NAZIONI UNITE

23° Sessione speciale dell’Assemblea Generale

Risoluzione II

Azioni e iniziative ulteriori per dare attuazione alla Dichiarazione e alla Piattaforma d’azione di Pechino*

 

[…]

III. Sfide in atto che incidono sulla piena attuazione della Dichiarazione e della Piattaforma d’Azione di Pechino

34. L’esame e la valutazione dell’attuazione della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino sono avvenute in un contesto globale in rapido cambiamento. Rispetto al 1995, diverse questioni hanno assunto importanza ed hanno acquisito nuove dimensioni che pongono sfide ulteriori alla piena e più rapida attuazione della Piattaforma al fine di realizzare l’uguaglianza di genere, lo sviluppo e la pace, da parte dei Governi, degli enti intergovernativi, delle organizzazioni internazionali, del settore privato e delle organizzazioni non governative, secondo le rispettive competenze. Occorre un impegno politico costante nei confronti della eguaglianza di genere, a tutti i livelli, per la piena attuazione della Piattaforma d’Azione.

35. La globalizzazione pone nuove sfide all’adempimento degli impegni assunti e alla realizzazione degli obiettivi della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne. In alcuni Paesi il processo di globalizzazione ha determinato cambiamenti di politica a favore di una maggiore apertura dei flussi commerciali e finanziari, della privatizzazione di imprese di proprietà dello Stato e in molti casi di una riduzione della spesa pubblica, particolarmente per i servizi sociali. Questi cambiamenti hanno trasformato i modelli di produzione e accelerato i progressi tecnologici nel campo dell’ informazione e della comunicazione e hanno inciso sulla vita delle donne, sia in quanto lavoratrici che in quanto consumatrici. In un gran numero di Paesi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e in quelli meno sviluppati, questi cambiamenti hanno avuto anche un impatto negativo sulla vita delle donne e hanno accresciuto la diseguaglianza. L’impatto di genere di questi cambiamenti non è stato valutato sistematicamente. La globalizzazione ha inoltre impatti culturali, politici e sociali che incidono sui valori culturali, gli stili di vita e le forme di comunicazione, oltre ad avere implicazioni per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. I benefici della crescente economia globale sono stati distribuiti in modo ineguale, il che ha portato a più ampie disparità economiche, alla femminilizzazione della povertà, a una maggiore diseguaglianza tra i generi, provocando sovente deterioramento delle condizioni di lavoro insicurezza degli ambienti di lavoro, specialmente nell’economia informale e nelle aree agricole. Sebbene la globalizzazione abbia comportato maggiori opportunità economiche e autonomia per alcune donne, molte altre sono state emarginate, a causa delle accresciute diseguaglianze tra i Paesi e all’interno di essi, privandole dei benefici di questo processo. Nonostante che in molti Paesi il livello di partecipazione delle donne alla forza lavoro sia salito, in altri casi l’applicazione di determinate politiche economiche ha avuto un tale impatto negativo che agli incrementi nell’occupazione femminile spesso non hanno corrisposto miglioramenti nei salari, nelle promozioni e nelle condizioni di lavoro. In molti casi, le donne continuano ad essere impiegate in lavori sottopagati, a tempo parziale e in appalto caratterizzati da instabilità e da rischi per la sicurezza e la salute. In molti Paesi, le donne, soprattutto le nuove arrivate nel mercato del lavoro, continuano ad essere tra le prime a perdere il lavoro e tra le ultime ad essere nuovamente assunte.

36. Le sempre maggiori disparità nella situazione economica tra i Paesi e al loro interno, unite alla crescente interdipendenza economica e alla dipendenza degli Stati da fattori esterni così come da crisi finanziarie, negli ultimi anni hanno alterato le previsioni di crescita e causato instabilità economica in molti Paesi, influendo fortemente sulla vita delle donne. Queste difficoltà hanno inciso sulla capacità degli Stati di fornire protezione sociale e sicurezza sociale come pure sulle risorse finanziarie per l’attuazione della Piattaforma d’Azione. Tali difficoltà si riflettono anche nello spostamento dei costi della previdenza e della sicurezza sociale, e di altre provvidenze di welfare dal settore pubblico al nucleo familiare. I livelli decrescenti dei finanziamenti ottenibili tramite la cooperazione internazionale hanno contribuito ad accrescere l’emarginazione di un gran numero di Paesi in via di sviluppo e di Paesi con economie in transizione, all’interno dei quali le donne sono tra le più povere. L’obiettivo concordato dello 0,7 per cento del prodotto nazionale lordo dei Paesi sviluppati a favore dell’ aiuto pubblico globale allo sviluppo non è stato raggiunto. Questi fattori hanno contribuito ad accrescere la femminilizzazione della povertà, il che ha indebolito gli sforzi per raggiungere l’eguaglianza di genere. Il finanziamento limitato a livello statale impone di adottare approcci innovativi nell’allocazione delle risorse esistenti, non solo ai Governi, ma anche alle ONG e al settore privato. Una di tali innovazioni è l’analisi di genere dei bilanci pubblici, che sta emergendo come strumento importante per stabilire l’impatto differenziale delle spese sulle donne e sugli uomini onde contribuire a garantire l’impiego equo delle risorse esistenti. Tale analisi è d’importanza cruciale per promuovere l’uguaglianza di genere.

37. L’impatto della globalizzazione e dei programmi di aggiustamento strutturale, gli alti costi del servizio del debito estero e il peggioramento delle condizioni del commercio internazionale, in numerosi Paesi in via di sviluppo, hanno accresciuto gli ostacoli esistenti allo sviluppo, aggravando la femminilizzazione della povertà. Le conseguenze negative dei programmi di aggiustamento strutturale, dovute a progettazione e applicazione non corrette, hanno continuato a imporre un fardello sproporzionato sulle donne, inter alia, attraverso tagli di bilancio nei servizi sociali fondamentali, ivi compresi l’istruzione e la sanità.

38. Esiste un maggiore riconoscimento che il crescente peso del debito gravante sulla maggioranza dei Paesi in via di sviluppo è insostenibile e costituisce uno dei principali ostacoli al raggiungimento di progressi nello sviluppo umano sostenibile e nell’eliminazione della povertà. Per molti Paesi in via di sviluppo, così come per i Paesi con economie in transizione, l’eccessivo peso del servizio del debito ha ridotto gravemente la loro capacità di promuovere lo sviluppo sociale e di fornire i servizi di base e ha inciso sulla piena attuazione della Piattaforma d’Azione.

39. Nei Paesi con economie in transizione, sono le donne a subire le maggiori difficoltà derivanti dalla ristrutturazione economica e sono le donne le prime a perdere il lavoro nei periodi di recessione. Vengono espulse dai settori in rapida crescita. La perdita di servizi per l’infanzia dovuta all’eliminazione o alla privatizzazione di posti di lavoro statali, una maggiore necessità di assistenza per gli anziani senza mezzi corrispondenti e la perdurante diseguaglianza di accesso alla formazione e riqualificazione professionale per trovare nuovo lavoro e ai finanziamenti produttivi per avviare o ampliare attività imprenditoriali sono i problemi attuali che le donne debbono affrontare in questi Paesi.

40. Scienza e tecnologia, in quanto componenti fondamentali dello sviluppo, stanno trasformando i modelli di produzione, contribuiscono alla creazione di nuovi lavori e di nuove classificazioni dei lavori, e di nuovi modi di lavorare, e contribuiscono alla creazione di una società basata sulla conoscenza. Il cambiamento tecnologico può portare nuove opportunità a tutte le donne in tutti i campi, purché esse abbiano eguaglianza di accesso e adeguata formazione. Le donne inoltre dovrebbero essere attivamente coinvolte nella definizione, programmazione, sviluppo, attuazione e valutazione dell’impatto di genere delle politiche collegate a questi cambiamenti. Molte donne in tutto il mondo attendono ancora di poter fare uso efficace di queste nuove tecnologie della comunicazione per attività di messa in rete, di promozione, di scambio di informazioni, imprenditoriali, didattiche, di consultazione mediatica e di commercio elettronico. Ad esempio, milioni tra le donne e gli uomini più poveri del mondo continuano a non avere ancora accesso e a non beneficiare della scienza e della tecnologia e sono attualmente esclusi da questo nuovo settore e dalle opportunità che esso presenta.

41. Le modalità dei flussi migratori della forza lavoro stanno cambiando. Le donne e le ragazze sono sempre più coinvolte nelle migrazioni interne, regionali e internazionali della forza lavoro alla ricerca di lavoro, soprattutto nel settore agricolo, nel lavoro domestico e in alcune forme di intrattenimento. Sebbene questa situazione accresca le loro opportunità di guadagno e di autonomia, al contempo espone le migranti, soprattutto se povere, prive di istruzione, senza capacità professionali e/o prive di documenti (clandestine), a condizioni di lavoro inadeguate, a maggiori rischi per la salute, al pericolo della tratta, dello sfruttamento economico e sessuale, al razzismo, alla discriminazione razziale e alla xenofobia, e ad altre forme di abuso, che pregiudicano il godimento dei loro diritti umani e, in alcuni casi, costituiscono violazioni dei diritti umani.

42. Pur riconoscendo che i Governi hanno la responsabilità primaria di definire e attuare politiche per promuovere l’uguaglianza di genere, le collaborazioni tra Governi e vari soggetti della società civile vengono sempre più riconosciute come un importante strumento per raggiungere tale obiettivo. Si possono sviluppare ulteriormente altri approcci innovativi per promuovere questa collaborazione.

43. In alcuni Paesi, le tendenze demografiche in atto dimostrano che la riduzione dei tassi di fertilità, l’aumento della aspettativa di vita e la riduzione dei tassi di mortalità hanno contribuito all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle patologie croniche, il che ha implicazioni sui sistemi di assistenza sanitaria e sulla spesa sanitaria, sui sistemi di assistenza informale e sulla ricerca. Dato il divario nell’aspettativa di vita tra uomini e donne, il numero di vedove e di donne anziane sole è aumentato considerevolmente, portando spesso al loro isolamento sociale e ad altri problemi sociali. La società ha molto da guadagnare dai saperi e dall’esperienza di vita delle donne anziane. D’altro canto, l’attuale generazione di giovani è la più numerosa della storia. Le adolescenti e le giovani donne hanno esigenze particolari che richiederanno un’attenzione sempre maggiore.

44. La rapida diffusione della pandemia dell’HIV/AIDS, soprattutto nel mondo in via di sviluppo, ha avuto un impatto devastante sulle donne. Un comportamento responsabile e l’eguaglianza di genere sono tra i requisiti essenziali per la sua prevenzione. Occorrono inoltre strategie più efficaci per l’empowerment delle donne in modo che possano controllare e decidere liberamente e responsabilmente sulla gestione della propria sessualità, tutelarsi dall’alto rischio e dai comportamenti irresponsabili che comportano infezioni trasmesse per via sessuale, compresa l’HIV/AIDS e promuovere un comportamento responsabile, sicuro e rispettoso da parte degli uomini e anche a promuovere l’uguaglianza di genere. L’HIV/AIDS è un problema urgente di salute pubblica, sta sovrastando gli sforzi compiuti per arginarla e, in molti Paesi, sta vanificando i miglioramenti di sviluppo faticosamente raggiunti. L’onere di assistere le persone colpite dall’HIV/AIDS e i bambini rimasti orfani a causa dell’HIV/AIDS ricade soprattutto sulle donne dato che le infrastrutture non sono in grado di rispondere alle sfide poste. Le donne affette da HIV/AIDS subiscono spesso discriminazione e stigmatizzazione e sono spesso vittime di violenza. Non sono state affrontate sufficientemente le questioni relative alla prevenzione, alla trasmissione del virus HIV dalla madre al bambino, all’allattamento al seno, all’informazione e all’educazione soprattutto dei giovani, al contenimento dei comportamenti ad alto rischio, ai tossicodipendenti che fanno uso di droghe per via endovenosa, ai gruppi di sostegno, alle attività di consulenza e al ricorso volontario ai test, alla informazione del partner e alla disponibilità e all’alto costo dei farmaci essenziali. Nella lotta contro l’HIV/AIDS in alcuni Paesi esistono segnali positivi di mutamento dei modelli comportamentali tra i giovani e l’esperienza dimostra che i programmi educativi per i giovani possono condurre a una visione più positiva delle relazioni tra i generi e dell’uguaglianza di genere, a ritardare l’iniziazione sessuale e a ridurre il rischio di infezioni trasmesse per via sessuale.

45. Il crescente abuso di droghe e di sostanze stupefacenti tra giovani donne e ragazze, sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, ha accentuato la necessità di potenziare gli sforzi tesi a ridurre la domanda e a combattere contro la produzione, l’offerta e il traffico illeciti di stupefacenti e di sostanze psicotrope.

46. L’aumento delle vittime e dei danni causati da calamità naturali ha accresciuto la consapevolezza delle inefficienze e delle inadeguatezze degli approcci e delle metodologie di intervento attualmente utilizzati per affrontare tali situazioni di emergenza, nelle quali sulle donne, più spesso che sugli uomini, grava la responsabilità di provvedere alle esigenze immediate e quotidiane delle proprie famiglie. Questa situazione ha aumentata la consapevolezza dell’esigenza di incorporare una prospettiva di genere ogni qual volta vengono definite e attuate strategie di prevenzione, di soccorso (mitigation) e di ricostruzione (recovery).

47. Il mutato contesto delle relazioni di genere così come il dibattito sull’eguaglianza di genere hanno condotto in misura crescente a un riesame dei ruoli di genere. Ciò ha ulteriormente incoraggiato il dibattito sui ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nel cooperare ai fini dell’eguaglianza di genere, e sulla necessità di modificare i ruoli stereotipati e tradizionali che limitano la piena espressione delle potenzialità femminili. E’ necessaria una partecipazione equilibrata degli uomini e delle donne al lavoro retribuito e non retribuito. Il mancato riconoscimento e la mancata quantificazione delle attività non remunerate svolte dalle donne, che spesso non vengono considerate nei bilanci nazionali, hanno comportato la persistente sottostima e sottovalutazione del contributo complessivo recato dalle donne allo sviluppo sociale ed economico. Fino a che ci sarà un’insufficiente condivisione dei compiti e delle responsabilità con gli uomini, la combinazione del lavoro retribuito e dell’attività di cura continuerà a pesare in maniera sproporzionata sulle donne rispetto agli uomini.

* Traduzione non ufficiale rivista a cura di Marisa Rodano per la Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio.