Glossario di Pechino



La Piattaforma d'azione che è stata approvata a Pechino contiene alcuni termini di difficile traduzione in Italiano e di non immediata comprensione per i non addetti ai lavori. Sulla scelta e sull'uso di alcuni di questi termini le delegazioni si sono scontrate con un accanimento che può sembrare eccessivo e bizantino se non si ha chiaro l’universo di significati e di idee che queste parole si portano dietro. Proviamo quindi a stilare un piccolo glossario di quelle più usate e discusse.

Empowerment: è ormai una parola d'ordine, non solo per Pechino, ma per il movimento internazionale delle donne in generale. Ne sono state tentate le più varie traduzioni: da responsabilizzazione (che francamente è tutta un'altra cosa), a rafforzamento, ad acquisizione di potere e/o di forza e/o di autorità. Capire il senso di questo termine è più semplice se si parte dal verbo to empower, cioè dare, o darsi e quindi acquisire, potere. Il sostantivo caratterizza quindi tutte le azioni da cui le donne, e soprattutto le loro organizzazioni, traggono un aumento della propria terza, del proprio potere, della l'orla contrattuale in un deternimato contesto o nella società in generale. L’empowerment è quindi considerato un obiettivo in sé, una caratteristica che deve acconipagnare tutte le rivendicazioni e le iniziative. uno strumento per meglio perseguire altri obiettivi.

Networking: è stata la parola d’ordine delle precedenti conferenze, e soprattutto dei Forum non governativi. La traduzione è meno controversa, anche se non si può risolvere con un parola sola: mettersi in rete. Sin dalla Conferenza di Copenaghen del 1980, int'atti, le organizzazioni delle donne hanno capito che per crescere e rafforzarsi era essenziale il rapporto e la collaborazione con altre organizzazioni. del proprio e di altri paesi. Sono così nate diverse reti, nazionali, regionali, internazionali, in tutte le aree del mondo. Nel concreto, fare networking significa conoscersi, informarsi, scambiare, cercare di attivare sinergie e di intraprendere iniziative comuni.

Equality: è l'uso di questo termine, in contrapposizione con equity (vedi oltre), che ha suscitato le più accanite discussioni sulla Piattaforma. La traduzione è semplice: uguaglianza. Nei caso della Piattaforma di Pechino, i paesi che sostengono l'uso di questo termine (in prima fila l'Unione Europea) non lo intendono come negazione delle differenze, ma come pari opportunità nell'accesso a tutti i diritti: politici, sociali, economici, umani, riproduttivi, legali, ecc... Se passerà nella Piattaforma l'uso del termine equality, tutti i governi che la sottoscrivono dovranno impegnarsi a garantire ai propri cittadini e cittadine completa parità di diritti.

Equity: ovvero equità, cioé trattamento equo e giusto, ma all'interno di un diverso ruolo "naturale". Se passerà nella Piattaforma l'uso di questo terinine (che piace soprattutto ad alcuni paesi arabi e centroamericani), i governi che la sottoscrivono si impegneranno a garantire alle proprie cittadine un trattamento non iniquo, ma non gli stessi diritti di cui godono i cittadini maschi.

Gender: la traduzione è semplice, genere, ma non nel senso in cui è inteso in zoologia. Nel linguaggio del femminismo, e anche in quello dello sviluppo, l'uso del termine genere sta a definire che ci si riferisce non alla differenza biologica, universale e immutabile, nel tempo e nello spazio, tra donne e uomini espressa dal termine "sesso", ma ad una differenza sociale. Ogni società, cioè, in un determinato tempo e in un determinato luogo, costruisce una serie di rapporti, di ruoli, di aspettative intorno all'identità maschile o femminile: "devi fare questo perché sei un uomo. non devi fare quest'altro perché sei una donna", ecc... Come tutte le costruzioni sociali, i ruoli di genere non sono "naturali": possono presentarsi con modalità estremamente diverse da una società all'altra e possono cambiare. Accettare l'uso di questo termine. quindi, vuol dire accettare che i ruoli delle donne non siano "naturalmente" precostituiti e che le iniziative volte a modificare i rapporti di genere in una determinata società siano legittime e non "contronatura".

Accountability: traduzione difficilissima di un termine che riassume la rivendicazione da parte delle cittadine e dei cittadini di avere da parte del proprio governo trasparenza e mantenimento degli impegni. Chiedendo accountability ai propri governi sugli impegni che saranno presi a Pechino, le donne e le loro organizzazioni chiedono che tali impegni siano attuati, che i governi rispondano della loro attuazione e che questa avvenga in modo trasparente e partecipativo.