Rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite
alla Commissione ONU sulla condizione delle donne, 45ma sessione
New York, 6-16 marzo 2001



Capitolo III, Differenza di genere e tutte le forme di discriminazione, in particolare razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza, titoli B e C (paragrafi 76-102).

1. Concettualizzazione della discriminazione incrociata

Nel dibattito del gruppo di esperte riunitosi a Zagabria il 21-24 novembre 2000, per discutere di discriminazione di genere e discriminazione razziale1 le forme multiple di discriminazione sono state descritte come: discriminazione composita, carichi multipli, discriminazione doppia o tripla. Si è definito lo studio della discriminazione incrociata come una concettualizzazione del problema che mirava a cogliere le conseguenze sia dinamiche che strutturali dellinterazione fra due o più forme di discriminazione, e affrontava in particolare il modo in cui razzismo, patriarcato, oppressione di classe e altri sistemi discriminatori creano disuguaglianze che strutturano la condizione di diversi gruppi di donne.

Nel definire la discriminazione razziale, il gruppo di esperte si è rifatto alla definizione della Convenzione internazionale sulleliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale: ogni distinzione, esclusione, limitazione o preferenza basata sulla razza, il colore della pelle, la discendenza o l'origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo o l'effetto di annullare o compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro ambito della vita pubblica, (ICERD, articolo 1, par. 1). Il termine razza pertanto è stato utilizzato in senso lato, a includere tutte le forme di discriminazione contro un gruppo, in base a distinzioni razziali formali, come pure quelle basate sul colore della pelle, letnia e la casta, per motivi di provenienza familiare e/o occupazione, origine nazionale e ascendenza.

Il gruppo di esperte ha osservato che la discriminazione razziale e la discriminazione legata alla differenza di genere erano state spesso considerate due problemi distinti, e a volte addirittura problematiche che si escludevano a vicenda. Di conseguenza, le esperienze relative di discriminazione incrociata non erano state affrontate o analizzate in maniera adeguata in base ai concetti tradizionali di discriminazione legata alla razza e al genere di appartenenza, e tali problemi erano stati inquadrati di volta in volta come manifestazioni di discriminazione razziale oppure di discriminazione legata alla differenza di genere.

Esistono situazioni in cui si asserisce che le condizioni incontrate dalle donne di un gruppo specifico siano semplicemente problemi delle donne. Gli aspetti delle circostanze che potrebbero portare a definirle problemi incrociati vengono assorbiti in un contesto interpretativo di genere. Questo avviene senza il minimo tentativo di riconoscere la possibilità o la probabilità che il razzismo o qualche altra forma di intolleranza abbiano potuto contribuire a tale circostanza. Pertanto sfugge a una analisi approfondita la natura complessa dei problemi che sono conseguenza della discriminazione legata sia alla razza che al genere di appartenenza. Di conseguenza, i tentativi di correggere la condizione o labuso in questione possono risultare inefficaci e inadeguati.

Un esempio in proposito ci viene dal problema della tratta delle donne. Allorché si fa attenzione alle modalità con cui le donne entrano nelle reti di trafficanti, balza agli occhi il legame immediato con la loro condizione di emarginazione razziale e sociale. Tuttavia, la tratta delle donne spesso è vista esclusivamente come un problema allinterno di un contesto di differenza di genere, e non come un problema di discriminazione razziale e di altre forme di discriminazione. Pertanto i tentativi di affrontare il problema della tratta delle donne possono incontrare minor successo di quanto avrebbero se invece si procedesse forti di una consapevolezza del problema in tutta la sua ampiezza, ivi compresa la sua duplice dimensione, di razza e di genere.

Si ripropone una preoccupazione analoga allorché un gruppo di donne incontra difficoltà per il fatto di essere donne, e tali difficoltà non sono considerate un problema di discriminazione legata alla differenza di genere, ma piuttosto conseguenza della loro appartenenza a un certo gruppo razziale o etnico - situazione che potremmo esemplificare con il caso della sterilizzazione forzata, non consensuale, delle donne appartenenti a taluni gruppi razziali o etnici. Per quanto le donne siano gravemente penalizzate dal vedersi negare i propri diritti riproduttivi, laggressione nei loro confronti può essere percepita esclusivamente come un classico esempio di discriminazione razziale perpetrata ai danni di persone emarginate. In tale contesto, la differenza di genere è completamente oscurata dal predominio dei fattori legati alla razza o alletnia.

Risulta particolarmente difficile identificare la discriminazione incrociata, allorché le condizioni sociali, economiche e culturali sono considerate elementi naturali o comunque fatti immutabili della vita. Possiamo spiegare meglio tale situazione citando lesperienza delle donne appartenenti a una certa casta. Spesso le donne vengano picchiate e molestate vicino ai pozzi e in altri luoghi pubblici, mentre assolvono a compiti attribuiti specificamente al genere femminile, ad esempio procurare lacqua. Tutto ciò va inquadrato nel contesto: si tratta di donne appartenenti alla casta degli intoccabili. Nella fattispecie, esse sono vulnerabili in quanto donne e in quanto appartenenti alla casta possono essere aggredite da persone di caste più elevate, se queste ritengono che esse abbiano travalicato i confini della loro casta. Per quanto tale violenza sia stata abitualmente inquadrata come una mera discriminazione contro la casta, costituisce anche un esempio di discriminazione legata al genere. Tali donne devono districarsi in una serie complessa di circostanze, in quanto il loro ruolo di genere le spinge in una posizione in cui diventano oggetto di discriminazione di casta nella sfera pubblica.

Gli esempi più facilmente riconoscibili di discriminazione incrociata ci vengono dalla violenza etnica o razziale contro le donne. I recenti avvenimenti in Bosnia, Ruanda, Burundi e Kosovo, sono altrettanti, tristi esempi di violenza incrociata. Questi episodi di stupro sono contemporaneamente manifestazioni di razzismo e sessismo in cui le donne sono state prese di mira per motivi razziali o etnici, ma con un tipo una violazione basata esplicitamente sulla differenza di genere.

Gli atti di discriminazione incrociata non si limitano alla violenza sessuale. Nei campi del lavoro, dellistruzione e in altri settori, le donne a volte sono sottoposte a discriminazione incrociata per il semplice fatto di non essere uomini e di appartenere a gruppi emarginati nella società. La loro razza può farle escludere dai posti di lavoro destinati alle donne, e il loro sesso può farle escludere dai posti di lavoro riservati agli uomini. Un altro esempio ci viene da tutti i casi in cui le donne migranti sono state private della possibilità di istruirsi, o hanno avuto minori possibilità rispetto agli uomini migranti, o alle donne appartenenti alla popolazione non migrante.

Esistono altre manifestazioni di discriminazione incrociata che possiamo definire di natura strutturale. Si tratta di un fenomeno a tutto campo, in cui gli le scelte politiche si incrociano con la disuguaglianza strutturale esistente e impongono a persone particolarmente vulnerabili il peso di fattori multipli. Lelemento distintivo di questo problema di discriminazione incrociata è dato dal fatto che gli interventi politici in questione non prendono assolutamente di mira le donne, ma semplicemente si incrociano con le strutture esistenti, finendo col provocare un effetto discriminatorio.

Altri esempi di questo tipo di discriminazione potrebbero essere forniti dallimpatto negativo assolutamente sproporzionato della ristrutturazione economica di cui fanno le spese le donne (per unanalisi particolareggiata della ristrutturazione economica da un punto di vista di genere, si consiglia la lettura dei rapporti del 1994 e del 1999 dellIndagine mondiale sul ruolo delle donne nello sviluppo 2). Nel processo di ristrutturazione economica, i tagli della spesa pubblica per servizi sociali di base hanno avuto un impatto negativo sulle donne, aumentando il carico di lavoro per rispondere a queste esigenze allinterno del nucleo familiare. Le donne sono tenute a far fronte alle conseguenze dei bisogni non più soddisfatti, oltre a farsi carico delle loro responsabilità familiari tradizionali, che non sono certo ripartite equamente fra loro e gli uomini. Inoltre la struttura di classe decide quali donne svolgeranno materialmente tale lavoro, e quali donne invece lo delegheranno in forma monetizzata ad altre più economicamente più svantaggiate. E così, le donne povere devono farsi carico del lavoro di cura oltre che nella propria famiglia, anche per famiglie di estranei.

Come suggerisce questo ultimo esempio, le conseguenze della discriminazione incrociata possono essere non intenzionali o non programmate. Tuttavia, la politica macro-economica, nonostante la sua presunta neutralità rispetto alla differenza di genere, allorché si incrocia con la struttura di disuguaglianza esistente, grava in maniera molto più pesante le donne, soprattutto quelle socialmente o economicamente emarginate.

2. Integrare un punto di vista di genere nel lavoro sul razzismo, e unanalisi del fattore razziale nel lavoro sulla differenza di genere

Sono due i fattori principali che hanno consentito di concettualizzare lincrocio della discriminazione razziale con quella legata alla differenza di genere e il suo impatto sulla vita di donne e bambine: primo, il riconoscimento sempre crescente della differenza di genere e della relativa strategia di mainstreaming a livello di intervento legislativo e politico; secondo, la crescente consapevolezza delle forme di discriminazione razziale e lelaborazione di nuovi interventi coordinati per eliminarla.

Lintegrazione di un punto di vista di genere vale non soltanto per le differenze fra donne e uomini, ma anche per le differenze allinterno della categoria generale delle donne. Aumenta la consapevolezza del fatto che la mancata attenzione alle varie differenze che caratterizzano i problemi e le difficoltà di differenti gruppi di donne può far passare in secondo piano o anche negare la tutela dei diritti umani che è dovuta a tutte le donne. Anche se è vero che tutte le donne sono in qualche modo esposte alla discriminazione legata alla differenza di genere, è anche vero che altri fattori concernenti la loro identità sociale - classe, casta, razza di appartenenza, colore della pelle, etnia, religione, origine nazionale - sono altrettante differenze che fanno la differenza nel modo in cui i diversi gruppi di donne vivono la discriminazione. Tali fattori possono creare problemi e vulnerabilità che sono esclusivi di particolari gruppi di donne, oppure che colpiscono alcune donne con un peso enormemente maggiore rispetto ad altre. Così come le caratteristiche specifiche di genere delle donne non possono più costituire una giustificazione per negare la loro eguaglianza con gli uomini, e in particolare lesercizio dei loro diritti umani, allo stesso modo non si dovrà consentire alle differenze fra donne di emarginare certi gruppi di donne, o di negare loro quegli stessi diritti umani di cui possono beneficiare altre.

Limperativo di realizzare gli obiettivi di eguaglianza fra i sessi e di eliminare tutte le forme di discriminazione richiede non solo lintegrazione di un punto di vista di genere nel lavoro basato sul razzismo, ma anche di integrare i fattori razziali e le differenze ad essi connesse nel lavoro sulla differenza di genere. Pertanto, il Comitato sulleliminazione della discriminazione contro le donne nellesame dei rapporti periodici ad esso presentati dagli stati parte ha cominciato a occuparsi anche della situazione delle donne eventualmente colpite dalla discriminazione razziale.

Al fine di assicurare a tutte le donne il godimento dei diritti umani occorre fare attenzione ai diversi modi in cui la differenza di genere si incrocia con una gamma di altre identità, e al modo in cui tali incroci contribuiscono alla specifica vulnerabilità di particolari gruppi di donne. Le specifiche esperienze di donne con una precisa identità etnica o razziale vengono oscurate se si adottano interpretazioni genericamente legate alla differenza di genere, non riuscendo così a individuare e affrontare correttamente tutti gli aspetti incrociati della loro vulnerabilità.

3. Conclusioni: la necessità di una metodologia incrociata per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne

I trattati internazionali e le leggi e normative nazionali mirano a fornire unampia tutela contro tutte le forme di discriminazione. Pertanto, nella misura in cui la convenzione CERD mira a tutelare gli individui dalla discriminazione razziale, i diritti in essa garantiti coprono tutti gli aspetti della discriminazione razziale, inclusi quegli aspetti che incidono in misura diversa sulle donne e sugli uomini. La stessa interpretazione vale per la discriminazione legata alla differenza di genere: i diritti garantiti dalla convenzione CEDAW coprono completamente la gamma delle esperienze di discriminazione sessuale correlata alla razza. Pertanto non è necessario elaborare ulteriori strumenti giuridici per tutelare i diritti delle vittime della discriminazione incrociata.

Nonostante ciò, nel loro impegno contro la discriminazione le Nazioni Unite in linea di massima hanno continuato ad affrontare specifiche categorie di discriminazione, invece di adottare unimpostazione olistica. Di conseguenza, anche a livello nazionale la discriminazione è stata interpretata in senso restrittivo, cogliendo soltanto una forma di discriminazione per volta senza affrontarne lincrocio con altre. Nel contempo, alla luce della massa sempre crescente di prove che dimostrano che la discriminazione è un fenomeno articolato e complesso che racchiude in sé molteplici elementi, sembra aumentare anche la consapevolezza del fatto che occorre un approccio più contestuale nellaffrontarla.

Pertanto, il gruppo di esperte concorda sul fatto che è urgente e necessario elaborare una metodologia per identificare la discriminazione incrociata e i suoi effetti, in particolare sulle donne e le bambine, e svelare le modalità in cui varie strutture di discriminazione producono svantaggi convergenti sia nella vita pubblica che in quella privata. Tale metodologia incrociata dovrà costituire la base per la progettazione e lattuazione di politiche e programmi nel settore e per istituire gli strumenti giuridici necessari per porre rimedio a tali discriminazioni.




4. Raccomandazioni del gruppo di esperte

Ai Governi

1. Il gruppo di esperte ha ricordato che, come sancito nei documenti sui diritti umani, sono gli Stati ad avere la responsabilità ultima del rispetto, della tutela, promozione e realizzazione dei diritti umani di tutti i gruppi e di tutti gli individui. Il gruppo di esperte raccomanda di:

• Esaminare lincrocio delle differenze di razza e di genere al fine di elaborare e attuare strategie finalizzate alleliminazione della discriminazione razziale legata alla differenza di genere. Programmare con la piena partecipazione delle donne, e attuare e monitorare tutte le politiche antirazziste affinché tengano conto della differenza di genere.


• Esaminare tutte le leggi e le politiche dei governi, ivi comprese quelle sulla cittadinanza e sullimmigrazione, per valutarne limpatto sulleliminazione di tutte le forme di discriminazione e per il conseguimento delleguaglianza fra i sessi, con particolare riferimento alle donne emarginate.


• Istituire e/o rafforzare leggi e regolamenti contro tutte le forme di razzismo, comprese quelle che contengono elementi legati alla differenza di genere.


• Riesaminare gli organismi di tutela esistenti a livello nazionale, onde assicurare alle donne la possibilità di cercare e ottenere protezione e riparazione dalla discriminazione incrociata basata sulla razza e sul genere di appartenenza.


• Mettere a disposizione risorse finanziarie e di altra natura per una formazione antirazzista e consapevole della differenza di genere destinata a magistratura, polizia e funzionari pubblici e personale degli organi competenti, per renderli più sensibili alla discriminazione razziale nel suo rapporto con la differenza di genere.


• Mettere a punto programmi speciali di formazione mirati a eliminare qualsiasi stereotipo e pregiudizio di natura razzista e sessista fra i funzionari e il personale che ha maggiori occasioni di contatto con le donne emarginate, ad esempio funzionari degli uffici di collocamento, insegnanti, personale sanitario e degli uffici che si occupano di immigrazione, polizia, magistratura e altri rappresentanti delle forze dellordine.


• Incoraggiare il sistema formativo ad adottare politiche di pari opportunità, e verificarne lattuazione con la partecipazione di insegnanti, genitori, ragazzi e ragazze, e istituire provvedimenti per affrontare linterazione fra pregiudizi e stereotipi di natura razzista e sessista.


• Assicurare lattuazione delle convenzioni dellOrganizzazione Internazionale del Lavoro sulla parità di trattamento e sulla non discriminazione per quanto riguarda i diritti del lavoro e la sicurezza sociale.


• Progettare e attuare politiche e misure atte a criminalizzare la tratta delle donne, punire i trafficanti e consentire alle vittime dei trafficanti di riconquistare il controllo della propria vita, anche tramite misure particolari di protezione per le donne che desiderano sfuggire ai trafficanti (alloggi protetti e permessi speciali di residenza), e programmi di inclusione sociale che diano accesso a opportunità di formazione e di lavoro.


• Progettare le campagne contro la tratta delle donne in modo da evitare di diffondere sia lo stereotipo negativo delle donne emarginate che pregiudizi sessisti/razzisti.


• Progettare e attuare politiche che assicurino ammortizzatori sociali a favore delle donne povere e svantaggiate.



2. Il gruppo di esperte concorda sulla necessità di esaminare attentamente e ripensare le leggi e le politiche su immigrazione e asilo a livello internazionale, regionale e nazionale.

Il gruppo di esperte raccomanda di:

• Riesaminare e abrogare tutte le leggi e le politiche sullimmigrazione che abbiano come conseguenza la discriminazione delle immigrate.


• Fornire alle donne che vivono allinterno di comunità immigrate pieno accesso a organismi di indagine e meccanismi giudiziari trasparenti, aperti ed efficaci, per fare ricordo contro violazioni delle leggi internazionali sui diritti umani.


• Assicurare alle donne immigrate, anche se clandestine, laccesso pieno e paritario a tutti gli strumenti e le misure di prevenzione della violenza disponibili alle altre donne nella comunità, come pure laccesso a strutture di sostegno e di interpretariato adeguate.


• Elaborare politiche e programmi, ivi comprese le quote, per incoraggiare la partecipazione delle donne immigrate nei processi decisionali, soprattutto a livello locale.


• Dare priorità e garantire finanziamenti adeguati alle organizzazioni non governative (Ong) che lavorano specificamente con le donne immigrate a livello internazionale, regionale e nazionale.


3. Il gruppo di esperte nota con preoccupazione laumento del numero delle donne in carcere, soprattutto quelle appartenenti ai gruppi emarginati.

Il gruppo di esperte raccomandato di:

• Aumentare le risorse destinate allistruzione e alla formazione delle donne emarginate in carcere.


• Assicurare la tutela dei diritti fondamentali delle donne emarginate in carcere, segnatamente i diritti riproduttivi, alligiene, allaccesso ai servizi e al patrocinio legale, e al diritto a tenere con sé i figli a loro carico.


• Sollecitare gli Stati che non labbiano ancora fatto a ratificare o firmare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990), affinché tale Convenzione possa entrare in vigore in tempi brevi.


4. Il gruppo di esperte ha notato che il rischio di discriminazione per cause multiple, quali razza, etnia, genere e classe di appartenenza, è aumentato con la femminilizzazione della migrazione.

Il gruppo di esperte raccomanda di:

• Informare le donne migranti sui propri diritti, e assicurare il loro accesso a tutti gli strumenti legali di riparazione contro tutti i tipi di discriminazione esistenti, in tutte le sfere della vita pubblica e privata.


• Assicurare il rispetto per i diritti sociali ed economici delle lavoratrici migranti, ivi comprese le donne attive nel settore informale e le lavoratrici domestiche, per quanto concerne la retribuzione, le ferie annuali e i congedi di maternità, la sicurezza e lassistenza sociale.


• Fornire e assicurare alle donne migranti laccesso allistruzione e alla formazione, come pure alle attività produttrici di reddito.


• Favorire misure durature per assicurare che le donne migranti che sono state vittime di crimini legati alla differenza di genere, quali lo stupro e altre forme di violenza, ivi compresa la violenza domestica, la prostituzione forzata e la tratta delle donne, ricevano adeguata assistenza e protezione legale.


• Progettare politiche sanitarie e programmi di formazione per il personale sanitario in modo da favorire la comprensione e il rispetto delle diverse matrici culturali e esperienze personali per quanto concerne la salute, la condizione di malattia, la sessualità, la gravidanza e il parto; istruire e formare gli operatori sanitari a trattare le esigenze sanitarie specifiche delle donne migranti.


• Elaborare e attuare politiche e programmi che garantiscano il pieno godimento di tutti i diritti umani a tutte le persone, indigene e di origine tribale, con particolare attenzione per quelle che sono le esigenze specifiche delle donne, indigene e di origine tribale.



Raccomandazioni rivolte al sistema delle Nazioni Unite e agli organismi intergovernativi

Il sistema delle Nazioni Unite

5. Il gruppo di esperte ha sottolineato che, nel loro impegno contro la discriminazione, le Nazioni Unite in linea di massima continuano ad affrontare categorie specifiche di discriminazione, invece di adottare unimpostazione di tipo olistico.

Il gruppo di esperte raccomanda di:

• Elaborare nuove metodologie miranti a identificare i modi in cui varie forme di discriminazione convergono fra di loro e incidono sulla vita di donne e bambine.


• Mettere a punto strumenti di documentazione e di valutazione in grado di cogliere gli effetti di forme multiple di discriminazione, in particolare la discriminazione legata alla differenza di razza e di genere.


• Integrare unanalisi incrociata delle varie forme di discriminazione, in particolare quelle legate alle differenze di razza e di genere, nella progettazione e nellattuazione di politiche e programmi del sistema delle Nazioni Unite nella sfera economica, politica e sociale.


• Effettuare una revisione interna al fine di stabilire lassegnazione di risorse finanziarie ed umane per lo sviluppo e attuazione di politiche e programmi specifici che affrontino i problemi della discriminazione incrociata, considerando in particolare fattori quali letà, la razza, letnia, la disabilità, e il sesso.


• Elaborare programmi e politiche mirati a sensibilizzare i funzionari dellONU sul problema dellincrocio fra discriminazione razziale e discriminazione legata alla differenza di genere e sul suo impatto sulla vita di donne e bambine, nonché sullentità del problema.


6. Il gruppo di esperte ha presentato alcune raccomandazioni specifiche allUfficio dellAlto Commissario sui diritti umani. In particolare:

• E necessario un impegno attivo per garantire che le donne appartenenti alle minoranze razziali ed etniche siano pienamente tutelate nel godimento di tutti i diritti umani - diritti civili, politici, economici, culturali e sociali, ivi compreso il diritto allo sviluppo.


• LAlto Commissario per i diritti umani nella sua veste di Segretario generale della Conferenza mondiale dellONU contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e lintolleranza, dovrà assicurare che lanalisi incrociata sulla discriminazione legata alla differenza di razza e di genere sia inclusa in modo sostanziale in tutti i lavori preparatori, i dibattiti e le tematiche della Conferenza.


• Integrare unanalisi incrociata sulla discriminazione legata alla differenza di razza e di genere nellattività di tutti gli organismi del sistema dei diritti umani, in particolare gli enti preposti al monitoraggio sullapplicazione dei trattati, le commissioni e le attività dei relatori speciali - tematici e per paese - e dei gruppi di lavoro.


Il Consiglio di Sicurezza

7. Il gruppo di esperte ha accolto favorevolmente la risoluzione 1325(2000) del Consiglio di Sicurezza sulle donne nei conflitti armati, che riconosce che la grande maggioranza delle persone colpite dai conflitti armati sono donne e bambini, e sottolinea limportanza di coinvolgere le donne nella prevenzione e nella soluzione dei conflitti.

Il gruppo di esperte ha raccomandato di:

• Assicurare leffettiva attuazione della risoluzione, con particolare attenzione alle donne provenienti dai gruppi emarginati.


• Includere rappresentanti delle donne emarginate, quali le donne indigene, Rom, dalit e altre, nelle trattative di pace, e altresì nelle trattative per la soluzione dei conflitti e la ricostruzione post-conflitti.


Commissione sulla condizione delle donne

Il gruppo di esperte ha raccomandato di:

• Incorporare lanalisi incrociata, in particolare lanalisi sulla discriminazione legata alla differenza di razza e di genere, nel lavoro sostanziale della Commissione sulla condizione delle donne per ciò che riguarda i seguiti della Sessione speciale dellAssemblea Generale e lattuazione della Piattaforma dazione di Pechino. Tale analisi dovrà individuare e affrontare altre forme di discriminazione, in particolare in base a età, orientamento sessuale, disabilità e classe, e il loro impatto sulla vita di donne e bambine.


• Promuovere unanalisi incrociata delle discriminazioni legate alla differenza di razza e di genere e del loro impatto sulla vita di donne e bambine, integrandola nel lavoro di altre Commissioni funzionali, e segnatamente nel processo di verifica dello stato di attuazione delle altre Conferenze Onu.


• Nellimminente dibattito su donne e Aids previsto nella 45a sessione che avrà luogo nel marzo 2001, focalizzare lattenzione sugli aspetti della pandemia Hiv/Aids legati alle differenze di razza e di genere, ed elaborare le raccomandazioni politiche del caso.


Organismi Onu preposti al monitoraggio dei trattati sui diritti umani e altri organi speciali delle Nazioni Unite in materia

8. Il gruppo di esperte ha proposto che gli enti preposti al monitoraggio sullapplicazione dei trattati, in particolare il Comitato per i diritti umani (HRC), il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali (CESCR), il Comitato sulleliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW), il Comitato sulla discriminazione razziale (CERD) e il Comitato contro la tortura (CAT) richiedano unanalisi approfondita delle violazioni che si verificano nellincrocio fra discriminazione razziale e discriminazione legata alla differenza di genere.

Il gruppo di esperte raccomanda al Comitato CEDAW di:

• Elaborare raccomandazioni generali che trattino il modo in cui donne e bambine vivono la loro esperienza di discriminazioni causate da razzismo, intolleranza e da altri fattori legati alla loro identità, facendo seguito alla raccomandazione generale del CERD sulla differenza di genere.


• Assicurare che lincrocio fra discriminazione razziale e discriminazione legata alla differenza di genere sia un elemento riconosciuto e approfondito in sede di esame dei rapporti periodici degli Stati.


Il gruppo di esperte ha inoltre presentato le seguenti raccomandazioni:

• I comitati CEDAW e CERD dovranno intensificare lo scambio di informazioni e luso di riferimenti tratti luno dal lavoro dellaltro, nonché valutare la possibilità di consultazioni e raccomandazioni congiunte.


• La Divisione per il progresso delle donne (DAW) dovrà organizzare un incontro consultivo con gli esponenti di ognuno degli organismi Onu di monitoraggio sullapplicazione dei trattati, per discutere insieme i metodi di analisi incrociata delle varie forme di discriminazione.


• Si dovrà esaminare ogni procedura di denunzia nel contesto del Trattato internazionale sui diritti umani di riferimento, ad esempio lICCPR, la CERD, la CEDAW, per fare emergere le dimensioni e lentità delle discriminazioni legate alla differenza di razza e di genere.


• Gli organismi Onu di monitoraggio sullapplicazione dei trattati e le altre istituzioni per i diritti umani dovranno raccogliere dati disaggregati per razza e sesso, per accertare in quale misura le donne siano soggette a discriminazioni incrociate.


• I relatori speciali dovranno analizzare le modalità delle violazioni dei diritti umani prendendo in considerazione lincrocio fra discriminazione razziale e discriminazione legata alla differenza di genere.


Il gruppo di esperte raccomanda in particolare di:

• Prendere in considerazione la nomina di un Relatore speciale dellOnu su discriminazione razziale e differenza di genere al fine di raccogliere, in una visione esauriente e olistica, dati e informazioni pertinenti alla discriminazione incrociata nei confronti delle donne, per poi presentarli agli organi responsabili della documentazione e denuncia di dette discriminazioni.


La Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e lintolleranza

Il gruppo di esperte raccomanda che:

• La imminente Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e lintolleranza che avrà luogo in Sud Africa dal 31 agosto al 7 settembre 2001 e lAnno internazionale di mobilitazione contro tali piaghe dovranno dedicare nei loro dibattiti particolare attenzione allimportanza dei problemi legati alla differenza di genere, prendere in considerazione la discriminazione incrociata legata alla differenza di razza e di genere, e formulare raccomandazioni mirate a un intervento attivo in tale ambito.


• Le conclusioni e le raccomandazioni della riunione del gruppo di esperte dovranno essere disponibili in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite e dovranno essere incluse negli atti di tutte le riunioni preparatorie della Conferenza mondiale.


Il gruppo di esperte raccomanda infine di:

• Assicurare unadeguata partecipazione, nella fase preparatoria e nel corso della Conferenza stessa, delle donne che vivono in prima persona limpatto del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e dellintolleranza, in particolare le donne indigene, migranti, rifugiate e sfollate, le donne di colore, le donne Rom e dalit.


• Assicurare la piena partecipazione di rappresentanti di DAW, UNIFEM e INSTRAW, come pure di altre agenzie specializzate dellONU che lavorano per il progresso delle donne e leguaglianza fra i sessi, in tutte le fasi dei lavori preparatori della Conferenza mondiale.


• Costituire allinterno dellUfficio dellAlto Commissario per i diritti umani un organismo permanente di coordinamento, monitoraggio e valutazione da un punto di vista di genere dei programmi di lotta a razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza, con particolare riferimento allattuazione delle deliberazioni finali della Conferenza mondiale.


1 La riunione delle esperte è stata convocata da tre organismi ONU (Divisione per il progresso delle donne - DAW, Alto Commissariato per i diritti umani, e Fondo Sviluppo delle Nazioni Unite per le donne UNIFEM), per fornire un contributo di approfondimento alla Commissione donne dellONU, e attraverso essa al dibattito preparatorio della Conferenza mondiale contro il razzismo. I materiali (in lingua inglese) sono disponibili sul sito ONU: www.un.org/womenwatch.

2footnote * Women in changing global economy. Indagine sul ruolo delle donne nello sviluppo, 1994, pubblicata dalle Nazioni Unite, New York 1995, UN Document ST/ESA/241; Globalization, gender and work. Indagine sul ruolo delle donne nello sviluppo, 1999, pubblicata dalle Nazioni Unite, New York 1999, UN document ST/ESA/269.