prevalentemente dellEuropa centrale ed orientale.
- La Coalizione Asiatica contro la tratta di donne stima negli ultimi 10 anni 200.000 donne del Bangladesh siano state vittime di tratta verso il Pakistan, fenomeno che prosegue ad un tasso di 200-400 donne al mese. In Tailandia, da 20.000 a 30.000 donne birmane lavorano come prostitute, grazie a forme di tratta come linganno su falsi contratti di lavoro, il sequestro e la vendita di bambine delle tribù delle colline. In Australia, ogni anno vengono fatte arrivare 300 donne tailandesi vittime di tratta a scopo prostituzione, secondo almeno 10 agenzie investigative internazionali.
Recentemente, lOIM ha studiato la disponibilità e ladeguatezza dei dati statistici e di altro genere relativi alla tratta in 25 paesi, compresi 15 Stati membri dellUnione Europea, la Norvegia, la Svizzera ed otto paesi dellEuropa centrale ed orientale e del mondo in via di sviluppo, selezionati perché considerati fonti di vittime della tratta o punti di transito. Sono disponibili una notevole quantità di informazioni sulla tratta e lo sfruttamento sessuale in 15 paesi cè almeno un progetto di ricerca in corso sulla tratta, ed in 10 paesi viene preparato un rapporto annuale sullargomento. Ad ogni modo, queste informazioni vengono raccolte ad hoc, e non cè una singola agenzia o istituzione che coordini la raccolta dati a livello nazionale o faciliti lo scambio di dati tra i paesi dellUnione Europea. LOIM sottolinea la necessità di prendere misure a livello nazionale e internazionale per la creazione di un quadro di riferimento standard per la raccolta dati e di procedure più efficaci per lo scambio dei dati. Inoltre, lOIM avverte che la tratta di donne continuerà ad essere un crimine largamente sommerso, se i governi e le autorità di polizia e giudiziarie non sapranno affrontare con maggior determinazione il problema.
*Tratto da The worlds women 2000. Trends and statistics", a cura dellUfficio statistico delle Nazioni Unite, New York 2000. Versione italiana a cura della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità.