La Relatrice speciale sugli effetti negativi sull'esercizio dei diritti umani del trasporto e dello smaltimento illecito di prodotti e rifiuti tossici e pericolosi*



Mandato e cornice legale

La relatrice speciale è stata nominata nel 1995 dalla Commissione diritti umani, con il mandato di:

1. effettuare indagini ed analisi sugli effetti dello smaltimento illecito di prodotti e rifiuti tossici e pericolosi nei paesi africani e negli altri paesi in via di sviluppo sullesercizio dei diritti umani ed in particolar modo dei diritti umani alla vita ed alla salute;
2. indagare, monitorare, e cercare e raccogliere informazioni su questo traffico illecito;
3. produrre delle raccomandazioni sulle misure finalizzate a controllare, ridurre e sradicare questo traffico illecito;
4. produrre una lista annuale di paesi e di imprese transnazionali ed un censimento delle persone uccise, mutilate, o ferite in altro modo da questo traffico illecito nei paesi in via di sviluppo.


Nel 1997, la Commissione diritti umani ha chiesto alla relatrice speciale di intraprendere, nellambito del suo mandato, una ricerca globale, multidisciplinare ed esaustiva dei problemi esistenti e delle soluzioni al traffico illecito, ossia al trasporto e smaltimento, di prodotti e rifiuti tossici e pericolosi in Africa e negli altri paesi in via di sviluppo, con la prospettiva di produrre raccomandazioni e proposte sulle misure adeguate per controllare, ridurre e sradicare questi fenomeni e di riferire le informazioni sui paesi e le imprese, comprese le imprese transnazionali, dediti al trasporto ed allo smaltimento illecito di prodotti e rifiuti tossici e pericolosi nei paesi africani e negli altri paesi in via di sviluppo e informazioni complete sulle persone uccise, mutilate o ferite in altro modo nei paesi in via sviluppo a causa di questo traffico illecito.

La cornice legale delle attività della relatrice speciale comprende gli standard legislativi internazionali e regionali legati alla cooperazione tecnica ed allambiente, oltre alle norme sui diritti umani. La più importante fonte legislativa internazionale, per quanto riguarda i rifiuti tossici è la Convenzione di Basilea del 1989 sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e sul loro smaltimento. Gli obiettivi della Convenzione di Basilea sono:

a. Ridurre i movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e di altra natura, fino a raggiungere un livello compatibile con una solida gestione dellimpatto ambientale;
b. Trattare e smaltire i rifiuti pericolosi in un luogo più vicino possibile a quello di origine, in maniera compatibile con lambiente; e
c. Minimizzare la produzione di rifiuti pericolosi e di altra natura.


La Convenzione riconosce il diritto degli Stati di bandire lingresso o lo smaltimento nel proprio territorio di rifiuti pericolosi o di altra natura che provengono da altri paesi. La Convenzione stabilisce che gli Stati parte non devono consentire lesportazione di tali materiali in paesi che ne hanno vietato per legge tutte le importazioni. Anche se gli Stati parte non devono permettere le importazioni da Stati non-parte, la Convenzione stabilisce una deroga per quanto riguarda importazioni ed esportazioni da e verso paesi che hanno comunque aderito ad altri accordi bilaterali, regionali o multilaterali, a condizione che tali accordi siano altrettanto attenti alla sostenibilità ambientale quanto la Convenzione.

Gli Stati parte della Convenzione di Basilea hanno il dovere di impedire limportazione di rifiuti tossici e di altra natura se hanno ragione di credere che tali rifiuti non saranno gestiti in maniera compatibile con lambiente. Qualsiasi trasporto doganale di rifiuti pericolosi o di altra natura richiede preliminarmente una notifica scritta ai paesi di importazione e di transito ed il loro consenso scritto. Gli Stati parte devono garantire che le persone coinvolte nella gestione dei rifiuti pericolosi o di altra natura prendano le misure necessarie per prevenire linquinamento o per minimizzarne le conseguenze per la salute umana e lambiente. Secondo la Convenzione di Basilea, il traffico illecito consiste nel trasporto transfontaliero di rifiuti pericolosi o di altra natura privo di preliminare consenso informato, oppure che abbia come conseguenza lo smaltimento deliberato di tali rifiuti, vale a dire il loro scarico abusivo. Alla fine del 1997, è entrato in vigore, in base alla Convenzione, un divieto di trasporto finalizzato al riciclaggio.

Come complemento regionale della Convenzione di Basilea, nel 1991 lOrganizzazione per lUnità Africana ha adottato la Convenzione di Bamako sul divieto di importazione di rifiuti pericolosi in Africa e sul controllo dei trasporti transfontalieri allinterno del continente africano. La Convenzione di Bamako mette al bando le importazioni in Africa di qualsiasi tipo di rifiuti pericolosi, per qualsiasi motivo, da parte di Stati non parte. La Convenzione vieta inoltre lo smaltimento di tali rifiuti in mare ed è applicabile anche alle scorie radioattive che non sono coperte dalla Convenzione di Basilea.

Tra gli altri strumenti legali di pertinenza, legati alla cooperazione tecnica ed allambiente, troviamo il Codice di condotta del 1990 sul trasporto transfontaliero di scorie radioattive, adottato dallAgenzia Internazionale sullEnergia Atomica; la Convenzione del 1972 sulla prevenzione dellinquinamento marino dovuto allo scarico di rifiuti e di altri materiali; e la Carta Mondiale per la natura del 1982. Inoltre, anche limpegno preso in materia di trasporto di rifiuti pericolosi dalla Conferenza dellONU del 1992 su ambiente e sviluppo è attinente al mandato.

Applicazione del mandato
Per quanto riguarda i diritti umani, la relatrice speciale ha osservato che il degrado ambientale ha effetti nocivi su un insiemedi diritti umani garantiti da UDHR, ICCPR, ICESCR, CEDAW, dalla Dichiarazione sul diritto allo sviluppo, e su altri strumenti di tutela dei diritti umani. I diritti umani coinvolti comprendono, ma non si limitano a, i seguenti:

• Il diritto allautodeterminazione dei popoli;
• Il diritto dei popoli alla sovranità permanente sulle loro risorse naturali;
• Il diritto alla vita;
• Il diritto alla salute;
• Il diritto al nutrimento;
• Il diritto alla salute ed alla sicurezza sul lavoro;
• Il diritto alla libertà delle informazioni;
• Il diritto alla libertà di associazione;
• Il diritto a godere dei benefici del progresso scientifico; e
• Il divieto delle discriminazioni in base a razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, origine nazionale o sociale, condizione economica, nascita o altra condizione (Articolo 2 dellUDHR; Articolo 2 dellISECR; Articolo 2 dellICCPR).


La relatrice speciale ha riferito denunce relative a episodi di traffico illecito e smaltimento di prodotti e rifiuti tossici e pericolosi ed a casi di degrado ambientale che determinano violazioni dei diritti umani. La maggioranza dei casi legati a violazioni dei diritti umani colpiscono i diritti alla vita, alla salute ed alle informazioni. Inoltre, la relatrice ha ricevuto denunce relative a violazioni dei diritti alla salute ed alla sicurezza sul lavoro, a formare sindacati o ad aderirvi, alla contrattazione collettiva ed allo sciopero; a violazioni del divieto del razzismo e delle discriminazioni; ed a violenze esercitate dai militari o dalle forze di sicurezza contro le persone che si opponevano a progetti di sviluppo industriale, come la costruzione di condotti petroliferi, o che vivono nelle zone interessate a tale sviluppo.

Come osservato dalla relatrice speciale, il traffico e lo smaltimento possono prendere le seguenti forme:

• Puro e semplice scarico di rifiuti a scopo smaltimento o immagazzinamento;
• Commercio di rifiuti pericolosi a scopo riciclaggio o utilizzo futuro, comprese operazioni di riciclaggio a rischio;
• Trasporto di prodotti tossici e pericolosi, come pesticidi, medicinali pericolosi e non efficaci, amianto, e plastica contenente cloruro di polivinile; e
• Trasferimento di industrie ad alta produzione di scorie nei paesi in via di sviluppo.

Tra le produzioni industriali importate nei paesi in via di sviluppo troviamo le industrie dellamianto, dei cloroalcali e dei coloranti alla benzidina.

Il mandato si estende esplicitamente alla condotta delle imprese transnazionali. Di conseguenza, comprende le operazioni svolte da imprese di proprietà privata che agiscono a diversi livelli di cooperazione con i governi. La relatrice speciale ha affermato il principio per cui gli Stati hanno il diritto di regolamentare lattività delle imprese transnazionali nellambito della propria giurisdizione nazionale. La relatrice ha riferito denunce relative a pratiche e ad incidenti legati alle operazioni industriali delle imprese transnazionali, tra cui lincenerimento di batterie al piombo; dispersioni nellambiente di sostanze provenienti da discariche di rifiuti tossici; fuoriuscite accidentali e smaltimento di scorie minerarie; dispersione di materiali radioattivi e chimici nellaria e nellacqua; smaltimento di scorie tossiche e nucleari; deforestazione ed avvelenamento da mercurio dei lavoratori addetti alle operazioni di riciclaggio.

La relatrice speciale ha fatto appello agli Stati affinché adottino e facciano rispettare leggi per il controllo dei trasporti doganali di rifiuti pericolosi, ed ha enfatizzato la necessità che i paesi in via di sviluppo agiscano in tal senso, allo scopo di ridurre le differenze tra le normative legali nazionali vigenti nei paei sviluppati ed in quelli in via di sviluppo. Inoltre, la relatrice speciale ha raccomandato agli Stati di introdurre sanzioni amministrative, civili e penali per il traffico illecito di rifiuti pericolosi, di introdurre nella legislazione nazionale la responsabilità civile e penale di individui e imprese, e di garantire un sistema di monitoraggio più efficace in base alla Convenzione di Basilea.

* Tratto da Promuovere la trasparenza per i diritti umani delle donne. Lavorare con gli organismi tematici speciali della Commissione sui Diritti Umani. Integrare un punto di vista di genere nel lavoro dei relatori speciali e dei gruppi di lavoro della commissione sui diritti umani, a cura dellUfficio dellAlto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite.




Per approfondire

link

Conferenza di Rio sullambiente