L’intervento del governo italiano*



Dal discorso ufficiale della Signora Susanna Agnelli, ministro degli Affari Esteri e capo della delegazione italiana alla Conferenza delle Nazioni Unite).

Signora Presidente,

al vertice sociale di Copenaghen abbiamo insistito sulla necessità di far procedere di pari passo la dimensione politica e quella sociale dello sviluppo, e che occorre una preventiva valutazione dell'impatto sociale dei programmi economici dei Governi e delle Organizzazioni internazionali. Vorrei aggiungere che queste analisi non possono essere complete senza adeguata riflessione sull'impatto di genere.

In tutti i documenti conclusivi delle conferenze regionali preparatorie, sono emerse preoccupazioni per la femminilizzazione della povertà, per la disoccupazione femminile e per la mancanza di riconoscimento del valore del lavoro non remunerato delle donne, che costituisce una fonte di ricchezza aggiuntiva per la società.

Il principio, da tempo riconosciuto, della uguale retribuzione non solo per lavori uguali, ma anche per lavori di valore equivalente deve ancora trovare applicazione. L'indipendenza economica delle donne deve anche essere promossa con un miglioramento costante delle possibilità di accesso all'istruzione e all'occupazione. L'istruzione, a nostro avviso, costituisce un fattore fondamentale per l'emancipazione delle donne. Un altro importante elemento in tale processo èovviamente la necessità di creare servizi sociali adeguati e di migliorare la possibilità di usufruirne. E' di speciale importanza che alla mondializzazione dell'economia e del commercio si accompagni l'accettazione diffusa dei diritti fondamentali delle donne lavoratrici. Altrettanto basilare è l'importanza del lavoro liberamente scelto e di qualità.

Ognuna delle grandi conferenze delle Nazioni Unite di questo decennio ha contribuito a mettere in evidenza la crisi del modello di sviluppo dominante.

L'Italia ha dato fin dall'inizio un forte, convinto e concreto sostegno all'affermazione della necessità di dar la priorità allo sviluppo umano. La cooperazione italiana, che a partire dagli anni '90 ha iniziato una serie di interventi sistematici per favorire la promozione della condizione femminile, intende concentrarsi nel futuro su due obiettivi specifici.

Il primo obiettivo è quello di favorire effettivamente l'inserimento delle "politiche di genere" nelle attività di cooperazione promosse attraverso l'aiuto pubblico allo sviluppo. Il secondo obiettivo è quello di contribuire in maniera specifica al tema delle donne nei conflitti nella ricostruzione e nella riabilitazione della vita civile del proprio paese.

Signora Presidente,

Il Programma di Azione della Conferenza di Pechino dovrà mettere nella giusta evidenza il ruolo che le donne possono e debbono esercitare nella prevenzione dei conflitti e nel mantenimento della pace. Inoltre, come conseguenza, esso dovrà sanzionare il ripudio della violenza. Perché le donne subiscono troppe, terribili e spesso sconosciute, sofferenze m ogni regione del mondo.

Le donne sono gravemente colpite dalle guerre e soffrono anche come rifugiate e sfollate le conseguenze di abusi che rendono le loro vite insostenibili e non più rispondenti alla dignità della persona umana.

* Tratto da Speciale Pechino nn. 5/6, supplemento ai nn. 5/6 1995 di Aidos news