Verso pechino: le conferenze preparatorie regionali



I principali temi affrontati dalla Conferenza regionale sono stati:

Le cinque conferenze regionali intergovernative preparatorie della Conferenza di Pechino hanno visto ciascuna migliaia di partecipanti fra ministri, alti funzionari, esperti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni non governative (Ong). Il loro obiettivo era di permettere ai rappresentanti governativi e agli osservatori non governativi di esaminare i problemi e valutare la condizione femminile nelle 5 regioni interessate sulla base delle Strategie di Nairobi adottate nel 1985. Ogni conferenza regionale ha contribuito al programma di Pechino adottando un piano d'azione che riflette preoccupazioni e problemi ma anche i nuovi settori strategici in vista di iniziative future. Le priorità identificate sono diverse a seconda delle regioni, ma alcune preoccupazioni fondamentali sono comuni: disoccupazione, violenza, sottorappresentazione delle donne nella vita politica ed economica. Tutte le regioni hanno sottolineato che, benché le donne abbiano realizzato progressi apprezzabili in certi campi, molto resta da fare per raggiungere gli obiettivi fissati da Nairobi.

 

1. conferenza Europa e Nordamerica: la piattaforma dei governi

Riproduciamo qui di seguito alcuni passi della Piattaforma della regione occidentale elaborata dalla Conferenza preparatoria di Vienna (17-21 ottobre 1994).

I paesi della regione Ece - Commissione economica per l'Europa - devono assumersi la responsabilità di promuovere il ruolo della donna e migliorarne la condizione nel mondo che cambia: questo in sintesi l'impegno preso a Vienna dai rappresentanti degli Stati europei (dell'Ovest e dell'Est), di alcuni Stati indipendenti del Commonwealth, dell'America del Nord e di Israele, i quali hanno adottato una Piattaforma d'azione regionale chiamata "appello per l'azione in una prospettiva europea". La Piattaforma impegnerà i governi della regione e la Commissione economica per l’Europa in quanto loro organizzazione multilaterale a intervenire per il miglioramento della condizione femminile nei processi globali di ristrutturazione delle relazioni economiche, sociali e culturali. I punti pruincipali riguardano:


a) Insufficiente promozione e protezione dei diritti della donna

b) femminilizzazione della povertà

c) scarso riconoscimento del contributo della donna all’economia nel contesto di uno sviluppo sostenibile

d) ineguaglianza de facto fra i generi in materia di occupazione e di possibilità economiche e carenza di politiche e misure idonee a conciliare responsabilità familiari e lavoro remunerato

e) insufficienza nei sistemi statistici, nei dati e nelle metodologie idonee a "illuminare" le politiche e la legislazione e ad assicurare pari trattamento agli uomini e alle donne

f) cooperazione insufficiente in materia di promozione della donna nella regione e con altre regioni.

All'incontro ad alto livello, presieduto dal Ministro austriaco per la Condizione femminile, signora J. Dohnal, hanno partecipato rappresentanti di 44 Stati membri della Commissione economica per l'Europa, Stati ammessi come osservatori e molti rappresentanti di organizzazioni governative e non governative.

La Piattaforma sottolinea il ruolo critico della regione Ece in rapporto alle altre regioni del pianeta a causa del suo impatto politico ed economico sull'economia mondiale. Ha perciò una responsabilità importante nella promozione della donna, nella sua partecipazione ai processi decisionali e nel suo ruolo nelle nuove prospettive di sviluppo cos" come nello sviluppo sostenibile.

La Piattaforma contiene una dichiarazione-preambolo e un impegno di missione, descrive le strutture regionali d'azione e individua sette "aree d'interesse peculiare": insufficiente promozione e protezione dei diritti umani; femminizzazione della povertà; insufficiente consapevolezza dei contributi delle donne all'economia nel contesto dello sviluppo sostenibile e insufficiente promozione del loro potenziale; insufficiente eguaglianza di genere sul lavoro e nelle opportunità economiche, insufficienza delle politiche e delle disposizioni atte a conciliare lavoro e responsabilità familiari; insufficiente partecipazione delle donne alla vita pubblica; insufficienza nelle statistiche e metodologie atte a fornire inputs alle politiche e all'attività legislativa oltre che ad assicurare eguaglianza di trattamento fra uomini e donne; insufficiente cooperazione intra e interregionale in materia.

La piattaforma sollecita azioni per promuovere e assicurare: la piena realizzazione di tutti i diritti umani della donna; lo sradicamento della povertà femminile; il riconoscimento del pieno contributo delle donne alle loro economie nazionali e allo sviluppo sostenibile; pari trattamento fra uomini e donne lavoratrici e l'armonizzazione del lavoro con le responsabilità familiari; piena partecipazione delle donne alla vita politica; sistemi statistici e di ricerca sul genere; la solidarietà e la cooperazione intra e interregionali per la promozione delle donne. La Piattaforma enuncia gli strumenti per l'applicazione e la verifica delle sue strategie nella regione Ece ai livelli nazionale, subregionale, regionale e interregionale, oltre al ruolo regionale del sistema delle Nazioni Unite che dovrebbe giocare un ruolo significativo nell'organizzare il dibattito e lo scambio di esperienze sugli aspetti specifici dell'applic azione degli obiettivi strategici, in stretta cooperazione con le altre organizzazioni globali e regionali. Si fa appello alla Commissione economica per l'Europa "affinché inserisca la questione femminile e una prospettiva di genere all'intemo del suo mandato e delle sue attività (di analisi statistica ed economica)" e stabilisca un focal point per integrare un punto di vista di genere in tutte le sue attività.

 

2. Il forum non governativo di Europa e Nordamerica

Circa 1.200 donne della regione Ece si sono incontrate al Forum di Vienna per esaminare gli aspetti intrecciati dell'eguaglianza, dello sviluppo e della pace e il loro impatto sulla vita delle donne. Le partecipanti hanno sottolineato l'enorme divano, in termini di risorse disponibili e di diritti goduti dalle donne, che esiste fra i vari stati e all'interno degli stessi. Hanno identificato le aree prioritarie di azione per la promozione della donna nella regione: favorire la piena realizzazione dei diritti umani di ogni donna; promuovere e applicare una forma di sviluppo socioeconomico che avvantaggi le donne della regione e del mondo; creare società senza violenza che garantiscano sicurezza e benessere agli individui e alle comunità a tutti i livelli.

Molto più della Conferenza ufficiale, il Forum ha evidenziato una sensibilità internazionalista, attenta ai rapporti Nord-Sud, agli intrecci economia-ambiente e politica-diritti umani. Riportiamo qui alcuni brani delle richieste del Forum ai governi.

( ... ) Le nazioni industrializzate consumano il 75% delle risorse mondiali con il 20% della popolazione. La crescita economica insostenibile nella regione ECE mina i livelli di vita delle donne e le prospettive di livelli di vita sostenibili ed equi nella regione e nel mondo, incrementando il divario fra ricchi e poveri, all'interno e fra i paesi. Il Forum delle Ong chiede che i diritti delle donne, lo sviluppo sostenibile, e la riconversione dei modelli di produzione e consumo diventino aree di interesse peculiare.

( ... ) Povertà, mancanza di casa, esclusione sociale sono in primo luogo il risultato delle condizioni socioeconomiche. Le donne dei ceti poveri, incluse le donne di colore, indigene, immigrate e rifugiate che svolgono attività mal pagate e così creano ricchezza nell'Europa del Centro, dell'Est, dell'Ovest e in Nordamenca, chiedono ai governi partecipanti alla Conferenza della regione Ece di calcolare al doppio o al triplo il valore del loro lavoro. ( ... ) Sono 300 milioni le donne disabili nel mondo e devono poter partecipare pienamente alla vita sociale. I governi dovrebbero includere donne disabili nelle delegazioni agli incontri internazionali, dove le strutture e i documenti dovrebbero essere in forma accessibile a tutti.

( ... ) Donne anziane: è richiesta un'analisi attenta degli effetti di una duplice discriminazione, quella legata al genere e quella legata all'età. Le donne anziane dovrebbero essere pienamente integrate nella pianificazione perché: il loro numero è in rapida crescita nelle società occidentali; l'aspettativa di vita delle donne è maggiore di quella degli uomini; le donne anziane hanno problemi speciali che devono essere riconosciuti.

(...) I governi devono riconoscere inoltre il diritto umano delle donne al lavoro e il loro diritto di decidere su come e quando uscire dal mercato del lavoro. La violenza contro le donne, inoltre, non si ferma a una certa età. Insomma, le donne anziane sono spesso la categoria che soffre in silenzio soprusi e abusi in varie forme. Il loro diritto alla partecipazione sociale deve essere riconosciuto e la discriminazione nei loro confronti eliminata.

( ... ) E' razzismo anche la non inclusione o la limitata inclusione di donne discriminate nei convegni globali e nei processi decisionali locali, regionali, nazionali e internazionali. 1 governi dovrebbero riconoscere e porre rimedio al fatto che le donne di colore, ad esempio, non hanno potuto partecipare al meeting preparatorio per mancanza di denaro, risorse e informazioni.

( ... ) Una particolare attenzione deve essere attribuita al diritto delle donne indigene all'autodeterminazione, alla terra e alla conservazione dei valori culturali, linguistici ed etnici.

( ... ) I governi dovrebbero agevolare e promuovere il lavoro dello speciale rapporteur sulla violenza contro la donna nominato dalla Commissione Onu per i diritti umani: predisponendo canali per documentare le violenze stesse, sottoporle all'attenzione del rapporteur, dare seguito alle sue raccomandazioni, coinvolgere le Ong, fornire contributi volontari e altri servizi.

( ... ) I governi dovrebbero riconoscere che le Ong indipendenti e le singole donne giocano un ruolo essenziale come osservatori e difensori dei diritti umani, per il quale devono poter esercitare il diritto - riconosciuto dai trattati internazionali - alla libertà di espressione e di associazione.

( ... ) I governi dovrebbero predisporre una nuova convenzione contro il commercio illegale delle donne basato sui diritti umani civili, economici, sociali e culturali, soprattutto il diritto all'autodeterminazione sessuale ed economica. Vi dovrebbero esgere incluse e condannate tutte le forme di migrazione forzata, disumana, causa di condizioni di vita e lavoro violente, e anche il matrimonio per corrispondenza e forzato, il sesso forzato, il lavoro domestico forzato e lo sfruttamento sessuale privato. I governi dovrebbero riconoscere che le mercenarie del sesso sono particolarmente esposte alla violazione dei propri diritti; e dovrebbero essere evitate leggi di criminalizzazione della prostituzione.

( ... ) Le donne migranti e rifugiate sperimentano tutte le forme di violenza nella vita pubblica e privata, il che è acuito dalla distruzione delle tradizionali strutture di sostegno e dall'inaccessibilità e/o mancanza di appropriati servizi culturali e linguistici. Esse hanno diritto a servizi di assistenza adeguati e al lavoro in un ambiente sano. No alle leggi anti-migrazione.

( ... ) La violenza di genere nei conflitti armati o nelle occupazioni, che comprende la tortura, lo stupro e il genocidio, la legge marziale, l'apartheid, l'aborto forzato, la sterilizzazione, l'infanticidio, la servitù sessuale, richiede azioni urgenti a tutti i liveli di governo. Le atrocità contro le donne non dovrebbero mai essere considerate come "affari interni" di una nazio

ne, e le atrocità pianificate dovrebbero ricadere nell'ambito della Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimini di genocidio. Strumenti di recupero e risarcimento delle vittime dovrebbero essere previsti da tribunali internazionali e imposti agli Stati.

( ... ) La partecipazione delle donne alla vita politica è insufficiente e occorrono meccanismi legislativi per garantire la rappresentanza della diversità femminile in termini di razza, classe, età, disabilità.

 

3. La conferenza preparatoria dell'america latina e caraibi

L’argentina Gloria Bonder, ex responsabile dell'Ong di donne Cem (Centro de Estudios de la Mujer) e ora membro della Commissione parità, ha partecipato alla Conferenza regionale svoltasi a settembre a Mar del Plata (Argentina) e ne ha riportato alcune note che riassumiamo.

"La prima cosa da sottolineare è che, malgrado le grandi differenze di status nella situazione della donna a livello latinoamericano, tutte le delegazioni hanno assunto una prospettiva comune quanto agli obiettivi. Una caratteristica specifica dell'America Latina in questo momento è la sentitissima necessità che le donne partecipino ai processi decisionali, e d'altro lato una grande preoccupazione per il dramma della femminilizzazione della povertà: per risolvere il quale occorre che la donna possa contare nelle decisioni della vita politica, economica e sociale, in generale, e in particolare a quelle che più da vicino toccano le donne". Molte delegazioni erano composte soprattutto da femministe, in certi casi addirittura le capodelegazione avevano una lunga esperienza nei movimenti delle donne essendo poi arrivate a occupare incarichi nei governi. Altre delegazioni avevano delle femministe come consigliere. Mi sembra molto importante questa infiltrazione del femminismo latinoamericano nei governi. Ma si è infiltrato anche nella cultura politica: i discorsi ufficiali a Mar del Plata avevano una componente femminista, con una coscienza della discriminazione sociale della donna, con l'uso dell'approccio di genere e con proposte forti. Le caratteristiche dell'incontro sono state il focus sulla femminilizzazione della povertà e un rifiuto delle politiche assistenzialistiche in favore di una proposta di partecipazione decisionale globale della donna.

Ci sono stati, era inevitabile, i contrasti: al Cairo, per esempio, intorno al tema della salute e dei diritti riproduttivi, varie delegazioni, inclusa quella argentina, avevano formulato una riserva. A Mar del Plata, come parte della delegazione, ho sofferto e ho cercato di intervenire fino alla fine, ma inutilmente perché il governo aveva già espresso la sua riserva al Cairo. In ogni caso, la riserva argentina è stata molto più attenuata e rispetto al Cairo si è limitata a non accettare il concetto della Oms di salute riproduttiva perché non accetta l'aborto e la sterilizzazizone come metodi di controllo della fertilità.

Nei giorni di Mar del Plata ha preso molto tempo la discussione degli obiettivi strategici del Piano d'azione, e si è rimandata a una riunione a novembre la discussione sulle azioni da intraprendere. Per me questo è stato positivo: con queste lunghe discussioni il documento ha fatto progressi verso una ideologia femminista. In tutti gli obiettivi sono stati incorporati l'eguaglianza di genere, il rispetto per la diversità culturale e etnica, la partecipazione alle decisioni.

Parallelamente si è svolto il Forum delle Ong latinoamericane. Il Forum ha avuto una partecipazione molto grande di Ong molto diversificate l'una dall'altra: una delle caratteristiche specifiche dell'America Latina è che il movimento delle donne è un movimento con molte caratteristiche: ci sono le politiche, le sindacaliste, le femministe, le cattoliche ecc. Tutte erano presenti. Tra i seminari più interessanti quello sulla femminilizzazione povertà e l'aggiustamento strutturale e quello sulla democrazia e la cittadinanza, ovvero come consolidare i sistemi democratici e come ampliare il concetto di cittadinanza, non solo nei suoi aspetti formali ed elettorali, ma anche nella partecipazione concreta della cittadina alla vita pubblica del paese.

I principali temi affrontati dalla Conferenza regionale sono stati:


a) eguaglianza fra i generi

b) sviluppo economico e sociale in una prospettiva di eguaglianza fra i generi: partecipazione delle donne alle decisioni, alle responsabilità e ai vantaggi dello sviluppo

c) eliminazione della povertà femminile

d) partecipazione paritaria delle donne al processo decisionale e all'esercizio del potere nella vita privata e pubblica

e) diritti umani, pace e violenza

f) equa divisione delle responsabilità familiari

g) riconoscimento della pluralità delle culture nella regione

h) sostegno e cooperazione internazionale.

 

4. I principali punti affrontati dalle altre conferenze

Asia e Pacifico

a) Femminilizzazione crescente della povertà

b) disparità nell'accesso e nella partecipazione delle donne alle attività economiche

e) insufficiente riconoscimento del ruolo e delle preoccupazioni delle donne in materia di gestione dell'ambiente e delle risorse naturali

d) ineguaglianza d'accesso ai centri di potere e decisionali

e) violazione dei diritti della persona di cui le donne sono vittime

f) diseguale e insufficiente accesso alle cure sanitarie

g) immagine negativa delle donne veicolata dai media

h) diseguale e insufficiente accesso all'istruzione e all'alfabetizzazione

i) insufficienza dei meccanismi idonei a favorire la promozione della donna

1) apprezzamento insufficiente del possibile ruolo delle donne nel raggiungimento della pace.

Africa subsahariana

a) Povertà delle donne, insicurezza alimentare e marginalizzazione economica

b) accesso insufficiente all'istruzione, formazione, scienze e tecnologia

c) ruolo essenziale delle donne nella cultura, nella famiglia e nella socializzazione

d) miglioramento della salute anche riproduttiva delle donne, compresa la pianificazione familiare

e) ruolo delle donne in materia di gestione dell'ambiente e delle risorse naturali

f) partecipazione delle donne al processo di pace

g) accesso delle donne al potere politico

h) diritto della persona e diritti legali delle donne

i) elaborazione di dati disaggregati per genere

1) donne, comunicazione, informazione e arti

m) condizioni delle bambine.

Medio Oriente e Nord Africa


a) Protezione del diritto della donna araba a partecipare alle strutture e ai meccanismi decisionali e di potere

b) riduzione della povertà femminile

c) assicurare pari opportunità alle donne arabe a tutti i livelli di insegnamento

d) assicurare un pari accesso alle cure sanitarie

e) rafforzare le possibilità per le donne arabe di accedere al mercato del lavoro e di conseguire l'autosufficienza economica

f) assicurare la partecipazione delle donne alla gestione delle risorse naturali e alla protezione dell'ambiente

g) eliminazione della violenza sulla donna

h) uso efficace delle comunicazioni per favorire l'evoluzione dei ruoli nella società e giungere alla parità di genere.

Tratto da supplemento speciale "Pechino 95", Aidos news 4-6/94 e 1/95