La violenza sessuale*



Alcune forme di coercizione sessuale — penetrazione forzata (stupro), molestia sessuale (contatti sessuali forzati) — sono riconosciute come un crimine dalla maggior parte dei sistemi legali. Tuttavia, lo stupro e le molestie sessuali sono crimini che non vengono denunciati in misura adeguata. Il basso numero di denunce è la conseguenza di molti fattori, compresa la riluttanza a svelare l’episodio ed a parlarne con altri, la paura di rappresaglie o di un danno alla propria reputazione, la vergogna, la mancanza di fiducia nella capacità e nella volontà della polizia e del sistema giudiziario di risolvere il caso e portare il responsabile davanti alla giustizia. Di conseguenza, le statistiche basate sugli archivi criminali della polizia sono di utilità limitata per valutare la portata di questo problema.

Anche se le percentuali sono sotto-stimate, sembra che alcuni paesi attribuiscano effettivamente una priorità all’elaborazione di statistiche sula violenza sessuale. La quinta ricerca dell’ONU sulle tendenze in materia di criminalità e sulle operazioni dei sistemi di giustizia penale, condotta nel 1993, ha scoperto che la percentuale di paesi che fornivano statistiche sulle condanne per stupro era più alta rispetto ad altri crimini; il 60 per cento dei paesi indagati disponeva di statistiche relative alle condanne per stupro, in confronto al 56 per cento per le condanne per furto(a).

Un’analisi compiuta dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) sulle statistiche in materia di stupro basate sui rapporti di polizia e dei tribunali giudiziari ha scoperto che, in 9 su 12 paesi in via transizione, le denunce di stupro erano diminuite tra il 1989 ed il 1997(b). L’UNICEF ha stabilito che il calo registrato esprimeva una diminuzione delle denunce di stupro e non degli stupri commessi. In metà dei paesi analizzati dalla ricerca, era diminuito anche il numero di condanne per stupro.

Le ricerche sulla vittimizzazione, la fonte principale di dati sul crimine, misurano le esperienze della popolazione con il crimine e spesso possono fornire dati più attendibili sull’incidenza della vittimizzazione sessuale. Eppure, il modo in cui vengono gestite le ricerche sui crimini di natura sessuale — ad es. il linguaggio delle domande, la presenza o meno di altri familiari durante l’intervista — incide in modo significativo sui risultati delle ricerche stesse.

Le domande sulle agressioni sessuali, compresi lo stupro, il tentato stupro e gli atti di libidine violenta e le molestie sessuali, sono state incluse all’interno della terza ricerca internazionale sulle vittime della criminalità, intrapresa nel 1996-1997. La ricerca è stata portata avanti prevalentemente nelle aree urbane di 11 paesi sviluppati, 14 paesi in via di sviluppo e 20 paesi in via di transizione. I risultati indicano che le donne che avevano subito una violenza sessuale andavano dall’1 all’8 per cento nelle sei città analizzate dell’America Latina, dall’1 al 5 per cento nelle sei città africane, e da meno dell’1 per cento al 3 per cento in sei città dell’Asia. Nel rapporto della ricerca, l’Istituto di Ricerca Inter-regionale sul Crimine e la Giustizia delle Nazioni Unite (UNICRI) ha avvertito che questi risultati aiutano a svelare la portata "ampia", piuttosto che quella "reale", della vittimizzazione delle donne. L’UNICRI ha anche indicato che, in media, nei paesi in questione, un quarto dei tentativi di stupro ed un terzo degli stupri veniva denunciato alla polizia(c).

Gli abusi sessuali durante l’infanzia vengono solitamente perpetrati da parenti stretti, insegnanti o altre persone che abbiano un’autorità su bambini e bambine. Secondo le ricerche condotte in 19 paesi, comprese 10 ricerche nazionali, i livelli di abuso sessuale oscillano dal 7 al 36 per cento per le bambine e dal 3 al 29 per cento per i bambini. In generale, le bambine erano vittime di abusi sessuali con una frequenza di 1,5 —3 volte superiore rispetto ai bambini(d). L’abuso sessuale sull’infanzia può avere conseguenze a lungo termine sulla salute fisica e psicologica delle vittime, e può portarle a mettere in atto comportamenti sessuali ad alto rischio in fasi successive della vita(e).

In una ricerca a Kingston, Giamaica, su un campione casuale di 452 bambine dai 13 ai 14 anni, il 17 per cento riferiva di aver subito uno stupro o un tentato stupro, metà delle quali prima di aver compiuto 12 anni(f). Da una ricerca condotta a Ginevra nel 1996 su un campione casuale di studenti della nona classe, emergeva che il 20 per cento delle ragazze ed il 3 per cento dei ragazzi riferiva di aver vissuto almeno un episodio di abuso sessuale che implicava un contatto fisico(g).

Per una vasta percentuale di donne, il primo rapporto sessuale non è consensuale. In una ricerca tra le donne dai 20 ai 22 anni a Dunedin, in Nuova Zelanda, il 7 per cento riferiva che il primo rapporto sessuale era stato forzato(h). Nel 1993, una ricerca sulle studentesse keniote e mozambicane dai 12 ai 24 anni ha scoperto che per l’8 per cento delle ragazze intervistate il primo rapporto sessuale era stato forzato(i). In una ricerca nazionale sulla crescita delle famiglie condotta negli Stati Uniti nel 1995, il 9 per cento delle donne definiva il primo rapporto sessuale come "non volontario". Alle intervistate che riferivano di aver avuto il primo rapporto sessuale dopo i 15 anni e lo avevano definito "volontario" è stato chiesto di dare un voto, su una scala da 1 a 10, al grado di "volontarietà" del primo rapporto (essendo 1 l’estremo più basso): il 26 per cento ha dato un voto inferiore a 5 ed il 7 per cento ha dato un voto pari ad 1(l).





NOTE

a. G.Howard e G.Newman, "Rape: the most reported crime by countries in the United Nations criminal Justice System", United Nations, Global Report on Crime and Justice (Oxford University Press, New York, 1999).

b. UNICEF, Women in Transition, Monitoring Report, No.6 (Firenze, 1999).

c. Anna Alvazzi Del Frate, Victims of Crime in the Developing World, Unicri publication, No.57 (Roma, 1998).

d. D. Finkelhor, "The international epidemology of child sexual abuse", Child abuse and Neglect, vol.18, No.5 (1994); Center for Health and Gender Equity, "Marital health and behavioural outcomes of sexual abuse: data summary" (Takoma Park, Maryland, 1999).

e. K.Fiscella et al., "Does child abuse predict adolescent pregnacy?", Pediatrics, vol.101 (1998); H.Grimstad et al., "Abuse history and health risk behaviors in pregnancy", Acta obstetrica et gynecologia, vol.77 (1998); D.G. Kilpatrick, "A 2-year longitudinal analysis of the relationship between violent assault and substance use in women", Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol.65 (1997); W,Pederson et al., "Alchol and sexual victimization: a longitudinal study of Norwegian girls", Addiction, vol.91, no.4 (1996).

f. S.P.Walker et al., " Nutritional and Health Determinants of School Failure and Dropout in Adolescent Girls in Kinsgton, Jamaica " (International Center for Research on Women, 1994).

g. D.Halpérin et al., "Prevalence of child sexual abuse among adolescent in Geneva: results of a cross sectional survey", British Medical Journal, vol.312 (1996).

h. N.Dickson et al., "First sexual intercourse : age, coercion, and later regrets reported by a birth cohort", British Medical Journal, vol.316 (1998).

i. "Ending violence against women", Population Reports, vol.XXVII, No.4 (Johns Hopkins University, 1999).

l. J.Abma et al., "Young women’s degree of control over first intercourse: an exploratory analysis", Family Planning Perspectives, vol.30, no.1 (1998).

* Tratto da The world’s women 2000. Trends and statistics", a cura dell’Ufficio statistico delle Nazioni Unite, New York 2000. Versione italiana a cura della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità.