Nel 2001, anno internazionale contro il razzismo, la Commissione ONU sulla condizione delle donne (CSW) ha aperto, con il dibattito su questo tema, una nuova fase della sua esperienza. Negli anni tra il 1996 e il 2000, infatti, la Commissione aveva discusso ogni anno di alcuni dei temi contenuti nelle aree critiche della Piattaforma di Pechino. Questa fase si è chiusa nel 2000, con la Sessione Speciale dall'Assemblea Generale ONU, Donne 2000: uguaglianza fra i sessi, sviluppo e pace nel XXImo secolo, che ha riesaminato lo stato di attuazione della Piattaforma e le strade da percorrere per una sua più incisiva applicazione.
A partire dal 2001, pertanto, la CSW si è proposta di compiere un ulteriore salto politico: in particolare, di dare un proprio contributo a quello che la Conferenza di Pechino ha definito il mainstreaming, cioè l'integrazione in tutte le politiche, compresa la politica internazionale, di un punto di vista che tenga conto della differenza fra i due sessi. Nel 2001, questo impegno è stato affrontato elaborando le proprie proposte da portare a due importanti appuntamenti delle Nazioni Unite: l'Assemblea internazionale di giugno sui temi dell'AIDS, e la Conferenza mondiale contro il razzismo. Su entrambi i temi, la CSW ha concordato un proprio documento, da sottoporre sia alla Conferenza mondiale che a governi, società civile e organismi delle Nazioni Unite, perché intraprendano iniziative concrete nei prossimi anni.



Differenza di genere e tutte le forme di discriminazione, in particolare razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza


Commissione ONU sulla condizione delle donne
45ma Sessione
(New York, 16 marzo 2001)



1. La Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei diritti umani, la Convenzione Internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, nonché altri strumenti internazionali, riaffermano i princìpi dell'uguaglianza e della non discriminazione.

2. La Commissione ricorda l'impegno costante della comunità internazionale nella promozione dell'uguaglianza fra i sessi, attraverso la convocazione delle conferenze mondiali sulle donne, e ricorda che la Dichiarazione e il Programma d'Azione della Conferenza mondiale di Vienna sui diritti umani, la Dichiarazione e la Piattaforma d'Azione di Pechino adottate dalla IV Conferenza mondiale sulle donne ed il documento finale della 23ma Sessione Speciale dall'Assemblea Generale, intitolato Donne 2000: uguaglianza fra i sessi, sviluppo e pace per il 21mo secolo sottolineano che tutti i diritti umani delle donne e delle bambine sono parte integrante, inalienabile e indivisibile dei diritti umani universali. La Piattaforma d'Azione riafferma che tutti i diritti umani civili, culturali, economici, politici e sociali, compreso il diritto allo sviluppo, sono universali, indivisibili, interdipendenti e interconnessi.

3. La Dichiarazione e la Piattaforma d'Azione di Pechino affermano che molte donne incontrano ulteriori barriere all'esercizio dei loro diritti umani a causa di fattori quali razza, lingua, etnia, cultura, religione, disabilità, o classe socio-economica, oppure perché sono indigene, migranti, comprese le lavoratrici migranti, sfollate o profughe. Il documento finale della Sessione Speciale afferma inoltre che in situazioni di conflitto armato e occupazione straniera, si sono verificate estese violazioni dei diritti umani delle donne. Fra le azioni ed iniziative ulteriori di attuazione della Piattaforma d'Azione, adottate dalla Sessione Speciale dall'Assemblea Generale su Pechino + 5, molte sono mirate all'eliminazione della violenza contro le donne e le bambine basata su motivazioni razziste.

4. La Commissione ricorda l'impegno della comunità internazionale di lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza.

5. E ormai ampiamente riconosciuto che i vari tipi di discriminazione non sempre colpiscono donne e uomini allo stesso modo. La discriminazione in base al sesso può inoltre essere intensificata e facilitata da tutte le altre forme di discriminazione. Si consolida il riconoscimento che senza un'analisi di genere di tutte le forme di discriminazione, comprese le discriminazioni multiple e in particolare, in questo contesto, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, le violazioni dei diritti umani delle donne possono non essere individuate, e gli interventi riparatori messi in atto per far fronte al razzismo possono anch'essi non riuscire a rispondere alle esigenze delle donne e delle bambine. E altresì importante che nell'impegno nei confronti della discriminazione in base al sesso venga integrata la scelta di eliminare tutte le forme di discriminazione, compresa la discriminazione razziale.

6. Nella risoluzione 52/11, l'Assemblea Generale ha deciso di convocare una Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, a Durban, Sudafrica, dal 31 agosto al 7 settembre 2001. L'Assemblea ha inoltre proclamato il 2001 Anno Internazionale di Mobilitazione contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza. E pertanto questo il momento opportuno perché la Commissione sulla condizione delle donne affronti il tema della dimensione di genere del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e dell'intolleranza.

7. La gravità crescente di diverse manifestazioni di razzismo, discriminazione razziale e xenofobia in varie parti del mondo richiede un approccio più integrato ed efficace da parte degli organismi competenti nell'ambito delle strutture ONU che si occupano di diritti umani. Queste tendenze incidono sull'attuazione di quanto indicato nel documento di Pechino+5, Donne 2000: uguaglianza fra i sessi, sviluppo e pace per il 21mo secolo, nonché sull'operato delle strutture internazionali competenti in materia di lotta alle discriminazioni.



Azioni che devono attuare i governi, le Nazioni Unite e la società civile, per quanto di loro competenza

A. Un approccio integrato ed olistico per affrontare forme multiple di discriminazione contro le donne e le bambine, in particolare razzismo, discriminazione razziale, xenofobia ed intolleranza.

8. Esaminare l'intersezione fra forme multiple di discriminazione, comprese le loro cause di fondo, da un punto di vista di genere, con speciale attenzione alla discriminazione razziale e in base al sesso, al fine di sviluppare ed attuare strategie, politiche e programmi mirati all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, nonché a far crescere il ruolo delle donne nella progettazione, attuazione e monitoraggio di politiche anti-razziste sensibili alla differenza di genere;

9. Costruire e rafforzare partnership efficaci, e, nei modi appropriati, fornire sostegno a tutti i soggetti interessati della società civile, comprese le organizzazioni non governative impegnate a promuovere l'uguaglianza fra i sessi e il progresso delle donne, in particolare delle donne oggetto di discriminazioni multiple, per promuovere un approccio integrato ed olistico all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e le bambine;
10. Riconoscere l'esigenza di affrontare le tematiche del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e dell'intolleranza, nelle forme e nei modi specifici in cui colpiscono le/i giovani, le ragazze e i ragazzi, e riconoscere il ruolo da esse/i svolto nella lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, comprese le forme particolari di razzismo vissute dalle giovani donne e dalle bambine, e dare sostegno al ruolo fondamentale svolto dalle organizzazioni non governative giovanili nella formazione dei giovani e dell'infanzia, per la costruzione di una società basata sul rispetto e la solidarietà

11. Promuovere il rispetto e la valorizzazione di tutte le diversità di condizione e posizione delle donne e delle bambine, e riconoscere che alcune donne affrontano barriere particolari nell'acquisizione di poteri e responsabilità, e assicurare che gli obiettivi di uguaglianza fra i sessi e progresso delle donne, comprese le donne emarginate, si riflettano in tutte le strategie, politiche e programmi mirati all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e le bambine. Integrare un punto di vista di genere nell'elaborazione ed attuazione di politiche per l'integrazione e la multiculturalità, assicurando il pieno esercizio di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali da parte di tutte le donne e le bambine, riaffermando che i diritti umani civili, culturali, economici, politici e sociali, compreso il diritto allo sviluppo, sono universali, indivisibili, interdipendenti e interconnessi;

12. Promuovere il riconoscimento del fatto che l'acquisizione di poteri e responsabilità da parte delle donne è una componente essenziale di una strategia attiva e propositiva di lotta al razzismo, alla discriminazione razziale, alla xenofobia e all'intolleranza, e adottare misure che diano alle donne colpite da discriminazioni multiple la forza e la possibilità di esercitare pienamente i propri diritti in tutti gli ambiti della vita, e di svolgere un ruolo attivo nella progettazione e attuazione delle politiche e misure che incidono sulla loro vita;

13. Agire per far crescere la sensibilizzazione e promuovere l'eliminazione alle radici di tutte le forme di discriminazione vissute dalle donne, promuovendo, fra le altre cose, campagne di formazione e di informazione sui mass media;

14. La Piattaforma d'Azione riconosce che le donne incontrano ostacoli ad una piena uguaglianza e progresso a causa di fattori quali razza, età, lingua, etnia, cultura, religione o disabilità, perché sono indigene o a causa di altre condizioni. Molte donne incontrano ostacoli specifici relativi alla loro condizione familiare, in particolare in quanto madri sole, e alla loro condizione socio-economica, compresa quella di vivere in zone rurali, isolate, o impoverite. Esistono inoltre ulteriori barriere contro cui si scontrano le profughe, altre donne sfollate, comprese quelle sfollate all'interno del proprio paese, nonché le immigrate e le migranti, comprese le lavoratrici migranti. Molte donne sono anche particolarmente colpite dai disastri ambientali, da malattie gravi ed infettive, e da varie forme di violenza contro le donne;

15. Riconoscere che il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza si manifestano in forme diverse per le donne, aumentandone la povertà, causando un deterioramento delle loro condizioni di vita, generando violenza, e limitando o negando alle donne il pieno esercizio di tutti i diritti umani;
16. Assicurare piene e pari opportunità di rappresentanza e di partecipazione costante a tutti i processi decisionali che le riguardano, da parte delle donne e bambine indigene, e delle donne e bambine di diversa formazione culturale, nei modi più adeguati ai diversi casi;

17. Garantire che nel proprio lavoro la Commissione sulla condizione delle donne tenga conto dell'impatto di tutte le forme di discriminazione, comprese le discriminazioni multiple, sul progresso delle donne;

18. Riconoscere il lavoro che stanno portando avanti il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne e il Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale, nell'esaminare l'impatto di forme multiple di discriminazione sul progresso delle donne e il raggiungimento dell'uguaglianza fra i sessi.



B. Politiche, misure giuridiche, strutture e istituzioni


19. Introdurre e/o rafforzare, secondo i casi, leggi e provvedimenti contro tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza, comprese le manifestazioni di tali fenomeni legate alla differenza di genere;

20. Condannare tutte le forme di razzismo e discriminazione razziale, compresa la propaganda, le attività e le organizzazioni basate su dottrine di superiorità di una razza o gruppo di persone, che tentino di giustificare o promuovere il razzismo o la discriminazione razziale in qualsiasi forma;

21. Adottare misure concrete di promozione dell'uguaglianza, fondate sull'eliminazione in tutti i campi dei pregiudizi razziali o di sesso, tramite interventi quali il miglioramento dell'accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria, all'occupazione e ad altri servizi di base, al fine di promuovere un pieno esercizio dei diritti economici, sociali e culturali per tutte le donne e le bambine;

22. Adottare misure che affrontino, attraverso politiche e programmi, il razzismo e la violenza con motivazioni razziste contro le donne e le bambine, e incrementare la cooperazione, le risposte politiche, nonché un'applicazione efficace delle leggi e di altre misure protettive e preventive esistenti a livello nazionale, mirate all'eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine;

23. Rivedere, ove opportuno, gli strumenti giuridici e di altra natura esistenti a livello nazionale, compreso il sistema giudiziario penale, per garantire l'uguaglianza di fronte alle legge e la possibilità per donne e bambine di ottenere protezione, rifugio e riparazione contro tutte le forme di discriminazione, compresa la discriminazione incrociata;

24. Rivedere, ove opportuno, le politiche e le leggi esistenti, comprese quelle su cittadinanza, immigrazione ed asilo, dal punto di vista del loro impatto sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e della conquista dell'uguaglianza fra i sessi;

25. Elaborare ed attuare politiche e misure che affrontino tutte le forme di violenza contro le donne e le bambine. Dare forza e poteri alle vittime di tutte le forme di violenza, in particolare donne e bambine, per riconquistare il controllo della propria vita, tramite interventi quali le misure speciali di protezione e di assistenza;

26. Elaborare, far applicare e rafforzare misure efficaci di lotta ed eliminazione di tutte le forme di tratta delle donne e delle bambine, attraverso una strategia globale di contrasto che comprenda, fra le altre cose, misure legislative, campagne di prevenzione, scambio di informazioni, interventi di assistenza, protezione e reinserimento delle vittime, e azione penale contro tutti i responsabili, compresi gli intermediari;

27. Elaborare ed attuare politiche che assicurino il pieno esercizio di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali per tutte le donne e le bambine, senza distinzioni di razza, colore della pelle, ascendenza, o origine nazionale o etnica;
28. Adottare le misure più appropriate a promuovere e rafforzare politiche e programmi rivolti alle donne indigene, con la loro piena partecipazione e rispettandone la diversità culturale, per combattere le discriminazioni razziste e in base al sesso, e garantire il pieno esercizio di tutti i diritti umani;

29. Rivedere e rielaborare nel modo opportuno le politiche in materia di immigrazione, al fine di eliminare tutte le politiche e pratiche discriminatorie contro i/le migranti, in particolare donne e bambini, di tutelarne pienamente tutti i diritti umani, indipendentemente dallo status giuridico, e di garantire che vengano trattati/e con umanità
30. Adottare interventi per l'eliminazione di ogni tipo di violazione dei diritti umani delle donne profughe, richiedenti asilo e sfollate all'interno del proprio paese, che spesso subiscono violenze sessuali e di altra natura;

31. La Commissione sollecita con forza tutti gli Stati che ancora non l'abbiano fatto ad aderire alla Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, al fine di ottenere una ratifica universalmente unanime di detta Convenzione, e sottolinea inoltre l'importanza di un pieno rispetto degli impegni sottoscritti dagli Stati parte con l'adesione alla Convenzione stessa;

32. Prendere in esame, come questione di interesse prioritario, la possibilità di firmare, ratificare o aderire alla Convenzione internazionale sulla tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei loro familiari, nonché di promuovere la ratifica delle convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro su tali temi.



C. Cambiare gli atteggiamenti, eliminare gli stereotipi e i pregiudizi


33. Sviluppare programmi di istruzione e formazione sensibili alla differenza di genere e mirati all'eliminazione di atteggiamenti discriminatori nei confronti di donne e bambine, ed adottare misure che affrontino l'intreccio fra stereotipi razzisti e sessisti;

34. Sviluppare ed attuare programmi e politiche di sensibilizzazione di tutti i soggetti interessati a livello nazionale, regionale ed internazionale, sui temi della discriminazione multipla contro donne e bambine;

35. Rivedere ed aggiornare i materiali didattici, compresi i libri di testo, ed adottare azioni adeguate per eliminare tutti i contenuti di stampo discriminatorio, in particolare le discriminazioni in base al sesso, il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza;

36. Garantire che l'istruzione e la formazione, in particolare la formazione degli/delle insegnanti, promuovano il rispetto per i diritti umani, la cultura della pace, l'uguaglianza fra i sessi, la diversità culturale, religiosa e di altro tipo, e sollecitare gli enti e le istituzioni formative ad adottare politiche di pari opportunità, verificandone l'attuazione con la partecipazione di insegnanti, genitori, ragazzi e ragazze, e comunità locale;

37. Elaborare strategie di sensibilizzazione degli uomini e dei ragazzi in merito alla responsabilità che anch'essi hanno di promuovere l'uguaglianza fra i sessi e combattere tutte le forme di discriminazione, in particolare il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, nonché le discriminazioni multiple;

38. Sviluppare iniziative di formazione anti-razzista e sensibile alla differenza di genere per il personale preposto all'amministrazione della giustizia e all'ordine pubblico, ai servizi di sicurezza e di assistenza sanitaria, per il personale delle scuole e delle autorità responsabili in materia di immigrazione, dando particolare rilievo alle iniziative rivolte ai funzionari dei servizi di immigrazione, alla polizia di confine e al personale dei centri di detenzione per migranti, nonché al personale delle Nazioni Unite;

39. Avendo presente un punto di vista di genere, sollecitare i mass media a promuovere idee di tolleranza e comprensione fra i popoli di diverse culture.



D. Ricerca e raccolta di dati e informazioni


40. Sviluppare metodologie per identificare i modi in cui varie forme di discriminazione convergono e colpiscono donne e bambine, e condurre studi sui modi in cui il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza si riflettono nelle leggi, nelle politiche, nelle istituzioni e nei comportamenti concreti, e su come ciò abbia contribuito alla vulnerabilità, vittimizzazione, marginalizzazione ed esclusione delle donne e delle bambine.

41. Raccogliere, analizzare e diffondere dati quantitativi e qualitativi, che tengano conto della differenza di genere, sull'impatto di tutte le forme di discriminazione, comprese le discriminazioni multiple, sulle donne e sulle bambine, e ove opportuno promuovere studi e ricerche territoriali, compresa la raccolta di dati disaggregati per sesso, età ed altri fattori, secondo quanto opportuno caso per caso.



E. Prevenzione dei conflitti e promozione di una cultura di pace, uguaglianza, non discriminazione, rispetto e tolleranza

42. Rispettare in pieno le normative internazionali in materia di diritti umani ed il diritto umanitario internazionale applicabile ai diritti e alla protezione delle donne e delle bambine. Adottare misure speciali di protezione delle donne e delle bambine dalla violenza in base al sesso, in particolare dallo stupro e da tutte le altre forme di violenza sessuale durante i conflitti armati; porre fine, tramite l'azione penale, all'impunità dei responsabili di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, compresi i crimini relativi alla violenza sessuale e alle altre forme di violenza in base al sesso, contro le donne e le bambine;

43. La violenza contro le donne e le bambine rappresenta un grave ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza fra i sessi, sviluppo e pace. La violenza contro le donne rappresenta sia una violazione che un impedimento o annientamento dell'esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne. La violenza in base al sesso, come ad esempio la violenza fisica e le altre forme di violenza domestica, gli abusi sessuali, la schiavitù e lo sfruttamento sessuale, il traffico internazionale di donne e bambini, la prostituzione coatta e le molestie sessuali, nonché la violenza contro le donne dovuta a pregiudizi culturali, razzismo e discriminazione razziale, xenofobia, pornografia, pulizia etnica, conflitti armati, occupazione straniera, estremismo religioso e anti-religioso e terrorismo, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana, e devono essere combattuti ed eliminati;

44. Garantire piene e pari opportunità di partecipazione costante e rappresentanza per le donne a tutti i livelli e in tutti i campi, nella prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti, e nella ricostruzione post-bellica.



E. Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza


45. La Commissione sulla condizione delle donne sottolinea l'importanza di integrare un punto di vista di genere nella preparazione, nei lavori e nei risultati della Conferenza mondiale, e sollecita con forza ad includere le donne nelle delegazioni alla Conferenza stessa.