I diritti umani delle donne nella Dichiarazione finale della Conferenza di Vienna e nel Forum delle ONG


Le Ong di donne presenti a Vienna sono state tra le più attive e propositive. Riunite nel Women's Caucus (coordinamento di donne, del sud e del nord), esse sono riuscite a far inserire nell'agenda della Conferenza di Vienna e nel Documento finale un'attenzione del tutto particolare ai diritti umani delle donne.

Dichiarazione finale:

Preambolo, punto 10:
Gli Stati esprimono la loro preoccupazione per le "varie forme di discriminazione e violenza alle quali le donne continuano ad essere esposte in tutto il mondo".

Prima Parte:

Paragrafo 18:
"I diritti umani delle donne e delle bambine sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali. La piena ed eguale partecipazione delle donne nella vita politica, civile, economica, sociale, a livello nazionale, regionale e internazionale e leliminazione radicale di tutte le forme di discriminazione basate sul sesso, costituiscono obiettivi prioritari della comunità internazionale.
La violenza sessuale e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e da traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminate. Questo obiettivo può essere conseguito attraverso strumenti legislativi e attraverso un'azione nazionale e una cooperazione internazionale in materia di sviluppo economico e sociale, educazione, tutela della maternità e della salute, servizi sociali.
I diritti umani delle donne devono costituire parte integrante delle attività delle Nazioni Unite nel campo dei diritti umani, inclusa la promozione di tutti gli strumenti sui diritti umani riguardanti le donne.
La Conferenza mondiale sollecita i governi, la istituzioni, le organizzazioni intergovernative e non governative a intensificare i loro sforzi per la protezione dei diritti umani delle donne e delle bambine.

Paragrafo 23:
Nella "complessità della crisi globale dei rifugiati", bisogna prevedere "forme effettive di protezione e assistenza, facendo attenzione ai bisogni specifici di donne e bambini".

Paragrafo 28:
"La Conferenza mondiale sui diritti umani esprime la sua costernazione di fronte alle massicce violazioni dei diritti umani, particolarmente nella forma del genocidio, della "pulizia etnica" e dello stupro sistematico di donne in situazioni di guerra, con i conseguenti esodi in massa di rifugiati e profughi. Nel condannare fortemente tali aberranti pratiche, essa rinnova l'appello affinché il perpetrarsi di tali crimini sia punito e tali pratiche immediatamente siano fatte cessare".

Paragrafo 30:
Tra le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e gli ostacoli al loro pieno godimento, una menzione particolare é riservata alla "discriminazione contro le donne".

Seconda Parte

Paragrafo 36:
La Conferenza mondiale sui diritti umani sollecita il pieno ed eguale godimento, da parte delle donne, di tutti i diritti umani, e ciò dovrà costituire una priorità per i governi e per le Nazioni Unite. La Conferenza mondiale sui diritti umani sottolinea, inoltre, l'importanza dell'integrazione e della piena partecipazione delle donne, sia come agenti che come beneficiarie, nel processo di sviluppo, e ribadisce gli obiettivi stabiliti nell'azione globale in favore delle donne per uno sviluppo equo e sostenibile come previsto nella Dichiarazione di Rio".

Paragrafo 38:
In particolare, la Conferenza mondiale sui diritti umani pone laccento sullimportanza di lavorare per leliminazione della violenza contro le donne nella vita pubblica e privata, per leliminazione di tutte le forme di molestie sessuali, sfruttamento e tratta delle donne, per leliminazione di pregiudizi di genere nellamministrazione della giustizia, e per lo sradicamento di ogni conflitto che possa insorgere tra i diritti delle donne e gli effetti dannosi di certe pratiche tradizionali o abituali, di pregiudizi culturali ed estremismi religiosi. La Conferenza mondiale sui diritti umani fa appello all'Assemblea Generale, affinché adotti la bozza di Dichiarazione sulla violenza contro le donne e fa pressione sugli stati affinché combattano la violenza contro le donne in accordo con le sue disposizioni. Le violazioni dei diritti umani delle donne in sistuazioni di conflitto armatorappresentano violazioni dei fondamentali principi del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Tutte le violazioni di tale tipo, incluso in particolare l'assassinio, lo stupro sistematico, la schiavitù sessuale e la gravidanza forzata, richiedono una risposta particolarmente efficace".

Paragrafo 40:
Riferendosi agli strumenti politici e giuridici utilizzabili per garantire la non discriminazione delle donne sia a livello nazionale che internazionale si osserva che "la Commissione sulla condizione delle donne e il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne dovrebbero esaminare celermente la possibilità di introdurre il diritto di petizione attraverso la preparazione di un Protocollo opzionale alla Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. La Conferenza mondiale sui diritti umani saluta la decisione della Commissione sui diritti umani di prendere in considerazione la nomina di un relatore speciale sulle violenze contro le donne, alla sua 50a sessione ".

Paragrafo 42:
"Gli organi deputati al controllo sui trattati dovrebbero includere nelle loro deliberazioni e conclusioni lo status delle donne e i diritti umani delle donne, facendo uso dei dati specifici di genere. Gli Stati dovrebbero essere incoraggiati a fornire informazioni sulla situazione delle donne, de jure e de facto, nei loro rapporti agli organi che si occupano del controllo sui trattati".

Paragrafo 43:
La Conferenza mondiale sui diritti umani sollecita i governi e le organizzazioni regionali ed internazionali a facilitare l'accesso delle donne ai posti di livello decisionale e la loro più ampia partecipazione al processo di formazione delle decisioni".

Paragrafo 44:
La Conferenza "saluta la Conferenza Mondiale sulle Donne che si terrà a Pechino nel 1995 e preme affinché i diritti umani delle donne giochino un ruolo importante nelle sue deliberazioni, in accordo con i temi prioritari della Conferenza Mondiale sulle Donne: uguaglianza, sviluppo e pace".

Paragrafo 49 (nel punto 4, su "Diritti dellinfanzia":
"La Conferenza (...) sollecita gli Stati, affinché abroghino leggi vigenti e regolamenti, e rimuovano costumi e pratiche che discriminano e causano danno alle bambine" (n. 49).

La posizione e le proposte del Forum delle Ong
I diritti delle donne, emersi come questione trasversale a tutte le tematiche specifiche dibattute durante il Forum delle Ong, sono stati analizzati in particolare all'interno del Gruppo di lavoro sull'"Evoluzione dello stato attuale della protezione dei diritti della donna". Il documento finale di questo gruppo conteneva diverse proposte e richieste presentate alla Conferenza governativa. Alcune di esse sono state recepite, come si potrà constatare, altre invece sono rimaste nell'ombra. Nell'introduzione al documento, le Ong di donne presenti a Vienna hanno evidenziato che "generalmente, le Nazioni Unite e gli Stati hanno fallito nei loro tentativi di promuovere e proteggere i diritti umani della donna, sia quelli civili e politici che quelli economici, sociali e culturali." Delle proposte avanzate, segnaliamo le seguenti.
"1. Tutti gli organi delle Nazioni Unite creati in virtù di trattati, i relatori tematici e per paesi, i gruppi di lavoro, gli esperti indipendenti, gli organismi specializzati ed altri organismi che hanno l'incarico di proteggere i diritti umani devono combattere le violazioni dei diritti umani della donna, includendo nella loro sfera di competenza gli abusi per motivi sessuali".
Il gruppo di lavoro raccomanda alla Commissione dei diritti umani che "nomini un Relatore speciale sulla discriminazione per motivi sessuali, sulla violenza contro la donna, sullo sfruttamento sessuale e sulla tratta delle donne". (n.2)
Inoltre "le Nazioni Unite devono rafforzare le procedure di applicazione stabilite nella Convenzione sullo status della donna, in particolare adottando un protocollo facoltativo che stabilisca una procedura per la verifica di denunce singole e collettive, ed incrementare le risorse del Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro la donna, incaricato di controllare l'applicazione della Convenzione da parte degli Stati" (n. 4).
"Gli Stati devono applicare le misure di repressione previste, o crearne di nuove, per impedire e reprimere la violenza sessuale nella sfera pubblica e privata, e devono adottare, inoltre, misure positive per eliminare le condizioni che favoriscono questa violenza" (n. 6).
Rivolgendosi agli Stati, il gruppo di lavoro chiede loro di "promuovere iniziative e meccanismi che traducano in termini concreti l'indivisibilità dei diritti politici, civili, sociali, economici e culturali e il diritto allo sviluppo; di mettere fine alle politiche d'aggiustamento strutturale che portano alla violazione di tali diritti e che hanno un effetto particolarmente discriminatorio sulla donna" (n. 8).
Molto importante il paragrafo 10, in quanto ribadisce che "tutti gli strumenti internazionali devono essere applicati in modo uguale alla donna, e sia la religione che la cultura non devono essere utilizzate come scusanti per eludere la responsabilità di difendere i diritti umani della donna. In vista del conseguimento dell'universalità dei diritti umani, gli Stati devono elaborare misure per combattere tutte le forme d'intolleranza religiosa e le pratiche culturali che neghino alla donna i propri diritti e le proprie libertà. Si fa appello alla Commissione dei diritti umani affinché nomini un Relatore speciale per vigilare sulle violazioni sistematiche dei diritti della donna negli Stati in cui il governo si appoggia ai principi dell'integralismo religioso".
Nel paragrafo 11 si propone che i responsabili di delitti sistematici nei confronti della donna vengano processati da "un Tribunale penale internazionale permanente, con giurisdizione universale per i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità, così come per le violazioni flagranti e sistematiche dei diritti umani fondamentali, compresi gli abusi di carattere sessuale come la violenza, la schiavitù sessuale, la sterilizzazione forzata e la gravidanza forzata. Tale Tribunale deve avere giurisdizione sui delitti commessi sia dal personale delle Nazioni Unite sia dai funzionari degli Stati e dai privati"
"La Conferenza (...) deve esigere che si adottino misure internazionali e nazionali per riconoscere la persecuzione o il pericolo di persecuzione per motivi sessuali, come condizione per la concessione dello status di rifugiata o dell'asilo politico" (n. 12).
Infine, sulla condizione delle donne di diversa origine etnica si è soffermato il Gruppo di lavoro "E", al paragrafo 6, stabilendo che "le Nazioni Unite dovrebbero creare dei meccanismi per eliminare la doppia discriminazione che colpisce le donne appartenenti a gruppi etnici vittime di discriminazione. Questo presuppone: a) che la violenza contro la donna, così come la vendita e la tratta di donne e bambine venga considerata una violazione grave dei diritti umani; b) che tutte le forme di discriminazione nell'occupazione, nell'educazione e in altri ambiti costituiscono una violazione sia dei diritti economici e sociali, sia del diritto della donna all'uguaglianza di opportunità nello sviluppo".



Tratto da www.cepadu.unipd.it
Boll. 7 (o 3, 1993) p.15-16