Prospettive femministe dei sud su popolazione e diritti riproduttivi: le continue sfide*

di Gita Sen


Gita Sen descrive a grandi linee i risultati positivi della Conferenza del Cairo per le donne del sud sottolineando allo stesso tempo le battaglie che devono ancora essere vinte in un complesso insieme di livelli.

Le molteplici lotte sullautodeterminazione

Le lotte delle donne per l'autonomia riproduttiva e sessuale hanno profonde radici storiche. Antropologhe femministe e storiche esperte di sessualità hanno documentato l'intensità e la diffusione del controllo sociale sulla sessualità delle donne e sulle loro capacità riproduttive attraverso il tempo e lo spazio. Nonostante la considerevole diversità delle forme in cui tale controllo è stato esercitato, il fatto che le donne abbiano esercitato poca autonomia o autodeterminazione nei problemi sessuali e riproduttivi in molte società, e ormai fuori discussione. La mancanza di auto-determinazione, in quest'aspetto di vita delle donne, si è riversata sul loro lavoro, sulla loro partecipazione a processi politici e sociali e spesso sulla loro sopravvivenza.

Questo controllo sociale sulle donne è determinato da molteplici fattori la cui relativa importanza e causale efficacia sono variate nel tempo. Molte donne del sud probabilmente si rammentano andando indietro di una generazione (forse meno) quando anche le donne delle classi economiche sia medie che alte non avevano accesso ai metodi di contraccezione, e quindi, non avevano la possibilità di controllare la propria fertilità. Anche nei paesi del nord le lotte per l'accesso ai metodi contraccettivi risalgono ad appena un secolo fa. Sebbene questi primi tentativi fossero essenzialmente concentrati sulla legalizzazione e sull'accesso ai metodi di contraccezione, altre forze sociali confusero le questioni ed infangarono le acque. La storia della complessa relazione di Margaret Sanger con i movimenti eugenisti in merito alla supremazia bianca negli Stati Uniti è ben nota.

Dopo la seconda guerra mondiale il centro dell'attenzione storica si è spostato sulle donne del sud. Tre forze contendenti hanno preparato il terreno sul quale le donne del sud hanno dovuto combattere per acquisire i diritti riproduttivi e sessuali. La prima forza è rappresentata dalla pressione sul controllo della popolazione esercitata dai paesi del nord su quelli del sud. La paura dell"esplosione demografica~ ha determinato non solo l'ideologia e le politiche di assistenza allo sviluppo ma è emersa ripetutamente durante periodi di depressione economica mondiale, alimentata dalle paure dell'emigrazione e di opportunità ridotte. Tali paure hanno avuto una maggiore influenza sulle politiche di popolazione fino alla Conferenza del Cairo e nel campo della demografia stessa.

La seconda grande forza sociale è rappresentata dalla gerarchia della Chiesa cattolica con il suo ruolo nella definizione di legalità e disponibilità di diversi metodi del controllo delle nascite, in particolar modo nei paesi prevalentemente cattolici. Sebbene l'aborto sia sempre stato il punto critico delle lotte delle donne di queste regioni, esso rappresenta semplicemente la punta dell'iceberg. La gerarchia della Chiesa ha usato il suo considerevole peso politico ed economico, e la sua posizione in organizzazioni quali l'Opus Dei, per influenzare sia la legislazione che la politica, allo scopo di ridurre l'accesso delle donne ai metodi moderni di contraccezione. Durante e dopo la Conferenza del Cairo, la Chiesa si è anche unita ai mullah conservatori islamici per opporsi ai tentativi delle femministe di definire un ordine del giorno globale sulle politiche di diritti sessuali e riproduttivi, sull'empowerment delle donne e sulla parità tra i sessi.

Il terzo fattore che definisce i termini in cui le donne devono combattere è la generale scarsa qualità dei servizi sanitari in molti paesi del sud, e l'impatto delle politiche economiche sui finanziamenti alla sanità e la direzione delle politiche di sanità. In tempi di diminuzione del bilancio per la sanità, delle crisi fiscali e delle prolungate recessioni economiche causate dalle principali agenzie promotrici della globalizzazione economica, il sogno della 'salute per tutti entro l'anno 2000' custodito gelosamente nella Dichiarazione di Alma Ata si è mutato in cenere da molto tempo. Abbiamo invece assistito alla riduzione delle spese di sanità pubblica, al peggioramento della qualità delle cure primarie e dei servizi di base, alla rinascita di vecchi e l'emergere di nuovi modelli di malattia, ed al peggioramento della salute, specialmente delle ragazze e delle donne.

La pressione di questi tre elementi (ed il potere dei loro protagonisti) ha fatto si che le donne del sud dovessero combattere simultaneamente su tre fronti: contro l'insensibile (se non proprio coercitivo) controllo delle politiche di popolazione che ha dato poca importanza alla qualità dei servizi oppure alle donne in materia di sanità a favore di metodi contraccettivi moderni, legali, sicuri ed efficaci da mettere a disposizione sia nel settore pubblico che in quello privato; e a favore di una migliore qualità dei servizi sanitari, in generale, accessibili e meno cari sia per le prime cure che per eventuali cure successive all'interno di cui possono essere meglio inclusi i servizi di salute riproduttiva allo scopo di produrre sinergia tra una migliore sanità in generale e la salute riproduttiva e sessuale in particolare.

Sebbene queste forze siano state presenti nelle tre principali regioni del sud, la loro intensità è stata varia. Tale fatto è cruciale per capire la ragione per cui, in tempi recenti, donne in diverse regioni abbiano avuto priorità differenti per effettuare cambiamenti. Le donne dell'America Latina e del Medio Oriente hanno dato importanza alla legalità e alla disponibilità dei metodi di contraccezione. Le donne dei popolati paesi dell'Asia hanno dato priorità al cambiamento delle politiche di popolazione per passare dalle ideologie incentrate sul controllo della popolazione verso servizi pubblici più sensibili ai bisogni delle donne, mentre i rigori delle politiche di aggiustamento strutturale e il crollo dei sistemi sanitari in Africa hanno fatto si che qui il problema della sanità di base divenisse in assoluto il problema centrale. Questa variazione regionale delle priorità e delle attitudini non significa che, in ogni regione gli altri problemi non siano importanti. Il problema dell'aumento delle disuguaglianze economiche ed il peggioramento dei servizi e della situazione sanitari, sono argomenti di serio interesse non soltanto in Africa, ma anche in molte parti dell'Asia e dell'America Latina. Gli atteggiamenti e le pratiche tradizionali sul controllo della popolazione hanno dominato non solo i programmi di pianificazione familiare, ma anche la prestazione dei servizi sanitari in Africa ed in parte dell'America Latina. Mentre le posizioni contro le donne di conservatori religiosi hanno messo in discussione i diritti delle donne in molte parti del sud e del nord.

Tuttavia, la variabilità esiste, ed ha rappresentato una grande sfida nell'elaborazione di una piattaforma uniforme di diritti delle donne prima e durante la Conferenza del Cairo.


Sfide allimplementazione dell'ICPD

Lanalisi, la rete e l'appoggio di un'organizzazione femminista del sud, Development Alternatives with Wornen for a New Era -Alternative di Sviluppo con Donne per una Nuova Era (DAVVN), nei tre anni che precedettero FICPD si concentrò su questa variabilità ed allo stesso tempo ad evidenziare il bisogno e la possibilità di un approccio uniforme (Correa, 1994). Le sfide chiave per la realizzazione di un agenda per la salute ed i diritti riproduttivi dopo FICPD furono identificate come:

pregiudizi e pratiche culturali e religiose che interagiscono con i sistemi politici per impedire alle donne di esercitare la piena soggettività di cittadine;

meccanismi di stato estremamente burocratici e insensibili che sono stati poco responsabili verso le donne nelle loro politiche e nei servizi e che, attualmente, sono anche costretti a tagliare i costi;

l'aumento della privatizzazione dei servizi in una situazione di controlli regolatori deboli e una diffusissima mancanza d'informazione e conoscenza in particolar modo nel campo della tecnologia.

Due paesi, l'Egitto e l'India sottolineano la natura di queste sfide negli anni posteriori al Cairo.


Egitto

Essendo il paese ospite dell'ICPD, l'Egitto si è trovato in una situazione politica estremamente complicata e difficile durante la conferenza. Nelle settimane precedenti, nel clima creato dall'unione delle forze della gerarchia cattolica e i mullah conservatori, i fondamentalisti islamici minacciarono di impedire la realizzazione della conferenza. Durante la conferenza, l'Egitto ha dovuto ricorrere a tutto il suo acume politico ed agli sforzi diplomatici per condurre i negoziati della conferenza ad una conclusione positiva mediante grandi dibattiti e asprezza su temi quali i diritti delle donne alla proprietà ed all'eredità, al controllo della sessualità e della riproduzione ed alla distribuzione del potere tra i sessi. Le forze conservatrici islamiche esaminarono minuziosamente le capacità politiche del governo egiziano.

Nel mezzo di questa situazione turbolenta scoppiò una grossa crisi quando la CNN trasmise un lungometraggio sulla mutilazione genitale femminile (MGF) di una giovane ragazza egiziana.

Dall'ICPD, l'argomento MGF ha avuto una storia altalenante nelle mani del governo egiziano attraverso i tribunali. Dopo la proibizione iniziale di questa pratica, sotto la pressione dei conservatori, il governo la riammise convenendo di farla eseguire da personale medico qualificato. Solamente ad oltre due anni di distanza, quando il tribunale egiziano proibì definitivamente questa pratica, la questione fu accantonata. In questo periodo, ci furono lotte violente fra i religiosi conservatori ed i sostenitori dei diritti delle donne non soltanto nei tribunali ma anche attraverso mezzi di comunicazione.

Il declino del sostegno politico dovuto alla crisi economica, rese il governo sempre più preoccupato per la possibile perdita del sostegno dei social-moderati o per paura di alienare ulteriormente i conservatori religiosi nel caso avesse attuato una forte opposizione alle vecchie pratiche tradizionali.

Mentre in Egitto il problema MGF può essere stato risolto dal punto di vista legale, ciò non significa che la pratica sociale sia diminuita. Le pratiche sociali, soprattutto in questioni di genere, possono resistere notevolmente, come è stato testimoniato dalle questioni di dote e di selezione sessuale prenatale in India. Ironicamente sembra che tali pratiche si stiano rafforzando nonostante i notevoli progressi a favore dei diritti umani delle donne fatti attraverso le conferenze degli anni'90. Tuttavia, mentre è incerto che le affermazioni fatte alle conferenze possano da sole mutare le pratiche sociali, è certo che la fine dell'oppressione di genere a lungo nascosta è in grado di creare un clima di opinione dentro al quale giacciono i semi per un cambiamento positivo.


India

Quella del programma di pianificazione familiare indiana, dopo FICPD, è una storia di sviluppi rapidi e complessi. Il programma di pianificazione familiare in India è il programma ufficiale più vecchio del mondo. 'approccio basilare usato durante le tre decadi tra la fine degli anni '60 e FICPD è stato H tentativo di controllare il tasso di crescita della popolazione fissando degli obiettivi specifici attraverso metodi contraccettivi.

Le rigidità di tale approccio deformarono l'approvvigionamento dei servizi di cura della salute e risultarono in atti falsificati e violazioni dei diritti umani che sono stati ampiamente documentati. Negli anni successivi all'ICPD si sono registrati grandi cambiamenti in tale sistema. Dal 1996 c'è stato un cambiamento ufficiale, passando dal sistema incentrato sugli obiettivi ad uno basato sulla valutazione decentralizzata dei bisogni di salute riproduttiva della comunità. Pressati da critiche interne (da parte di gruppi di donne e altri) ed esterne (da parte di donatori), il governo si è impegnato ad abolire gli obiettivi, espandendo la gamma e la qualità dei servizi e lavorando associandosi con le ONG e gli enti locali.

Mentre è importante riconoscere e dare credito al governo di essersi impegnato in tali importanti iniziative, il cambiamento di un così burocratico sistema di distribuzione di servizi è pieno di trappole. Nel modo come si sta sviluppando attualmente, nel programma rimangono due punti deboli: l'incompleto cambiamento del modo dì pensare sia dei burocrati superiori che dei lavoratori ai livelli inferiori; l'insufficiente responsabilità verso le donne del programma. Il governo ha cercato di barcamenarsi tra la difesa del vecchio approccio verticale nel controllo della popolazione ed il nuovo approccio alla salute riproduttiva e del bambino che non sia incentrata sugli obiettivi. Il risultato è stato una confusione evitabile tra coloro che realizzano il programma ed anche un parziale numero di cambiamenti in cui ancora mancano gli elementi chiave per servizi di qualità attenti ai bisogni di salute delle donne. Nonostante ciò, e nonostante l'attuale instabilità del programma, è chiaro che tali cambiamenti significativi non avrebbero potuto mai essere stati effettuati in assenza della spinta data dall'ICPD.

L'India ci fornisce anche un esempio della terza sfida, cioè la privatizzazione' crescente e non regolamentata. Il caso del Quinacrine, un agente chimico usato per la sterilizzazione femminile sviluppato in origine da un medico cileno, recentemente ha raggiunto una considerevole notorietà. Il Quinacrine è un buon esempio dei pericoli di una privatizzazione senza regole per lo meno nel caso indiano. Molto tempo dopo che la controversia sul caso di (oltre) 30.000 donne vietnamite che erano state sterilizzate (prima che fossero completati gli esami tossicologici e gli esperimenti clinici del farmaco sugli animali), fosse apparsa sulle pagine di Lancet, alcuni distributori statunitensi di farmaci ancora rifornivano dottori privati indiani in diverse città. Sia il Consiglio della Ricerca Medica sia l'Organo di Controllo dei Farmaci in India dichiararono la loro inabilità ad agire fino a quando la Corte Suprema dell'India quest'anno, in risposta alla controversia d'interesse pubblico, ha proibito l'uso del Quinacrine.

Ma il Quinacrine è solo uno dei tanti casi. Essendo economico e -facile da produrre, il Quinacrine non è un caso d'irresponsabilità corporativa, ma nella precipitosa caduta verso la privatizzazione del settore sanitario nel quale molti paesi ora sono impegnati, la venalità corporativa è probabile che diventi meno facile da scoprire o controllare a meno che forti meccanismi regolatori vengano messi in atto a livello nazionale ed internazionale.


Conclusione

L'ICPD è stata una grande vittoria per il movimento delle donne a livello mondiale. ~, però, soltanto un momento di una lotta che si profila lunga e complessa. 1 tre esempi citati sono positivi, ma rappresentano anche una vittoria incerta davanti a sfide serie. La tenacia, il coraggio e la volontà di sfida sono i motivi che ci condurranno alla prossima fase.



Referenze

Sonia Correa (1994) Popolazione e Diritti Riproduttivi. Prospettive

Femministe dal Sud (Population and Reproductive Rights: Feminist Perspectives firom the South). Londra: Zed Books.

*Tratto da Sviluppo Salute e diritti riproduttivi: mettere in atto il Cairo. Numero speciale prodotto con il sostegno dellUNFPA, di Population Action International e della Fondazione William and Flora Hewlett.
Wendy Harcourt: wendyh@sidint.org