Copenhagen: comincia il processo di revisione*



Esisteva un generale consenso sul fatto che fossero stati raggiunti dei significativi progressi nel momento in cui 145 rappresentanti degli Stati Membri si incontrarono a Copehagen nel 1980, per la seconda conferenza mondiale sulle donne, che intendeva riesaminare e valutare il Piano d’Azione Mondiale del 1975. I governi e la comunità internazionale avevano infatti proceduto a grande andatura per raggiungere gli obiettivi stabiliti a Città del Messico cinque anni prima.

Un’importante pietra miliare era stata l’adozione, nel Dicembre 1979, della Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione nei confronti delle Donne, uno degli strumenti più potenti in favore dell’uguaglianza femminile, da parte dell’Assemblea Generale. La Convenzione, che era stata definita "la carta dei diritti femminili", al momento è legalmente vincolante in 165 Stati, che sono diventati Stati partecipanti alla Convenzione e sono obbligati a riferire entro un anno dalla ratifica, e successivamente ogni quattro anni, sulle misure che hanno adottato per eliminare gli ostacoli che dovevano affrontare per attuare quanto previsto dalla Convenzione. Un Protocollo Opzionale alla Convenzione, che metteva in condizione le donne vittime delle discriminazione sessuale di presentare denuncia a un organismo internazionale previsto dal trattato, è stato presentato per la ratifica nella Giornata dei Diritti Umani, il 10 Dicembre 1999. Dal momento della sua entrata in vigore, esso porrà la Convenzione sul medesimo piano di altri strumenti internazionali sui diritti umani che dispongono di procedure per presentare delle denunce individuali.

Nonostante i progressi compiuti, la Conferenza di Copenhagen riconobbe che stavano cominciando ad emergere dei segnali di disuguaglianza tra i diritti che venivano nominalmente garantiti e la capacità delle donne di esercitare tali diritti. Per affrontare questo problema, la Conferenza identificò tre aree nelle quali erano necessarie delle azioni specifiche e altamente specializzate se si volevano raggiungere gli importanti obiettivi dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace identificati nel corso della Conferenza di Città del Messico. Queste tre aree erano un accesso paritario all’istruzione, alle opportunità lavorative e a servizi di assistenza sanitaria adeguati.

Le deliberazioni della Conferenza di Copenhagen vennero assunte all’ombra di tensioni politiche, alcune delle quali risalenti alla Conferenza di Città del Messico. Ciononostante, la Conferenza si chiuse con l’adozione di un programma di Azione, sebbene questo non venisse votato all’unanimità, che citava una pluralità di fattori responsabili della discrepanza fra i diritti legali e la capacità delle donne di esercitare i propri diritti, tra cui:

 

* La mancanza di un sufficiente coinvolgimento da parte degli uomini, nel migliorare il ruolo delle donne nella società;

* Una insufficiente volontà politica;

* Il mancato riconoscimento del valore dei contributi femminili alla società;

* La mancanza di attenzione in fase di pianificazione a quelle che sono le particolari esigenze delle donne;

* Una scarsità di donne nelle posizioni elevate ai fini del processo decisionale;

* L’insufficienza dei servizi necessari a supportare il ruolo delle donne nella vita nazionale, quali cooperative, centri per l’assistenza quotidiana e facilitazioni creditizie;

* La generale scarsità delle risorse finanziarie necessarie;

* La mancanza di consapevolezza fra le donne circa le opportunità che erano a loro disposizione;

Per affrontare questi problemi, il Programma di Azione di Copenhagen invitava, fra le altre cose, ad adottare misure nazionali più energiche per garantire la titolarità e il controllo delle proprietà da parte delle donne, come pure dei miglioramenti nei diritti delle donne al patrimonio ereditario, alla custodia dei figli e alla perdita di nazionalità. I delegati alla Conferenza chiesero inoltre che venisse messo rapidamente fine ai comportamenti stereotipati nei confronti delle donne.

*Tratto da www.onuitalia.it