NAZIONI UNITE

23° Sessione speciale dell’Assemblea Generale

Risoluzione II

Azioni e iniziative ulteriori per dare attuazione alla Dichiarazione e alla Piattaforma d’azione di Pechino*

[…]

IV Azioni e iniziative per superare gli ostacoli e raggiungere la piena
e più rapida attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino

48. Alla luce della valutazione dei progressi compiuti nell’attuazione della Dichiarazione e della Piattaforma d’Azione di Pechino, durante i cinque anni trascorsi dalla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne, valutazione contenuta nel precedente capitolo II, nonchè delle sfide in atto che incidono sulla sua piena realizzazione, delineate nel precedente capitolo III, i Governi ribadiscono in questa sede il loro impegno nei confronti della Dichiarazione e della Piattaforma d’Azione di Pechino e inoltre si impegnano a promuovere nuove azioni e iniziative per superare gli ostacoli e far fronte alle sfide. I Governi, nel compiere passi ulteriori e incessanti per raggiungere gli obiettivi della Piattaforma, riconoscono che tutti i diritti umani — civili, culturali, economici, politici e sociali, compreso il diritto allo sviluppo — sono universali, indivisibili, interdipendenti e interrelati, e che sono essenziali per raggiungere l’eguaglianza di genere, lo sviluppo e la pace nel ventunesimo secolo.

49. Le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite e le istituzioni di Bretton Woods, come pure l’Organizzazione Mondiale del Commercio, altri enti internazionali intergovernativi e regionali, parlamenti e società civile, compreso il settore privato e le ONG, i sindacati e gli altri soggetti portatori di interessi, sono chiamati a sostenere gli sforzi governativi e, laddove è il caso, a sviluppare propri programmi complementari al fine di conseguire una completa ed effettiva attuazione della Piattaforma d’Azione.

50. I Governi e le organizzazioni intergovernative riconoscono, nel pieno rispetto per la loro autonomia, il contributo e il ruolo complementare delle ONG nel garantire l’effettiva attuazione della Piattaforma d’Azione, e dovrebbero continuare a rafforzare la partnership con le ONG, soprattutto con le organizzazioni delle donne, nel contribuire all’effettiva attuazione e al follow-up della Piattaforma d’Azione.

51. L’esperienza dimostra che è possibile conseguire completamente l’obiettivo dell’eguaglianza di genere solo nel contesto di un rinnovamento dei rapporti tra i diversi soggetti interessati a tutti i livelli. La piena, effettiva partecipazione delle donne su basi di eguaglianza in tutte le sfere della società è necessaria per contribuire al raggiungimento di questo obiettivo.

52. La realizzazione dell’eguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne richiede l’eliminazione delle diseguaglianze tra donne e uomini e tra bambini e bambine e che vengano garantiti loro pari diritti, responsabilità, opportunità e possibilità. L’eguaglianza di genere implica che i bisogni, gli interessi, le preoccupazioni, le esperienze e le priorità sia delle donne che degli uomini costituiscano una dimensione integrale della progettazione, dell’attuazione, del monitoraggio nazionale, e del follow-up e della valutazione, anche a livello internazionale, di tutte le azioni in tutti i campi.

53. Adottando la Piattaforma d’Azione, i Governi e la comunità internazionale hanno concordato una agenda comune dello sviluppo, comprensiva dell’eguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne come principi basilari. Gli sforzi mirati ad assicurare la partecipazione delle donne allo sviluppo si sono diffusi e debbono coniugare la messa a fuoco delle condizioni e delle esigenze di base delle donne con un approccio olistico basato sulla eguaglianza dei diritti e sulla partnership, sulla promozione e sulla tutela di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali. Dovrebbero venir formulate politiche e programmi per conseguire l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile incentrato sulla persona, per ottenere sicurezza dei mezzi di sussistenza e misure di protezione sociale adeguate, tra cui reti di sicurezza, più forti sistemi di sostegno per le famiglie, eguaglianza di accesso alle risorse finanziarie ed economiche e di controllo su di esse, e per eliminare la crescente e sproporzionata povertà tra le donne. Tutte le politiche e le istituzioni economiche come pure i responsabili dell’allocazione delle risorse dovrebbero adottare una prospettiva di genere per assicurare che i dividendi dello sviluppo siano distribuiti su basi eguali.

54. Nel riconoscere il persistere e l’aumentare del peso della povertà sulle donne in molti paesi, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo, è essenziale continuare a riesaminare, modificare e attuare, da una prospettiva di genere, politiche e programmi macroeconomici e sociali integrati, compresi quelli collegati ai problemi dell’aggiustamento strutturale e del debito estero, per assicurare un accesso universale ed egualitario ai servizi sociali, in particolare all’istruzione e a servizi sanitari di qualità economicamente accessibili e universalmente diffusi e eguaglianza di accesso alle risorse economiche e di controllo su di esse.

55. E’ necessario aumentare gli sforzi per fornire eguaglianza di accesso all’istruzione, alla sanità e ai servizi sociali e per garantire alle donne e alle bambine il diritto all’istruzione e il godimento di standards di salute fisica e mentale e di benessere il più alti possibili per tutto il ciclo della vita, come pure assistenza sanitaria e servizi adeguati, economicamente accessibili e universalmente diffusi, compresa la salute sessuale e riproduttiva, particolarmente di fronte alla pandemia dell’HIV/AIDS; essi sono inoltre necessari in relazione alla percentuale crescente di donne anziane.

56. Dato che la maggioranza delle donne del mondo sono produttrici di mezzi di sussistenza e usano le risorse ambientali, è necessario riconoscere e integrare i saperi e le priorità delle donne nella conservazione e nella gestione di tali risorse per assicurarne la sostenibilità. Occorrono programmi e infrastrutture sensibili al genere per rispondere con efficacia alle situazioni di calamità e di emergenza che minacciano l’ambiente, la sicurezza dei mezzi di sussistenza, così come la gestione delle necessità essenziali della vita quotidiana.

57. Assicurare i mezzi di sussistenza delle popolazioni negli Stati dotati di risorse scarse o limitate, compresi gli Stati in via di sviluppo delle piccole isole, dipende in modo critico dalla preservazione e dalla protezione dell’ambiente. Si dovrebbero riconoscere i saperi tradizionali delle donne, la gestione e l’utilizzo sostenibile della biodiversità che esse praticano.

58. La volontà e l’impegno politico a tutti i livelli sono cruciali per garantire l’incorporazione di una prospettiva di genere nell’adozione e nell’attuazione di politiche a vasto raggio e orientate all’azione in tutti i campi. Gli impegni politici sono essenziali per sviluppare ulteriormente il quadro di riferimento necessario ad assicurare alle donne eguaglianza di accesso alle risorse economiche e finanziarie e di controllo su di esse, alla formazione, ai servizi e alle istituzioni nonchè la loro partecipazione ai processi decisionali e alla gestione. I processi politici richiedono la partnership di donne e uomini a tutti i livelli. Anche gli uomini e i bambini dovrebbero essere attivamente coinvolti e incoraggiati in tutti gli sforzi per raggiungere gli obiettivi della Piattaforma d’Azione e la sua attuazione.

59. La violenza contro le donne e le bambine è un grave ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di eguaglianza di genere, sviluppo e pace. La violenza contro le donne viola e ostacola o annulla il godimento da parte di esse dei diritti umani e delle libertà fondamentali. La violenza basata sul genere, come le percosse ed altre violenze domestiche, l’abuso sessuale, la schiavitù e lo sfruttamento sessuale, la tratta internazionale di donne e bambini, la prostituzione forzata e le molestie sessuali, come pure la violenza contro le donne dovuta a pregiudizi culturali, razzismo e discriminazione razziale, xenofobia, pornografia, pulizia etnica, conflitto armato, occupazione straniera, estremismo religioso e antireligioso e terrorismo sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere combattute ed eliminate.

60. Le donne svolgono un ruolo decisivo nella famiglia. La famiglia è l’unità di base della società ed è un forte fattore di coesione e di integrazione sociale e, come tale, dovrebbe essere rafforzata. L’inadeguato sostegno alle donne e l’insufficiente tutela e aiuto alle rispettive famiglie incidono sulla società nel suo insieme e compromettono gli sforzi per raggiungere l’eguaglianza di genere. Nei diversi sistemi culturali, politici e sociali, esistono varie forme di famiglia e i diritti, le funzioni e le responsabilità dei singoli membri della famiglia debbono essere rispettati. I contributi sociali ed economici delle donne al benessere della famiglia e l’importanza sociale della maternità e della paternità continuano ad essere affrontati in maniera inadeguata. Anche la maternità e la paternità e il ruolo dei genitori e dei tutori legali nella famiglia e nell’educazione dei figli e l’importanza di tutti i membri della famiglia per il benessere familiare sono riconosciuti e non debbono essere motivo di discriminazione. Sulle donne inoltre continua a gravare una quota sproporzionata delle responsabilità del lavoro domestico e della cura dei figli, dei malati e degli anziani. Questo squilibrio va seriamente affrontato mediante politiche e programmi adeguati, in particolare quelli destinati all’istruzione, e attraverso la legislazione laddove è il caso. Per poter giungere a una piena partnership, sia nella sfera pubblica che in quella privata, donne e uomini debbono poter conciliare e dividere in modo egualitario le responsabilità del lavoro e le responsabilità della famiglia.

61. Forti organismi istituzionali nazionali per l’avanzamento delle donne e la promozione dell’eguaglianza di genere richiedono impegno politico al massimo livello e tutte le risorse umane e finanziarie necessarie per avviare, raccomandare e facilitare la definizione, l’adozione e il monitoraggio di politiche, leggi, programmi e la formazione di competenze per l’empowerment delle donne e per agire da catalizzatori per un aperto dialogo pubblico sull’eguaglianza di genere come obiettivo della società. Questo consentirebbe a tali organismi di promuovere l’avanzamento delle donne e di integrare una prospettiva di genere nella politica e nei programmi in tutti i campi, di svolgere un ruolo di patrocinio e di garantire eguale accesso a tutte le istituzioni e le risorse, e anche maggiori possibilità di formare competenze per le donne in tutti i settori. Le riforme per affrontare le sfide di un mondo che cambia sono essenziali per garantire l’eguaglianza di accesso delle donne alle istituzioni e alle organizzazioni. I cambiamenti istituzionali e concettuali sono un aspetto strategico e importante della creazione di un ambiente favorevole ad attuare la Piattaforma d’Azione.

62. Il sostegno ai programmi per accrescere le opportunità, le potenzialità e le attività delle donne deve avere un duplice punto focale: da un lato, programmi mirati a soddisfare tanto le esigenze di base quanto quelle specifiche delle donne per la formazione di competenze, lo sviluppo organizzativo e l’empowerment, e dall’altro, l’integrazione della prospettiva di genere nella formulazione di tutti i programmi e nelle attività di attuazione. E’ particolarmente importante estenderli a nuovi campi di programmazione per far avanzare l’eguaglianza di genere in risposta alle sfide in atto.

63. Le bambine e le donne di tutte le età portatrici di qualsiasi forma di invalidità sono in genere tra le persone più vulnerabili ed emarginate della società. Bisogna quindi tenere conto dei loro problemi e farvi fronte in tutti i processi decisionali e nella programmazione. Occorrono misure speciali a tutti i livelli per integrarle nel processo di sviluppo.

64. Piani e programmi efficaci e coordinati per la piena attuazione della Piattaforma d’Azione richiedono una chiara conoscenza della condizione delle donne e delle bambine, basata sulla ricerca e su dati disaggregati per sesso, traguardi a breve e lungo termine con scadenze temporali vincolanti e obiettivi quantificabili, e meccanismi di follow-up per valutare i progressi compiuti. Sforzi per garantire la formazione delle competenze di tutti i soggetti coinvolti nel raggiungimento di questi obiettivi sono altresì necessari. Occorrono sforzi anche a livello nazionale per accrescere la trasparenza e la responsabilità.

65. La realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi dell’eguaglianza di genere, dello sviluppo e della pace hanno bisogno di essere supportati dall’allocazione delle risorse umane, finanziarie e materiali necessarie per attività specifiche e mirate ad assicurare l’eguaglianza di genere a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale, ed anche con una cooperazione internazionale maggiore e più intensa. Un’esplicita attenzione a questi obiettivi è essenziale nei procedimenti di definizione dei bilanci a livello nazionale, regionale e internazionale.

A. Azioni da intraprendere a livello nazionale

Da parte dei Governi:

66. (a) Mettere a punto e incoraggiare l’uso di espliciti traguardi a breve e a lungo termine con scadenze temporali vincolanti o di obiettivi quantificabili, tra cui, laddove è il caso, quote, per promuovere il progresso verso l’equilibrio di genere, compreso l’eguale accesso e la piena partecipazione delle donne, sulla base dell’eguaglianza con gli uomini, in tutti i campi e a tutti i livelli della vita pubblica, soprattutto alle posizioni in cui si prendono le decisioni e si applicano le politiche, ai partiti politici e alle attività politiche, a tutti i ministeri governativi e alle istituzioni chiave di assunzione delle decisioni, e anche agli organismi e alle autorità locali per lo sviluppo;

(b) Abbattere le barriere incontrate dalle donne, soprattutto dalle donne indigene e da altre donne emarginate, nell’accedere e nel partecipare alle politiche e ai processi decisionali, tra cui la mancanza di formazione, il doppio onere del lavoro retribuito e non retribuito, atteggiamenti sociali e stereotipi negativi.

67. (a) Garantire politiche che assicurino un eguale accesso all’istruzione e l’eliminazione delle disparità di genere nell’istruzione, compresa la formazione professionale, scientifica e tecnica e il completamento dell’istruzione di base per le bambine, soprattutto per quelle che vivono in zone rurali e depresse, e opportunità di continuare l’istruzione a tutti i livelli per tutte le donne e le bambine;

(b) Sostenere l’attuazione di piani e di programmi d’azione per assicurare un’istruzione di qualità e migliori tassi di iscrizione, di frequenza e di permanenza nella scuola (e minori tassi di abbandono) per bambini e bambine e l’eliminazione della discriminazione di genere e degli stereotipi di genere nei curricula scolastici e nei materiali didattici, come pure nel processo dell’istruzione;

(c) Accelerare l’azione e rafforzare l’impegno politico per colmare il divario di genere nell’istruzione primaria e secondaria entro il 2005 e per assicurare un’istruzione primaria gratuita, obbligatoria e universale sia per le bambine che per i bambini entro il 2015, come è stato raccomandato da diverse conferenze mondiali, ed eliminare le politiche che hanno dimostrato di peggiorare e perpetuare tale divario;

(d) Elaborare un curriculum sensibile al genere dall’asilo alle scuole elementari alla formazione professionale e alle università, per poter affrontare gli stereotipi di genere come una delle cause di fondo della segregazione nella vita lavorativa;

68. (a) Progettare e attuare politiche che promuovano e tutelino il godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne, e creare un ambiente che non tolleri violazioni dei diritti delle donne e delle bambine;

(b) Creare e mantenere un contesto giuridico non discriminatorio e sensibile al genere rivedendo la legislazione con l’intento di lottare per eliminare al più presto possibile le norme discriminatorie, preferibilmente entro il 2005, e sopprimendo le lacune legislative che lasciano le donne e le bambine senza protezione dei loro diritti e senza possibilità di un effettivo ricorso contro la discriminazione basata sul genere;

(c) Ratificare la Convenzione sull’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne, limitare la portata di eventuali riserve, e ritirare le riserve che sono contrarie all’oggetto e allo scopo della Convenzione o che sono altrimenti incompatibili con le norme dei trattati internazionali;

(d) Prendere in considerazione l’opportunità di firmare e di ratificare il Protocollo Facoltativo della Convenzione sull’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne;

(e) Prendere in considerazione l’opportunità di firmare e di ratificare lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale;

(f) Mettere a punto, rivedere e attuare leggi e procedure per proibire ed eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne;

(g) Adottare misure, inclusi programmi e politiche, per assicurare che la gestazione, la maternità e la condizione di genitore e il ruolo delle donne nella procreazione non siano usati come motivo di discriminazione e non limitino la piena partecipazione delle donne nella società;

(h) Garantire che i processi di riforma legislativa e amministrativa nazionali, compresi quelli legati alla riforma agraria, al decentramento e alla riconversione dell’economia promuovano i diritti delle donne, soprattutto quelli delle donne rurali e delle donne che vivono in povertà, e adottare misure per promuovere e soddisfare tali diritti attraverso l’eguale accesso delle donne alle risorse economiche e il controllo su di esse compresa la terra, i diritti di proprietà, il diritto all’eredità, il credito e le forme tradizionali di risparmio, come le banche delle donne e le cooperative;

(i) Integrare una prospettiva di genere nelle politiche, nei regolamenti e nelle pratiche nazionali di immigrazione e di asilo, laddove è il caso, al fine di promuovere e di proteggere i diritti di tutte le donne, inclusa la presa in considerazione di passi per riconoscere la persecuzione e la violenza legate al genere nel valutare la fondatezza dei motivi per concedere la condizione di rifugiato e l’asilo;

(j) Adottare tutte le misure necessarie per eliminare la discriminazione e la violenza contro le donne e le bambine da parte di qualsivoglia persona, organizzazione o impresa;

(k) Adottare le misure necessarie per il settore privato e le istituzioni scolastiche onde facilitare e rafforzare la conformità con la legislazione non discriminatoria;

69. (a) In via prioritaria, riesaminare e rivedere la legislazione, laddove è il caso, col proposito di introdurre una legislazione efficace, anche sulla violenza contro le donne, e prendere altre misure necessarie a garantire che tutte le donne e le bambine siano protette contro ogni forma di violenza fisica, psicologica e sessuale, e che abbiano la possibilità di fare ricorso alla giustizia ;

(b) Perseguire i perpetratori di ogni forma di violenza contro le donne e le bambine e condannarli adeguatamente, e introdurre azioni mirate ad aiutare e stimolare i perpetratori a spezzare il ciclo della violenza, e adottare misure per offrire riparazione alle vittime;

(c ) Trattare tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine di ogni età come reati penali punibili per legge, compresa la violenza basata su qualsiasi forma di discriminazione;

(d) Introdurre una legislazione e/o rafforzare meccanismi (strumenti) appropriati per trattare le questioni penali relative a tutte le forme di violenza domestica, compreso lo stupro maritale e l’abuso sessuale su donne e bambine, e assicurarsi che tali casi siano portati in giudizio rapidamente;

(e) Elaborare, adottare e attuare pienamente, laddove è il caso, leggi e altre misure, quali politiche e programmi educativi per sradicare pratiche consuetudinarie o tradizionali, compresa la mutilazione degli organi genitali femminili, il matrimonio precoce e forzato e i cosiddetti delitti d’onore, che sono violazioni dei diritti umani delle donne e delle bambine e ostacoli al pieno godimento dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali, e per intensificare gli sforzi, in collaborazione con i gruppi locali delle donne, per suscitare la consapevolezza collettiva e individuale su come tali pratiche tradizionali o consuetudinarie dannose violino i diritti umani delle donne;

(f) Continuare a svolgere ricerche per migliorare la comprensione delle cause alla radice di tutte le forme di violenza contro le donne, allo scopo di definire programmi e adottare misure per eliminare tali forme di violenza;

(g) Adottare misure per far fronte, mediante politiche e programmi, al razzismo e alla violenza dovuta a motivi razziali contro le donne e le bambine;

(h) Compiere passi concreti, in via prioritaria per affrontare l’impatto della violenza sulle donne indigene, con la loro piena e volontaria partecipazione, al fine di porre in atto programmi e servizi appropriati ed efficaci per eliminare tutte le forme di violenza;

(i) Promuovere il benessere mentale delle donne e delle bambine, integrare servizi di salute mentale nei sistemi di assistenza sanitaria primari, sviluppare programmi di sostegno sensibili al genere e preparare gli operatori sanitari a riconoscere la violenza basata sul genere e a fornire assistenza alle bambine e alle donne di ogni età che hanno subito qualsiasi forma di violenza;

(j) Adottare e promuovere un approccio olistico per far fronte a tutte le forme di violenza e di abuso contro le bambine e le donne di ogni età, comprese le bambine e le donne disabili così come le donne e le bambine vulnerabili ed emarginate per poter soddisfare le loro diverse esigenze, tra cui l’istruzione, l’offerta di assistenza sanitaria e di servizi adeguati e di servizi sociali di base;

(k) Approvare e promuovere un approccio olistico per combattere la violenza contro le donne durante tutto il ciclo della loro vita e in tutte le circostanze.

70. (a) Prendere misure appropriate per affrontare i fattori fondamentali, compresi quelli esterni, che incoraggiano la tratta delle donne e delle bambine a fini di prostituzione e altre forme di commercializzazione del sesso, i matrimoni forzati e il lavoro forzato al fine di eliminare la tratta delle donne, anche rafforzando le legislazioni vigenti nell’ottica di provvedere a una migliore protezione dei diritti delle donne e delle bambine e di punire gli esecutori, sia con misure penali che civili;

(b) Ideare, applicare e rafforzare misure efficaci per combattere ed eliminare tutte le forme di tratta di donne e bambine mediante un’esauriente strategia contro la tratta che consista, inter alia, in misure legislative, campagne di prevenzione, scambio di informazioni, assistenza e protezione e reinserimento delle vittime e perseguimento di tutti i trasgressori coinvolti, compresi gli intermediari;

(c) Nell’ambito dell’ordinamento giuridico e in accordo con le politiche nazionali, prendere in considerazione l’opportunità di evitare che le vittime della tratta, in particolare le donne e le bambine, vengano perseguite per ingresso o soggiorno illegale, tenendo conto che sono vittime di sfruttamento;

(d) Prendere in considerazione l’opportunità di creare o rafforzare un organismo nazionale di coordinamento, ad esempio, un relatore nazionale o un organo interministeriale, con la partecipazione della società civile, comprese le organizzazioni non governative, per incoraggiare lo scambio di informazioni e per riferire su dati, cause fondamentali, fattori e tendenze della violenza contro le donne, in particolare della tratta;

(e) Fornire protezione e aiuto alle donne e alle rispettive famiglie e sviluppare e rafforzare politiche per sostenere la sicurezza familiare.

71. (a) Prendere in considerazione l’opportunità di adottare, laddove è il caso, una legislazione nazionale in armonia con la Convenzione sulla Diversità Biologica per tutelare i saperi, le innovazioni e le pratiche delle donne, relative alle medicine tradizionali, alla biodiversità e alle tecnologie indigene, nelle comunità indigene e locali;

(b) Adattare le politiche e gli organismi ambientali ed agricoli, quando necessario, in modo da incorporarvi una prospettiva di genere e, in collaborazione con la società civile, aiutare gli agricoltori, soprattutto le donne dedite all’agricoltura e quelle che vivono nelle zone rurali, con programmi di istruzione e di formazione.

72. (a) Adottare politiche e attuare misure per affrontare, su base prioritaria, gli aspetti di genere dei problemi emergenti e persistenti, alla salute, quali la malaria, la tubercolosi, l’HIV/AIDS e altre malattie che hanno un’incidenza sproporzionata sulla salute delle donne, comprese quelle che provocano i più alti tassi di mortalità e di morbilità;

(b) Garantire che la riduzione della morbilità e della mortalità materna sia una priorità del settore sanitario e che le donne possano accedere con facilità all’assistenza ostetrica di base, dispongano di servizi di assistenza materna ben attrezzati e forniti di personale adeguato, di assistenza specializzata al parto, di assistenza ostetrica d’emergenza, di trasferimento e trasporto effettivi a centri di assistenza di livello superiore quando necessario, di assistenza post partum e della pianificazione familiare per potere, tra l’altro, promuovere una maternità sicura, e dare la priorità a misure per prevenire, individuare e curare il cancro al seno, alla cervice e alle ovaie e l’osteoporosi, e le malattie trasmesse sessualmente, compresa l’HIV/AIDS;

(c) Adottare misure per rispondere ai bisogni insoddisfatti di servizi di qualità per la pianificazione familiare e la contraccezione, vale a dire per colmare il gap esistente nei servizi, nelle disponibilità e nell’utilizzazione;

(d) Raccogliere e divulgare dati aggiornati e attendibili sulla mortalità e sulla morbilità delle donne e condurre ulteriori ricerche sul modo in cui i fattori sociali ed economici incidono sulla salute delle bambine e delle donne di tutte le età, nonché ricerche sulla disponibilità di servizi di assistenza sanitaria alle bambine e alle donne e sulle modalità di utilizzazione di tali servizi e sul valore dei programmi di profilassi delle malattie e di promozione della salute per le donne;

(e) Assicurare alle donne e agli uomini universalità ed eguaglianza di accesso, per tutto il ciclo della vita, ai servizi sociali collegati all’assistenza sanitaria, compresi istruzione, acqua pulita potabile e condizioni igieniche salubri, nutrimento, sicurezza alimentare e programmi di educazione sanitaria;

(f) Garantire che vengano fornite condizioni di lavoro salubri sicure agli operatori dell’assistenza sanitaria;

(g) Adottare, attuare, esaminare e rivedere, laddove necessario o appropriato, e mettere in atto legislazioni, politiche e programmi sanitari, in consultazione con le organizzazioni delle donne e con altri soggetti della società civile, e assegnare le risorse di bilancio necessarie per garantire i più alti standard di salute fisica e mentale possibili, in modo che tutte le donne abbiano pieno ed eguale accesso ad assistenza, informazioni, istruzione e a servizi sanitari completi, di qualità ed economicamente accessibili per tutto il ciclo della vita; prendere atto delle nuove richieste di servizi e di assistenza da parte delle donne e delle bambine in seguito alla pandemia dell’HIV/AIDS e delle nuove conoscenze circa la necessità di programmi specifici di igiene mentale e di occupazione per le donne e per il processo di invecchiamento; e tutelare e promuovere i diritti umani assicurando che tutti i servizi e gli operatori sanitari, nella erogazione dei servizi sanitari alle donne, si attengano a standard etici, professionali e di genere, anche istituendo o rafforzando, se del caso, organismi regolatori e di applicazione;

(h) Eliminare la discriminazione contro tutte le donne e le bambine nell’accesso alle informazioni sulla salute, all’educazione e all’assistenza sanitaria e ai servizi sanitari;

(i) La salute riproduttiva è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia o di infermità, in tutte le questioni relative al sistema riproduttivo e alle sue funzioni e processi. La salute riproduttiva implica perciò che le persone siano in grado di avere una vita sessuale soddisfacente e sicura e che abbiano la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e con quanta frequenza farlo. Implicito in quest’ultima condizione è il diritto degli uomini e delle donne di essere informati e di avere accesso a metodi di pianificazione familiare di loro scelta che siano sicuri, efficaci, economicamente accessibili e accettabili, come pure ad altri metodi di regolazione della fertilità di loro scelta che non siano contro la legge, e il diritto di accedere a servizi di assistenza sanitaria appropriati che consentano alle donne di portare a termine con sicurezza la gestazione e il parto e offrano alle coppie le migliori possibilità di avere un bambino sano. In linea con la suesposta definizione di salute riproduttiva, l’assistenza sanitaria riproduttiva è definita come un insieme di metodi, di tecniche e di servizi che contribuiscono alla salute riproduttiva e al benessere prevenendo e risolvendo i problemi di salute riproduttiva. Essa comprende anche la salute sessuale, il cui scopo è il miglioramento della vita e delle relazioni interpersonali, e non solo la consulenza e l’assistenza relative alla riproduzione e alle malattie trasmesse per via sessuale;

(j) Tenendo presente la precedente definizione, i diritti alla riproduzione abbracciano alcuni diritti umani che sono già riconosciuti nelle legislazioni nazionali, nei documenti internazionali sui diritti umani e in altri documenti adottati per consenso. Questi diritti poggiano sul riconoscimento del diritto fondamentale di tutte le coppie e degli individui di decidere liberamente e responsabilmente sul numero, l’intervallo e la modulazione nel tempo dei loro figli e di avere le informazioni e i mezzi per farlo, e sul diritto di arrivare ai più alti standard di salute sessuale e riproduttiva. Include anche il loro diritto a prendere decisioni concernenti la riproduzione liberi da discriminazioni, coercizioni e violenze, come previsto nei documenti sui diritti umani. Nell’esercizio di questo diritto, dovrebbero tenere conto delle esigenze dei figli, viventi e futuri, e delle loro responsabilità verso la comunità. La promozione dell’esercizio responsabile di questi diritti per tutti dovrebbe essere la base fondamentale delle politiche e dei programmi sostenuti dai governi e dalla comunità nel campo della salute riproduttiva, compresa la pianificazione familiare. Come parte del loro impegno, dovrebbero dedicare piena attenzione alla promozione di relazioni di genere vicendevolmente rispettose ed eque e in particolare a soddisfare le necessità educative e di servizi degli adolescenti per consentire loro di gestire in modo positivo e responsabile la sessualità. La salute riproduttiva resta fuori della portata di molta parte della popolazione del mondo a causa di fattori quali inadeguati livelli di conoscenza della sessualità umana e informazioni e servizi di salute riproduttiva non appropriati o di scarsa qualità; la prevalenza di comportamenti sessuali ad alto rischio; pratiche sociali discriminatorie; atteggiamenti negativi verso le donne e le bambine; e il potere limitato che molte donne e ragazze hanno sulla propria vita sessuale e riproduttiva. Gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili a causa della mancanza di informazioni e di accesso a servizi pertinenti nella maggior parte dei paesi. Le donne e gli uomini di età più avanzata hanno questioni specifiche di salute riproduttiva e sessuale che spesso vengono affrontate inadeguatamente;

(k) I diritti umani delle donne comprendono il diritto di avere il controllo e di decidere liberamente e responsabilmente sulle questioni relative alla sessualità, compresa la salute sessuale e riproduttiva, libere da coercizioni, discriminazioni e violenze. Una relazione egualitaria tra donne e uomini in materia di relazioni sessuali e di riproduzione, compreso il pieno rispetto per l’integrità della persona, esige rispetto reciproco, consenso e condivisione della responsabilità relativa al comportamento sessuale e alle sue conseguenze;

(l) Definire e attuare programmi per incoraggiare e mettere in condizione gli uomini di adottare un comportamento sessuale e riproduttivo sicuro e responsabile, e di utilizzare efficacemente i metodi per la prevenzione di gravidanze non volute e di infezioni che si trasmettono per via sessuale, compresa l’HIV/AIDS;

(m) Prendere tutte le misure adeguate per eliminare interventi dannosi, non necessari dal punto di vista medico o coatti così come terapie farmacologiche inopportune o eccessive sulle donne e garantire che tutte le donne vengano adeguatamente informate da personale adeguatamente formato sulle opzioni a loro disposizione, compresi gli eventuali benefici e i potenziali effetti collaterali,;

(n) Adottare misure per garantire la non discriminazione e il rispetto della privacy di coloro che convivono con l’HIV/AIDS e con infezioni trasmesse per via sessuale, donne e giovani compresi, in modo che non vengano negate loro le informazioni necessarie per impedire l’ulteriore trasmissione dell’HIV/AIDS e di malattie che si trasmettono per via sessuale, e che possano accedere ai servizi di terapia e di cura senza timori di essere oggetto di stigmatizzazione, di discriminazione e di violenza;

(o) Alla luce del paragrafo 8.25 del Programma d’Azione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo, che stabilisce:

Prendere in considerazione la possibilità di rivedere le legislazioni contenenti disposizioni punitive contro le donne che si sono sottoposte ad aborti illegali;

(p) Promuovere e migliorare strategie specifiche di genere di vasta portata per la prevenzione e il controllo del tabagismo, per tutte le donne, in particolare per le adolescenti e le donne in gravidanza, che includano programmi e servizi di educazione, prevenzione e cessazione, e la riduzione dell’esposizione delle persone al fumo passivo del tabacco e sostenere la definizione della Convenzione-quadro internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il controllo del tabagismo;

(q) Promuovere e migliorare programmi e misure d’informazione compreso il trattamento di disintossicazione per eliminare il crescente abuso di sostanze stupefacenti tra le donne e le adolescenti, comprese campagne d’informazione sui rischi per la salute e su altre conseguenze e sull’ impatto sulle famiglie.

73. (a) Integrare una prospettiva di genere nelle politiche di sviluppo macroeconomico e sociale e nei programmi chiave di sviluppo nazionale;

(b) Incorporare una prospettiva di genere nella definizione, nello sviluppo, nell’adozione e nell’esecuzione di tutti i procedimenti di bilancio, come del caso, per poter promuovere un’equa, efficace e appropriata allocazione delle risorse e stabilire allocazioni di bilancio adeguate per sostenere l’eguaglianza di genere e programmi di sviluppo che rafforzino l’empowerment delle donne e definire gli strumenti e i meccanismi analitici e metodologici necessari per il monitoraggio e la valutazione;

(c) Aumentare, se del caso, e utilizzare efficacemente le risorse finanziarie e di altro genere nel settore sociale, particolarmente nell’educazione e nella sanità, per raggiungere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne come strategia centrale per affrontare lo sviluppo e l’eliminazione della povertà;

(d) Sforzarsi di ridurre la presenza sproporzionata di donne che vivono in povertà, in particolare donne nelle zone rurali, attuando programmi nazionali di sradicamento della povertà incentrati su una prospettiva di genere e sull’empowerment delle donne, compresi obiettivi a breve e a lungo termine.

74. (a) Intraprendere politiche socioeconomiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e sostengano e assicurino programmi di sradicamento della povertà, soprattutto per le donne, offrendo, tra l’altro, formazione delle competenze, eguale accesso alle risorse, alle finanze, al credito, compreso il microcredito, all’informazione e alla tecnologia, - e controllo su di esse - ed eguale accesso ai mercati per giovare alle donne di tutte le età, in particolare a quelle che vivono in povertà e alle emarginate, comprese le donne rurali, le indigene e le famiglie con a capo una donna;

(b) Creare e assicurare accesso ai sistemi di protezione sociale, tenendo conto delle necessità specifiche di tutte le donne che vivono in povertà, dei cambiamenti demografici e dei cambiamenti nella società, per offrire salvaguardie contro le incertezze e i cambiamenti delle condizioni di lavoro associate alla globalizzazione, e lottare per assicurare che le nuove forme di lavoro flessibili ed emergenti siano adeguatamente coperte dalla protezione sociale;

(c ) Continuare a rivedere, modificare e attuare politiche e programmi macroeconomici e sociali, tra l’altro, mediante un’analisi, da una prospettiva di genere, di quelli collegati ai problemi di aggiustamento strutturale e del debito estero, per poter garantire alle donne eguale accesso alle risorse e universale accesso ai servizi sociali di base.

75. Facilitare l’occupazione femminile attraverso, tra l’altro, la promozione di un’adeguata protezione sociale, la semplificazione delle procedure amministrative, l’eliminazione degli ostacoli fiscali, laddove è il caso, e altre misure, quali l’accesso al capitale di rischio, a schemi creditizi, al microcredito e ad altri finanziamenti, facilitando la costituzione di micro imprese e piccole e medie imprese.

76. (a) Istituire o consolidare gli organismi istituzionali esistenti a tutti i livelli per operare con strumenti nazionali per rafforzare il sostegno della società all’uguaglianza di genere, in collaborazione con la società civile, soprattutto con le ONG delle donne;

(b) Agire ai massimi livelli per il costante progresso delle donne, in particolare rafforzando gli organismi nazionali per incorporare una prospettiva di genere e per accelerare l’empowerment delle donne in tutti i campi e per assicurare l’impegno nelle politiche di eguaglianza di genere;

(c) Fornire agli organismi istituzionali nazionali le risorse umane e finanziarie necessarie, anche esplorando forme di finanziamento innovative, in modo che il mainstreaming del genere venga integrato in tutte le politiche, i programmi e i progetti;

(d) Considerare l’opportunità di istituire delle commissioni efficaci o altre istituzioni per promuovere eguali opportunità;

(e) Potenziare gli sforzi per realizzare pienamente i piani d’azione nazionali predisposti per l’attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino e, laddove necessario, adeguare e definire i piani nazionali per il futuro;

(f) Assicurare che l’orientamento di tutte le politiche e le strategie d’informazione governative sia sensibile al genere;

77. (a) Dotare gli uffici statistici nazionali di sostegno istituzionale e finanziario per poter raccogliere, compilare e divulgare dati disaggregati per sesso, età e altri fattori, se del caso, in forma che sia accessibile al pubblico e ai responsabili delle politiche, tra l’altro, per analisi, monitoraggio e valutazione dell’impatto basati sul genere, e sostenere nuovi studi per definire statistiche e indicatori, soprattutto nei settori particolarmente carenti di informazioni;

(b) Compilare e pubblicare regolarmente statistiche sui reati, e seguire le tendenze nell’applicazione della legislazione riguardante le violazioni dei diritti delle donne e delle bambine per aumentare la consapevolezza al fine di sviluppare politiche più efficaci;

(c) Sviluppare la capacità nazionale di intraprendere ricerche orientate alla politica e collegate al genere e studi di impatto da parte di università e istituti nazionali di ricerca/formazione per mettere in grado di formulare politiche specifiche di genere basate sulla conoscenza.

B. Ulteriori azioni da intraprendere a livello nazionale

Da parte di Governi, settore privato, organizzazioni non governative e altri soggetti della società civile:

78. (a) Incoraggiare la creazione di programmi di formazione e di alfabetizzazione giuridica che costruiscano e sostengano le capacità delle organizzazioni delle donne di patrocinare i diritti umani e le libertà fondamentali delle donne e delle bambine;

(b) Incoraggiare la collaborazione, laddove è il caso, tra Governi, ONG, organizzazioni di base e leader tradizionali e comunitari per la promozione e la tutela di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne e delle bambine, della dignità e del valore della persona umana e della eguaglianza dei diritti per donne e uomini;

(c) Incoraggiare la cooperazione tra autorità governative, parlamentari e altre autorità interessate e le organizzazioni delle donne, comprese le ONG, come del caso, nel garantire che la legislazione non sia discriminatoria;

(d) Fornire una formazione sensibile al genere a tutti i soggetti, inclusi polizia, pubblica accusa e magistratura, per trattare con le vittime di violenza, in particolare con le donne e le bambine, compresa la violenza sessuale.

79. (a) Adottare un approccio olistico nei confronti della salute fisica e mentale delle donne per tutto il ciclo della vita, assumere ulteriori misure per ridefinire l’informazione sanitaria, i servizi e la formazione degli operatori sanitari in modo da renderli sensibili al genere, promuovere un equilibrio di genere a tutti i livelli del sistema sanitario, e tener conto del punto di vista delle donne e del loro diritto alla privacy, alla riservatezza, al consenso volontario e informato;

(b) Potenziare gli sforzi per assicurare universalità di accesso all’assistenza sanitaria primaria di qualità per tutto il ciclo della vita, compresa la salute sessuale e riproduttiva, entro il 2015;

( c) Esaminare e rivedere le politiche, i programmi e le legislazioni nazionali per attuare le "Azioni chiave per l’ulteriore attuazione del Programma d’Azione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo" adottate dall’Assemblea Generale alla sua ventunesima sessione, dedicando particolare attenzione al raggiungimento degli specifici traguardi per ridurre la mortalità materna, aumentare la percentuale delle nascite assistite da addetti qualificati, offrire la più ampia gamma di metodi di pianificazione familiare e di contraccezione sicura ed efficace e diminuire il rischio dell’HIV/AIDS per i giovani;

(d) Potenziare le misure per migliorare la condizione alimentare di tutte le bambine e le donne, riconoscendo gli effetti della malnutrizione grave e moderata, le implicazioni, per tutta la durata della vita, dell’alimentazione e il nesso tra la salute della madre e quella del bambino, promuovendo e potenziando il sostegno a programmi per diminuire la malnutrizione, quali programmi per la refezione scolastica, programmi di alimentazione per madre e bambino e la somministrazione di integratori, micronutrizionali dedicando particolare attenzione a colmare il divario di genere nell’ alimentazione;

(e) Riesaminare con la piena partecipazione delle donne e controllare l’impatto delle iniziative di riforma del settore sanitario sulla salute delle donne e sul loro godimento dei diritti umani, in particolare per quel che riguarda la erogazione dei servizi sanitari rurali e urbani alle donne che vivono in povertà, e garantire che le riforme procurino il pieno ed eguale accesso a una assistenza e a servizi sanitari disponibili (?), economicamente accessibili e di qualità a tutte le donne, tenendo conto delle loro molteplici necessità;

(f) Ideare e attuare programmi col pieno coinvolgimento degli adolescenti, laddove è il caso, per fornire loro istruzione, informazione e servizi appropriati, specifici, facili da usare ed accessibili, senza discriminazione, allo scopo di affrontare con efficacia le loro esigenze riproduttive e sessuali, tenendo conto del loro diritto alla privacy, alla riservatezza, al rispetto e al consenso informato, e delle responsabilità, dei diritti e dei doveri dei genitori e dei tutori legali di fornire ai figli, coerentemente alle capacità in evoluzione del bambino, la direzione e la guida opportuna nell’esercizio da parte del bambino dei diritti riconosciuti nella Convenzione sui Diritti del Fanciullo, in conformità alla Convenzione sull’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne e garantendo che, in tutte le iniziative concernenti i bambini, il miglior interesse del bambino venga preso in primaria considerazione. Questi programmi dovrebbero, tra l’altro, sviluppare l’autostima delle adolescenti e aiutarle ad assumere la responsabilità della propria vita; promuovere l’eguaglianza di genere e un comportamento sessuale responsabile; accrescere la consapevolezza, prevenire e curare le infezioni che si trasmettono sessualmente, compresa l’HIV/AIDS, e la violenza e l’abuso sessuale; e offrire consulenza agli adolescenti sull’evitare le gravidanze precoci e indesiderate;

(g) Ideare e attuare programmi per offrire servizi sociali e sostegno alle adolescenti incinte ed alle madri adolescenti, in particolare per metterle in grado di proseguire e portare a termine la loro istruzione;

(h) Dedicare particolare attenzione allo sviluppo e al miglioramento dell’accesso a tecnologie avanzate e nuove e a farmaci e terapie sicure e accessibili economicamente per soddisfare i bisogni sanitari delle donne, ivi comprese le malattie cardiopolmonari, l’ipertensione, l’osteoporosi, il cancro al seno, alla cervice e alle ovaie e l’accesso ai metodi di pianificazione familiare e alla contraccezione, sia per le donne che per gli uomini.

80. definire e utilizzare quadri di riferimento, linee guida e altri strumenti e indicatori pratici per accelerare l’integrazione della prospettiva di genere, compresa la ricerca basata sul genere, strumenti e metodi analitici, formazione, "studi di caso", statistiche e informazioni.

81. (a) Offrire eguali opportunità e condizioni favorevoli alle donne di ogni età ed estrazione in condizioni di eguaglianza con gli uomini incoraggiandone l’ingresso in politica e la partecipazione a tutti i livelli;

(b) Incoraggiare la designazione di un maggior numero di candidati donne, tra l’altro, anche mediante i partiti politici, quote o obiettivi quantificabili o con altri mezzi appropriati per la elezione ai parlamenti e ad altre strutture legislative, per accrescere la loro partecipazione e il loro contributo alla formulazione della politica pubblica;

(c) Definire e mantenere processi e meccanismi di consultazione, in partnership con le organizzazioni delle donne, comprese le ONG e i gruppi comunitari, per garantire che tutte le donne, e in particolare quelle che debbono superare particolari barriere per partecipare alla vita pubblica, siano pienamente coinvolte e informate sulle decisioni che incidono sulla loro vita.

82. (a) Promuovere e tutelare i diritti delle donne lavoratrici e intervenire per eliminare le barriere strutturali e giuridiche e anche gli atteggiamenti stereotipati verso l’uguaglianza di genere sul lavoro, affrontando, tra l’altro, i pregiudizi di genere nelle assunzioni; le condizioni di lavoro; la segregazione professionale e le molestie sul luogo di lavoro; la discriminazione nel godimento delle indennità di protezione sociale, la salute e la sicurezza delle donne sul lavoro; le diseguali opportunità di carriera e l’inadeguata condivisione, da parte degli uomini, delle responsabilità familiari;

(b) Promuovere programmi per mettere in grado donne e uomini di conciliare le loro responsabilità lavorative e familiari e incoraggiare gli uomini a dividere egualitariamente con le donne le responsabilità della casa e della cura dei figli;

(c) Sviluppare o rafforzare politiche e programmi per sostenere i molteplici ruoli delle donne nel contribuire al benessere della famiglia nelle sue varie forme, che riconoscano l’importanza sociale della gravidanza e della maternità, dell’essere genitori, del ruolo dei genitori e dei tutori legali nell’allevare i figli e nel prendersi cura degli altri membri della famiglia. Tali politiche e programmi dovrebbero anche promuovere la condivisione delle responsabilità tra i genitori, donne e uomini, e la società nel suo insieme;

(d) Ideare, attuare e promuovere politiche e servizi a favore delle famiglie, compresi servizi di assistenza economicamente convenienti, accessibili e di qualità per i figli e per gli altri familiari a carico, congedi parentali e altre forme di congedo e campagne per sensibilizzare l’opinione pubblica e altri soggetti pertinenti sulla divisione egualitaria tra donne e uomini delle responsabilità nel lavoro e nella famiglia;

(e) Definire politiche e programmi per aumentare le possibilità di occupazione delle donne e il loro accesso a lavori di qualità, attraverso un miglioramento dell’accesso alla istruzione, formale, informale e professionale, alla formazione e all’aggiornamento, all’istruzione a distanza, compresa quella sull’informatica e sulle capacità imprenditoriali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, per sostenere l’empowerment delle donne nei vari stadi della loro vita;

(f) Intervenire per accrescere la partecipazione delle donne e realizzare una presenza equilibrata di donne e di uomini in tutti i settori e le occupazioni del mercato del lavoro, tra l’altro, incoraggiando la creazione o l’espansione di reti istituzionali per sostenere la progressione di carriera e la promozione delle donne;

(g) Creare e/o rafforzare programmi e politiche per sostenere le donne imprenditrici, comprese quelle impegnate in nuove imprese, mediante l’accesso all’informazione, alla formazione, compresa la formazione professionale, alle nuove tecnologie, a reti, a servizi di credito e finanziari;

(h) Compiere passi decisi per promuovere la eguaglianza di retribuzione per lavoro uguale o per lavoro di valore uguale e per diminuire i differenzenziali di reddito tra donne e uomini;

(i) Incoraggiare e sostenere l’istruzione delle bambine nelle scienze, nella matematica, nelle nuove tecnologie, compresa l’informatica, e nelle materie tecniche, e incoraggiare le donne, anche attraverso consulenza sulla carriera, a cercare occupazione in settori e attività ad alto tasso di crescita e ad alta retribuzione;

(j) Definire politiche e attuare programmi, in particolare per uomini e bambini, sul cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti stereotipati concernenti i ruoli e le responsabilità dei generi per promuovere l’eguaglianza di genere e atteggiamenti e comportamenti positivi;

(k) Rafforzare le campagne per diffondere la consapevolezza di genere e la formazione all’eguaglianza di genere tra donne e uomini, ragazze e ragazzi per eliminare la persistenza di stereotipi dannosi;

(l) Analizzare e far fronte, a seconda delle necessità, alle cause principali per cui le donne e gli uomini possono essere colpiti in maniera differente dal processo di creazione e di riduzione dei posti di lavoro collegato alla transizione economica e alla trasformazione strutturale dell’economia, compresa la globalizzazione;

(m) Promuovere la sensibilità di genere e la responsabilità sociale del settore privato, tra l’altro, attraverso la gestione del tempo di lavoro e la divulgazione di informazioni sensibili al genere e con campagne di sostegno.

83. (a) Rafforzare o istituire, laddove è il caso, organismi nazionali di collaborazione e di regolare rendiconto, con la partecipazione delle ONG, soprattutto delle organizzazioni delle donne, per seguire i progressi compiuti nell’attuazione delle politiche nazionali, dei programmi e dei parametri di riferimento per conseguire l’eguaglianza di genere;

(b) Sostenere il lavoro delle ONG e delle organizzazioni a base comunitaria nell’aiutare le donne svantaggiate, in particolare le donne rurali, a ottenere accesso alle istituzioni finanziarie nel costituire imprese e altri mezzi di sostentamento sostenibili;

(c) Adottare misure per mettere in grado tutte le donne anziane di essere impegnate attivamente in tutti gli aspetti della vita, nonché di assumere molteplici ruoli nelle comunità, nella vita pubblica e nel processo decisionale, e sviluppare e attuare politiche e programmi per garantire loro il pieno godimento dei diritti umani e della qualità della vita, nonché per affrontare le loro necessità, al fine di contribuire alla realizzazione di una società per tutte le età;

(d) Ideare e attuare politiche e programmi per affrontare pienamente le necessità specifiche delle donne e delle bambine disabili, per assicurare il loro eguale accesso all’istruzione a tutti i livelli, compresa la formazione tecnica e professionale e adeguati programmi di riabilitazione, all’assistenza e ai servizi sanitari e a opportunità di occupazione, per proteggere e promuovere i loro diritti umani e, laddove è il caso, per eliminare le diseguaglianze esistenti tra donne e uomini disabili.

C. Azioni da intraprendere a livello internazionale

Da parte del sistema delle Nazioni Unite e delle organizzazioni regionali, secondo il caso:

84. (a) Assistere i Governi, su loro richiesta, nella formazione di competenze istituzionali e nella definizione dei piani d’azione nazionali o nel portar ulteriormente avanti i piani d’azione esistenti per l’attuazione della Piattaforma d’Azione;

(b) Aiutare le organizzazioni non governative, soprattutto le organizzazioni delle donne, a sviluppare le loro capacità di sostegno, applicazione, valutazione e follow-up della Piattaforma d’Azione;

(c ) Allocare risorse sufficienti a programmi regionali e nazionali per attuare la Piattaforma d’Azione nelle sue 12 aree critiche;

(d) Assistere i Governi nei paesi con economie in transizione a sviluppare e portare avanti ulteriormente piani e programmi mirati all’empowerment economico e politico delle donne;

(e) Incoraggiare il Consiglio Economico e Sociale a richiedere alle commissioni regionali, nell’ambito dei rispettivi mandati e risorse, di costruire una banca-dati da aggiornare regolarmente, in cui siano elencati tutti i programmi e i progetti portati a termine nelle rispettive regioni da agenzie o organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, di facilitarne la divulgazione, e di valutarne l’impatto sull’empowerment delle donne attraverso l’attuazione della Piattaforma d’Azione.

85. (a) Continuare, appoggiandosi a tutta la gamma delle competenze disponibile in seno al sistema delle Nazioni Unite, l’attuazione, la valutazione e il follow-up del lavoro affidato alle agenzie delle Nazioni Unite nonché delle conclusioni concordate del Consiglio Economico e Sociale e di altri programmi ed iniziative, per incorporare una prospettiva di genere in tutte le politiche, i programmi e la progettazione del sistema delle Nazioni Unite, anche attraverso un follow-up integrato e coordinato di tutte le conferenze e gli incontri al vertice più importanti delle Nazioni Unite, nonchè garantire l’assegnazione di risorse sufficienti e il mantenimento di unità e di punti focali di genere per raggiungere questo fine;

(b) Assistere i paesi, su loro richiesta, nello sviluppo della metodologia e della compilazione di statistiche sui contributi delle donne e degli uomini alla società e all’economia, e sulla situazione socioeconomica di donne e uomini, in particolare in relazione alla povertà e al lavoro retribuito e non retribuito in tutti i settori;

(c ) Sostenere gli sforzi nazionali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, per un più ampio accesso alla nuova tecnologia dell’informazione come parte degli sforzi per sviluppare la collaborazione nella ricerca, nella formazione e nella divulgazione delle informazioni, anche attraverso il "Sistema di informazione e di rete sulla consapevolezza di genere" (GAINS) in corso di installazione da parte dell’Istituto Internazionale di Ricerca e di Preparazione per l’Avanzamento delle Donne (INSTRAW), sostenendo allo stesso tempo i metodi tradizionali di divulgazione delle informazioni, di ricerca e di formazione;

(d) Assicurare che tutto il personale e i funzionari delle Nazioni Unite presso le Sedi Centrali e sui teatri di azione, soprattutto nelle operazioni sul campo, vengano formati allo scopo di incorporare una prospettiva di genere nel loro lavoro, compresa l’analisi dell’impatto del genere, e assicurare l’appropriato follow-up di tale formazione;

(e) Sostenere la Commissione sulla Condizione delle Donne, nell’ambito del suo mandato, nel valutare e portare avanti l’attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino e il relativo follow-up;

(f) Aiutare i Governi, su loro richiesta, a incorporare una prospettiva di genere come dimensione dello sviluppo, nella pianificazione nazionale dello sviluppo

(g) Aiutare gli Stati parte, su loro richiesta, nella formazione di competenze per l’attuazione della Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne, e a questo riguardo incoraggiare gli Stati parte a tener conto delle osservazioni conclusive nonché alle raccomandazioni generali del Comitato (CEDAW).

86. (a) Aiutare i Governi, su richiesta, nella definizione di strategie sensibili al genere per prestare aiuto e, laddove è il caso, interventi di risposta alle crisi umanitarie dovute a conflitti armati e a disastri naturali;

(b) Assicurare e sostenere la piena partecipazione delle donne a tutti i livelli dei processi decisionali e di attuazione nelle attività di sviluppo e nei processi di pace, comprese la prevenzione e risoluzione di conflitti, la ricostruzione post-conflitto, la promozione, il mantenimento e la costruzione della pace, e a questo riguardo, sostenere il coinvolgimento delle organizzazioni delle donne , delle organizzazioni a base comunitaria e delle organizzazioni non governative;

(c) Incoraggiare il coinvolgimento delle donne nel processo decisionale a tutti i livelli e raggiungere l’equilibrio di genere nella nomina di donne e uomini, con pieno rispetto del principio di un’equa distribuzione geografica, anche come Inviati Speciali e Rappresentanti Speciali del Segretario Generale e nell’interporre buoni uffici per conto del Segretario Generale, tra l’altro, in questioni relative al mantenimento della pace, alla costruzione della pace e in attività operative, anche come coordinatori in loco;

(d) Fornire, secondo il caso, a tutti i soggetti inviati in missioni di mantenimento della pace, una formazione sensibile al genere per trattare con le vittime di violenze, compresa la violenza sessuale, in particolare con le donne e le bambine;

(e) Prendere ulteriori misure efficaci per eliminare gli ostacoli alla realizzazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli, in particolare dei popoli sotto occupazione coloniale e straniera, che continua a incidere negativamente sul loro sviluppo economico e sociale.

87. (a) Sostenere le attività finalizzate all’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine, anche fornendo aiuto alle attività delle reti e delle organizzazioni delle donne entro il sistema delle Nazioni Unite;

(b) Prendere in considerazione il lancio di una campagna internazionale di "tolleranza zero" sulla violenza contro le donne.

88. Incoraggiare l’attuazione di misure intese a raggiungere l’obiettivo dell’equilibrio del cinquanta per cento tra i generi in tutte le posizioni, anche a livello professionale e superiore, in particolare ai più alti livelli nei relativi segretariati, nelle missioni per il mantenimento della pace, nei negoziati di pace e in tutte le attività, e riferire al riguardo, come del caso, e potenziare i meccanismi di responsabilità gestionale.

89. Adottare misure, con la piena partecipazione delle donne, per creare, a tutti i livelli, un ambiente favorevole al raggiungimento e al mantenimento della pace nel mondo, alla democrazia e alla risoluzione pacifica delle controversie, nel pieno rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica degli Stati e di non intervento nelle questioni che rientrano essenzialmente nella giurisdizione di ciascuno Stato, in accordo con la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, e anche per la promozione e la protezione di tutti i diritti umani, compreso il diritto allo sviluppo, e alle libertà fondamentali.

D. Azioni da intraprendere a livello nazionale e internazionale

Da parte di Governi, di organizzazioni regionali e internazionali, tra cui il sistema delle Nazioni Unite, e da istituzioni finanziarie internazionali e da altri soggetti, come del caso:

90. Compiere passi al fine di impedire e di astenersi dall’assumere qualunque misura unilaterale non conforme al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite, che impedisca il pieno raggiungimento dello sviluppo economico e sociale delle popolazioni, in particolare donne e bambini, dei paesi colpiti, che metta in pericolo il loro benessere e che crei ostacoli al pieno godimento dei loro diritti umani, compreso il diritto di tutti a uno standard di vita adeguato per la loro salute e il loro benessere e il loro diritto al cibo, all’assistenza sanitaria e ai servizi sociali necessari. Assicurare che cibo e medicinali non siano usati come strumenti per esercitare pressioni politiche.

91. Adottare misure urgenti ed efficaci in conformità al diritto internazionale allo scopo di alleviare l’impatto negativo delle sanzioni economiche sulle donne e sui bambini.

92. (a) Promuovere la cooperazione internazionale per sostenere gli sforzi regionali e nazionali nella elaborazione e nell’utilizzazione di analisi e dati statistici correlati al genere, tra l’altro, fornendo agli uffici statistici nazionali, su loro richiesta, sostegno istituzionale e finanziario per metterli in grado di rispondere alle richieste di dati disaggregati per sesso e per età ad uso dei Governi nazionali nella formulazione di indicatori statistici sensibili al genere per il monitoraggio e per le valutazioni dell’impatto di politiche e di programmi, nonché per intraprendere indagini strategiche sistematiche;

(b) Realizzare con la piena partecipazione di tutti i paesi un consenso internazionale sugli indicatori e sui modi per misurare la violenza contro le donne, e prendere in considerazione la istituzione di una banca dati facilmente accessibile in merito a statistiche, legislazione, modelli di formazione, buone pratiche, lezioni apprese e altre risorse riguardanti tutte le forme di violenza contro le donne, comprese le lavoratrici emigranti;

(c) In associazione, se del caso, con le istituzioni interessate, promuovere, migliorare, sistematizzare e finanziare la raccolta di dati disaggregati per sesso, età ed altri fattori appropriati sulla salute e l’accesso ai servizi sanitari, comprese informazioni esaurienti sull’impatto dell’HIV/AIDS sulle donne, in tutto l’arco della vita;

(d) Eliminare i pregiudizi di genere nella ricerca biomedica, clinica e sociale, anche conducendo prove cliniche volontarie che coinvolgano le donne, col dovuto riguardo per i loro diritti umani, e in stretta conformità con gli standard legali, etici, medici, scientifici e di sicurezza accettati a livello internazionale, e raccogliere, analizzare e mettere a disposizione delle istituzioni competenti e degli utenti finali informazioni specifiche per genere sul dosaggio, gli effetti collaterali e l’efficacia dei farmaci, compresi i contraccettivi e i metodi di profilassi delle infezioni che si trasmettono per via sessuale.

93. (a) Sviluppare e sostenere la capacità di università, istituti nazionali di ricerca e di formazione e di altri istituti di ricerca competenti di intraprendere ricerche collegate al genere e orientate alla politica al fine di informare i responsabili delle politiche e di promuovere la piena attuazione della Piattaforma d’Azione e del relativo follow-up;

(b) Sviluppare un programma di cooperazione Sud-Sud con l’intento di essere d’aiuto nella costruzione delle capacità degli organismi istituzionali nazionali sulle donne, tra l’altro, attraverso la condivisione delle competenze, esperienze e conoscenze degli organismi nazionali sull’empowerment delle donne, sulle questioni di genere e sui metodi e gli approcci di incorporazione della prospettiva di genere sulle 12 aree critiche della Piattaforma d’Azione;

(c) Sostenere i Governi nei loro sforzi per istituire programmi e misure orientati all’azione per accelerare la piena attuazione della Piattaforma d’Azione, con obiettivi vincolati a precise scadenze e/o traguardi quantificabili e metodi di valutazione, comprese le valutazioni dell’impatto di genere, con la piena partecipazione delle donne per misurare e analizzare i progressi compiuti;

(d) Intraprendere la raccolta dei dati e una ricerca appropriata sulle donne indigene, con la loro piena partecipazione, al fine di aiutare lo sviluppo di politiche, programmi e servizi accessibili e culturalmente e linguisticamente appropriati;

(e) Proseguire la ricerca su tutte le tendenze in atto che possono creare nuove diseguaglianze di genere allo scopo di fornire una base per l’azione politica.

94. (a) Adottare misure per sviluppare e attuare programmi sensibili al genere mirati a stimolare l’imprenditorialità e l’iniziativa privata delle donne, e aiutare le imprese di proprietà delle donne a partecipare e a trarre beneficio, tra l’altro, dal commercio internazionale, dall’innovazione tecnologica e dagli investimenti;

(b) Rispettare, promuovere e realizzare i principi contenuti nella Dichiarazione sui Principi e i Diritti Fondamentali sul Lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e il relativo follow-up, e prendere fortemente in considerazione la ratifica e la piena attuazione delle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro che sono particolarmente rilevanti per assicurare i diritti delle donne sul lavoro;

(c ) Incoraggiare il potenziamento degli istituti di microcredito esistenti e in formazione e delle loro capacità, anche mediante il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali, in modo che il credito e i servizi collegati per l’autoimpiego e per le attività produttrici di reddito possano essere messi a disposizione di un numero sempre maggiore di persone che vivono in povertà, in particolare donne, e per sviluppare ulteriormente, laddove è il caso, altri strumenti di microfinanziamento;

(d) Riaffermare l’impegno a uno sviluppo sensibile al genere e sostenere il ruolo delle donne in modelli di consumo e di produzione sostenibili ed ecologicamente validi e negli approcci alla gestione delle risorse naturali;

(e) Adottare misure per garantire che il lavoro delle donne rurali, che continuano a svolgere un ruolo vitale nel provvedere alla sicurezza alimentare e alla nutrizione e che sono impegnate nella produzione agricola e in imprese collegate all’agricoltura, alla pesca e alla gestione delle risorse e nel lavoro svolto nel domicilio, soprattutto nel settore informale, venga riconosciuto e valutato per potenziare la loro sicurezza economica, l’accesso a e il controllo su risorse e sistemi di credito, servizi e contributi, e il loro empowerment.

95. (a) Incoraggiare e attuare cambiamenti nei curriculum per la formazione dei funzionari pubblici per renderli pienamente sensibili al genere;

(b) Incoraggiare e promuovere programmi per sostenere la partecipazione delle giovani alle organizzazioni giovanili e incoraggiare il dialogo dei giovani tra di loro e tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo;

(c) Sostenere gli sforzi nazionali per promuovere l’istruzione formale e non formale e programmi di consulenza per donne e bambine per consentire loro di acquistare conoscenze, sviluppare autostima e competenze nella leadership, nel patrocinio e nella risoluzione dei conflitti;

(d) Intraprendere ampie azioni per provvedere alla formazione delle competenze delle donne e delle bambine a tutti i livelli, al fine di sradicare la povertà, in particolare la femminilizzazione della povertà, attraverso sforzi nazionali ed internazionali;

(e) Con la piena partecipazione volontaria delle donne indigene, definire e attuare programmi di istruzione e formazione che ne rispettino la storia, la cultura, la spiritualità, le lingue e le aspirazioni e ne assicurino l’accesso a tutti i livelli d’istruzione formale e non formale, compresa l’istruzione superiore;

(f) Continuare a sostenere e a rafforzare programmi nazionali, regionali ed internazionali di alfabetizzazione degli adulti con la collaborazione internazionale per poter raggiungere un miglioramento del 50 per cento nei livelli di alfabetizzazione degli adulti entro il 2015, soprattutto per le donne, e un equo accesso all’istruzione di base e all’educazione permanente per tutti gli adulti;

(g) Continuare ad esaminare la diminuzione dei tassi di iscrizione e l’aumento dei tassi di abbandono da parte di bambini e bambine a livello di istruzione primaria e secondaria in alcuni paesi, e ideare, con la cooperazione internazionale, programmi nazionali appropriati per eliminare le cause alle radici e supportare l’apprendimento per tutta la vita per le donne e le bambine, con l’intento di garantire il raggiungimento dei pertinenti traguardi internazionali nel campo dell’istruzione stabiliti dalle conferenze internazionali sul tema;

(h) Assicurare pari opportunità alle donne e alle bambine nelle attività culturali, ricreative e sportive, e la partecipazione ad attività atletiche e fisiche a livello nazionale, regionale ed internazionale, quali l’accesso, la preparazione, la competizione, la remunerazione e la premiazione;

(i) Continuare a ideare sforzi per la promozione del rispetto della diversità culturale e del dialogo tra le civiltà e nel loro seno in maniera che contribuisca all’attuazione della Piattaforma d’Azione, che mira all’empowerment delle donne e a realizzare pienamente tutti i diritti umani e le libertà fondamentali di tutte le donne, e in maniera che garantisca che l’eguaglianza di genere e il pieno godimento di tutti i diritti umani da parte delle donne non siano insidiati;

(j) Applicare e sostenere misure decise per dare a tutte le donne, in particolare a quelle indigene, eguale accesso a programmi di costruzione delle competenze e di formazione per accrescere la loro partecipazione al processo decisionale in tutti i campi e a tutti i livelli.

96. (a) Aumentare la cooperazione, le risposte politiche, l’effettiva applicazione della legislazione nazionale e altre misure di protezione e di prevenzione mirate a eliminare la violenza contro le donne e le bambine, soprattutto tutte le forme di sfruttamento commerciale del sesso, come pure di sfruttamento economico, compresa la tratta di donne e bambini, l’infanticidio femminile, i delitti d’onore, i delitti passionali, i crimini motivati da fattori razziali, il rapimento e la vendita di bambini, la violenza e le morti collegate alla dote, le aggressioni con l’acido e le pratiche tradizionali o consuetudinarie dannose, quali la mutilazione genitale femminile, i matrimoni precoci e i matrimoni forzati;

(b) Accrescere la consapevolezza e la conoscenza dello Statuto di Roma del Tribunale Penale Internazionale, che afferma che lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione imposta, la gravidanza forzata, la sterilizzazione imposta e altre forme di violenza sessuale costituiscono crimini di guerra e, in determinate circostanze, crimini contro l’umanità, al fine di impedire che tali crimini accadano, e prendere misure per sostenere il perseguimento di tutte le persone responsabili di tali crimini e offrire alle vittime percorsi di riparazione; inoltre accrescere la consapevolezza della misura in cui tali crimini vengono usati come arma di guerra;

(c) Fornire sostegno alle organizzazioni non governative, in collaborazione con il sistema delle Nazioni Unite, tra l’altro, attraverso la cooperazione regionale ed internazionale, comprese le organizzazioni e i gruppi comunitari delle donne, nell’affrontare tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine, inclusi programmi per combattere la violenza contro le donne e le bambine basata sulla razza e l’etnia;

(d) Incoraggiare e sostenere campagne pubbliche, come del caso, per accrescere la consapevolezza pubblica dell’inaccettabilità e dei costi sociali della violenza contro le donne, e svolgere attività di prevenzione per promuovere rapporti interpersonali sani ed equilibrati basati sull’uguaglianza di genere.

97. (a) Intensificare la cooperazione tra Stati di origine, di transito e di destinazione per impedire, reprimere e punire la tratta delle persone, soprattutto di donne e bambini;

(b) Sostenere i negoziati in corso sul progetto di protocollo per la prevenzione, repressione e punizione della tratta delle persone, soprattutto di donne e bambini, da integrare nella bozza della Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine Organizzato Transnazionale

(c) Se del caso, perseguire e sostenere strategie nazionali, regionali ed internazionali per ridurre il rischio per le donne e le bambine, comprese le rifugiate e le sfollate, e le lavoratrici emigranti, di diventare vittime della tratta; rafforzare la legislazione nazionale definendo ulteriormente il reato di tratta in tutti i suoi aspetti e rinforzando conseguentemente le pene; adottare politiche e programmi sociali ed economici, come pure iniziative di informazione e di sensibilizzazione, per prevenire e combattere la tratta delle persone, soprattutto di donne e bambini; perseguire i perpetratori della tratta; offrire misure per sostenere, aiutare e proteggere le persone oggetto di tratta nei loro paesi di origine e in quelli di destinazione; e facilitarne il ritorno e sostenerne la reintegrazione nei paesi di origine.

98. (a) Migliorare la conoscenza e la consapevolezza dei rimedi disponibili per le violazioni dei diritti umani delle donne;

(b) Promuovere e tutelare i diritti umani di tutte le donne emigranti e attuare politiche per affrontare le necessità specifiche delle emigranti fornite di documenti e, laddove necessario, contrastare le diseguaglianze esistenti tra uomini e donne emigranti per assicurare l’eguaglianza di genere;

(c ) Promuovere il rispetto per il diritto delle donne e degli uomini alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Riconoscere il ruolo centrale che religione, spiritualità e fede hanno nella vita di milioni di donne e di uomini;

(d) Incoraggiare, mediante i mezzi di comunicazione e con altri mezzi, una approfondita consapevolezza degli effetti dannosi sulla salute delle donne di talune pratiche tradizionali o consuetudinarie, alcune delle quali aumentano la loro vulnerabilità all’HIV/AIDS e ad altre infezioni trasmesse per via sessuale, e intensificare gli sforzi per eliminare tali pratiche;

(e) Prendere le misure necessarie per proteggere gli individui, i gruppi e gli organismi della società impegnati nella promozione e nella protezione dei diritti umani delle donne;

(f) Incoraggiare gli Stati parte a continuare a includere una prospettiva di genere nelle loro relazioni agli organi di controllo sull’applicazione dei trattati; inoltre incoraggiare tali organi a continuare a tenere conto della prospettiva di genere nell’adempimento dei loro mandati, tenendo presente la necessità di evitare inutili duplicazioni o sovrapposizioni del loro lavoro; e incoraggiare ulteriormente gli organismi dei diritti umani a continuare a tenere conto di una prospettiva di genere nel loro lavoro;

(g) Sostenere programmi innovativi per l’empowerment delle donne anziane per accrescere il loro contributo allo sviluppo e agli sforzi per combattere la povertà e il beneficio che ne possono trarre..

99. (a) Promuovere ampi programmi di educazione ai diritti umani, tra l’altro in collaborazione, laddove è il caso, con le istituzioni scolastiche e dei diritti umani, con i soggetti pertinenti della società civile, soprattutto con le organizzazioni non governative e le reti dei mezzi di comunicazione, per assicurare un’ampia diffusione delle informazioni sugli strumenti dei diritti umani, in particolare quelli riguardanti i diritti umani delle donne e delle bambine;

(b) Prendere misure, tra l’altro, attraverso il sostegno e il rafforzamento dei meccanismi esistenti preposti al perseguimento dei responsabili delle violazioni dei diritti umani delle donne, per eliminare l’impunità;

(c) Prendere misure per eliminare le violazioni del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Molte di queste violazioni hanno un impatto negativo sulla promozione e sulla protezione dei diritti umani delle donne;

(d) Affrontare le cause alle radici dei conflitti armati in maniera ampia e duratura, e le differenze dell’impatto dei conflitti armati sulle donne e sugli uomini, e tenerne conto nelle relative politiche e programmi per poter, tra l’altro, potenziare la protezione dei civili, soprattutto delle donne e dei bambini;

(e) Garantire il rilascio degli ostaggi, in particolare donne e bambini, compresi quelli messi successivamente in prigione, nei conflitti armati;

(f) Sviluppare e sostenere politiche e programmi per la protezione dei bambini, soprattutto delle bambine, nel corso delle ostilità, al fine di proibire il loro reclutamento e impiego forzato da parte di tutti i soggetti e per promuovere e/o rafforzare gli organismi per la loro riabilitazione e reintegrazione, tenendo conto delle specifiche esperienze e necessità delle bambine;

(g) Migliorare e rafforzare le competenze delle donne colpite da situazioni di conflitto armato, comprese le donne profughe e sfollate , tra l’altro, coinvolgendole nella programmazione e nella gestione delle attività umanitarie in modo che beneficino di queste attività su base egualitaria con gli uomini;

(h) Invitare l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, altre pertinenti agenzie delle Nazioni Unite, nell’ambito dei rispettivi mandati, e altre organizzazioni umanitarie pertinenti nonché i Governi, a continuare a fornire sostegno adeguato ai paesi che ospitano un gran numero di rifugiati e a quelli con sfollati, nei loro sforzi di fornire protezione e assistenza, prestando particolare attenzione alle necessità delle donne e dei bambini rifugiati e sfollati;

(i) Cercare di garantire la partecipazione piena ed egualitaria delle donne alla promozione della pace, in particolare attraverso la piena attuazione della Dichiarazione e del Programma d’Azione per una Cultura di Pace;

(j) Provvedere sostegno ed empowerment per le donne che svolgono un importante ruolo all’interno delle proprie famiglie quali fattori di stabilità in situazioni di conflitto e successive a conflitto;

(k) Potenziare gli sforzi per un disarmo generale e completo sotto rigoroso ed efficace controllo internazionale, basato sulle priorità stabilite dalle Nazioni Unite nel campo del disarmo, in modo che le risorse risparmiate possano essere utilizzate, tra l’altro, per programmi sociali ed economici a beneficio delle donne e delle bambine;

(l) Esplorare nuovi modi per generare nuove risorse finanziarie pubbliche e private, inter alia, con la riduzione appropriata delle spese militari eccessive e del commercio delle armi e degli investimenti per la produzione e l’acquisto di armi, comprese le spese militari globali, tenendo conto delle esigenze della sicurezza nazionale, in modo da consentire la possibile allocazione di fondi aggiuntivi per lo sviluppo sociale ed economico, inter alia, per il progresso delle donne;

(m) Prendere misure per garantire la protezione dei rifugiati, soprattutto delle donne e delle bambine, e l’offerta di servizi sociali di base adeguati sensibili al genere, compresa l’istruzione e la salute e il loro accesso ad essi.

100. (a) Collaborare e lavorare con partner del settore privato e reti di mezzi di comunicazione a livello nazionale e internazionale per promuovere l’eguale accesso di donne e uomini in quanto produttori e consumatori, soprattutto nel campo delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, anche incoraggiando i mezzi di comunicazione e l’industria delle informazioni, coerentemente con la libertà di espressione ad adottare, o sviluppare nuovi codici di condotta, linee guida professionali e altre linee guida di autoregolamentazione per eliminare gli stereotipi di genere e promuovere una raffigurazione equilibrata di donne e di uomini;

(b) Elaborare programmi che sostengano la capacità delle donne di creare, accedere e promuovere attività di messa in rete, in particolare attraverso l’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, anche con la creazione e il sostegno di programmi per formare le competenze delle ONG delle donne a tale riguardo;

(c ) Mettere a frutto le novità delle nuove tecnologie dell’informazione, inclusa Internet, per migliorare la condivisione globale di informazioni, ricerche, punti di forza, lezioni apprese dalle esperienze delle donne, compreso il programma "Herstories" riferite al raggiungimento dell’eguaglianza di genere, dello sviluppo e della pace, e studiare altri ruoli che queste tecnologie possono svolgere nel raggiungimento di questo obiettivo.

101. (a) Adottare misure efficaci per far fronte alle sfide della globalizzazione, anche mediante una maggiore ed effettiva partecipazione dei Paesi in via di sviluppo al processo internazionale di assunzione delle decisioni di politica economica, al fine, inter alia, di garantire l’eguale partecipazione delle donne, in particolare di quelle dei Paesi in via di sviluppo, al processo di assunzione delle decisioni macroeconomiche;

(b) Adottare misure, con la piena ed effettiva partecipazione delle donne, per assicurare nuovi approcci alla cooperazione internazionale allo sviluppo, basati sulla stabilità, la crescita e l’equità, con una più intensa ed effettiva partecipazione e integrazione dei Paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale in via di globalizzazione, rivolti all’eliminazione della povertà e alla riduzione della diseguaglianza basata sul genere nel contesto generale del raggiungimento di uno sviluppo sostenibile incentrato sulla persona;

(c) Programmare e rafforzare strategie di sradicamento della povertà, con la piena ed effettiva partecipazione delle donne, che riducano la femminilizzazione della povertà e accrescano la capacità delle donne e il loro empowerment per fronteggiare gli impatti negativi della globalizzazione economica e sociale;

(d) Intensificare gli sforzi per attuare programmi di sradicamento della povertà e per valutare, con la partecipazione delle donne, in che misura questi programmi incidono sull’empowerment delle donne che vivono in povertà, in termini di accesso a una formazione e a un’istruzione di qualità nonchè all’assistenza sanitaria fisica e mentale, all’occupazione, ai servizi sociali di base, all’eredità e all’accesso e al controllo della terra, degli alloggi, del reddito, del microcredito e di altri strumenti e servizi finanziari, e introdurre miglioramenti di tali programmi alla luce della suddetta valutazione;

(e) Riconoscendo i legami di reciproco rafforzamento esistenti tra eguaglianza di genere e sradicamento della povertà, elaborare e attuare, laddove è il caso, in consultazione con la società civile, ampie strategie di sradicamento della povertà sensibili al genere, investendo le questioni sociali, strutturali e macroeconomiche;

(f) Incoraggiare la costituzione, in associazione con istituti finanziari privati, laddove sia il caso, di "sportelli di prestito" e di altri servizi finanziari accessibili con procedure semplificate, specificatamente progettati per soddisfare le esigenze di risparmio, di credito e di assicurazione di tutte le donne;

(g) Intraprendere azioni a largo raggio per fornire e sostenere la formazione di competenze qualificate per le donne e le bambine a tutti i livelli, sulla base di strategie elaborate con la loro completa ed effettiva partecipazione, per raggiungere obiettivi concordati per sradicare la povertà, in particolare la femminilizzazione della povertà, mediante sforzi nazionali, regionali ed internazionali. Gli sforzi nazionali hanno bisogno di essere completati da una cooperazione regionale ed internazionale più intensa per poter affrontare i rischi, vincere le sfide e garantire che le opportunità create dalla globalizzazione siano di giovamento alle donne, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo;

(h) Istituire, con la piena ed effettiva partecipazione delle donne e in consultazione con la società civile, soprattutto con le ONG, in maniera tempestiva, fondi di sviluppo sociale, laddove è il caso, per alleviare gli effetti negativi sulle donne connessi ai programmi di aggiustamento strutturale e di liberalizzazione del commercio e l’onere sproporzionato sopportato dalle donne che vivono in povertà;

(i) Individuare e porre in atto soluzioni orientate allo sviluppo e durature che integrino una prospettiva di genere nei problemi del debito estero e del servizio del debito dei Paesi in via di sviluppo, compresi i paesi meno sviluppati, mediante, inter alia la riduzione del debito, compresa l’opzione ODA di cancellazione del debito, allo scopo di aiutarli a finanziare programmi e progetti finalizzati allo sviluppo, compreso l’avanzamento delle donne;

(j) Sostenere l’iniziativa di Colonia per la riduzione del debito, soprattutto la sollecita attuazione dell’iniziativa potenziata sul debito dei paesi poveri fortemente indebitati; garantire la messa a disposizione di finanziamenti adeguati per la sua attuazione e adempiere la disposizione che i fondi risparmiati dovrebbero essere utilizzati per sostenere programmi contro la povertà che affrontino le dimensioni di genere;

(k) Promuovere e accelerare l’attuazione dell’iniziativa 20/20, che integra una prospettiva di genere perché tutti ne beneficino pienamente, soprattutto le donne e le bambine;

(l) Fare appello a continuare la cooperazione internazionale, compresa la riconferma di sforzarsi di raggiungere il prima possibile l’obiettivo concordato a livello internazionale, e non ancora raggiunto, di destinare lo 0,7 per cento del prodotto nazionale lordo dei Paesi sviluppati all’aiuto pubblico complessivo allo sviluppo, aumentando così il flusso delle risorse a favore dell’eguaglianza di genere, dello sviluppo e della pace;

(m) Facilitare il trasferimento ai Paesi in via di sviluppo e ai paesi con economie in transizione delle tecnologie appropriate, in particolare delle nuove e moderne tecnologie, e incoraggiare gli sforzi della comunità internazionale per eliminare le restrizioni a tali trasferimenti, come mezzo efficace di integrazione degli sforzi nazionali per un’ulteriore accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi di eguaglianza di genere, sviluppo e pace;

(n) Raccomandare che il Comitato Preparatorio per l’Assemblea del Millennio faccia uno sforzo, nel contesto dell’incorporazione della prospettiva di genere nel sistema delle Nazioni Unite, per integrare una prospettiva di genere in tutte le attività e i documenti relativi all’Assemblea e al Summit del Millennio, compresa la presa in considerazione dello sradicamento della povertà;

(o) Creare un ambiente favorevole e progettare e attuare politiche che promuovano e tutelino il godimento di tutti i diritti umani - civili, culturali, economici, politici e dei diritti sociali, compreso il diritto allo sviluppo - e le libertà fondamentali, come parte degli sforzi di raggiungere l’eguaglianza di genere, lo sviluppo e la pace.

102. (a) Creare e rafforzare un ambiente favorevole, in coerenza con la legislazione nazionale, per sostenere la capacità delle ONG delle donne di mobilitare le risorse necessarie a garantire la sostenibilità delle loro attività di sviluppo;

(b) Incoraggiare la costituzione e il rafforzamento di partnership e cooperazione a tutti i livelli dei molteplici soggetti interessati nelle organizzazioni internazionali e intergovernative, con i soggetti pertinenti della società civile, comprese le ONG, il settore privato e i sindacati, e le organizzazioni delle donne e altre ONG, i sistemi della comunicazione e dei media a sostegno degli obiettivi della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne;

(c) Incoraggiare la partnership e la cooperazione tra Governi, organizzazioni internazionali, in particolare istituzioni finanziarie, e organizzazioni multilaterali, istituzioni del settore privato e società civile, comprese le ONG, soprattutto le organizzazioni delle donne e quelle a base comunitaria, per sostenere le iniziative di sradicamento della povertà focalizzate sulle donne e sulle bambine;

(d) Riconoscere il ruolo cruciale delle donne e sostenere le donne e le ONG e le organizzazioni a base comunitaria delle donne nell’attuazione dell’Agenda 21, integrando una prospettiva di genere nella formulazione, progettazione e attuazione di organismi, programmi e infrastrutture sostenibili per l’ambiente e la gestione delle risorse.

103. (a) Promuovere programmi per un salubre invecchiamento attivo che sollecitino l’indipendenza, l’eguaglianza, la partecipazione e la sicurezza delle donne anziane e intraprendere ricerche e programmi specifici di genere per far fronte alle loro necessità;

(b) In via prioritaria, soprattutto nei paesi più colpiti, e in associazione con le ONG, ovunque possibile, intensificare l’educazione, i servizi e le strategie di mobilitazione a base comunitaria per proteggere le donne di tutte le età dall’HIV e da altre infezioni trasmesse per via sessuale, anche attraverso la messa a punto di metodi economici, efficaci e facilmente accessibili controllati dalle donne, compresi metodi quali sostanze microbicide e preservativi femminili che proteggano dalle infezioni trasmesse per via sessuale e dall’HIV/AIDS; analisi e consulenza volontaria e riservata sull’HIV; promozione di un comportamento sessuale responsabile, compresa l’astinenza e l’uso di preservativi; e sviluppo di vaccini, tecniche diagnostiche semplici a basso costo e trattamenti monodose per le infezioni trasmesse per via sessuale;

(c) Fornire accesso a un trattamento adeguato ed economicamente accessibile, al monitoraggio e all’assistenza per tutte le persone, soprattutto per le donne e le bambine, affette da malattie trasmesse per via sessuale o che convivono con malattie che mettono in pericolo la vita, compresa l’HIV/AIDS e le infezioni opportuniste collegate, come la tubercolosi. Fornire altri servizi, tra cui alloggi e protezione sociale adeguati, anche durante la gravidanza e l’allattamento al seno; aiutare i bambini e le bambine rimasti orfani a causa della pandemia dell’HIV/AIDS; e fornire sistemi di sostegno sensibili al genere per le donne e per altri membri della famiglia che sono coinvolti nella cura di persone affette da gravi patologie, compresa l’HIV/AIDS;

(d) Adottare misure efficaci e sollecite per mobilitare l’opinione pubblica internazionale e nazionale riguardo agli effetti delle diverse dimensioni dei problemi mondiali delle droghe sulle donne e le bambine e garantire che vengano fornite risorse adeguate a tal fine.

104. Incoraggiare le partnership tra Governi e ONG nell’adempimento degli impegni assunti alla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne e in occasione di altre conferenze mondiali e vertici delle Nazioni Unite al fine di promuovere l’eguaglianza di genere, lo sviluppo e la pace nel ventunesimo secolo.

* Traduzione non ufficiale rivista a cura di Marisa Rodano per conto della Commissione per la parità e le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio - maggio 2001.