Il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria*



Mandato e cornice legale
Il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria è stato istituito nel 1991 per indagare su casi di detenzione imposta arbitrariamente, o altrimenti incompatibile con i relativi standard internazionali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani o dai relativi strumenti legali internazionali accettati dagli standard interessati. Il gruppo di lavoro è composto da cinque esperti indipendenti, nominati sulla base di unequa distribuzione geografica.

Il gruppo di lavoro indaga su tre categorie di casi:

1. Detenzioni palesemente arbitrarie perché non fondate su alcuna base legale.
2. Casi in cui i fatti che hanno portato alla detenzione o allarresto riguardano lesercizio dei diritti umani garantiti dallUDHR e dallICCPR, come la libertà dopinione e di espressione; e
3. Casi in cui è stato violato il diritto al giusto processo, facendo sì che il processo che porta alla privazione della libertà sia arbitrario per sua stessa natura.

La cornice legale internazionale del mandato comprende le garanzie contenute nellUDHR e nellICCPR legate a: libertà dopinione e di espressione; libertà dassemblea e dassociazione; libertà di pensiero, di coscienza e religiosa; garanzie procedurali durante larresto e la detenzione; giusto processo; appello per le sentenze penali; non retroattività dei reati penali, e uguaglianza davanti alla legge (in particolare Articoli 3,9,10 e 29 dellUDHR ed Articoli 9-11 e 14-12 dellICCPR). Ulteriori standard significativi per il mandato sono sanciti nel documento (Body of Principles) sui princìpi per la protezione di tutte le persone che si trovano in condizione di detenzione e privazione della libertà.

Il mandato copre i casi di detenzione prima e durante il processo. Si estende inoltre a casi in cui la decisione definitiva è stata presa da tribunali nazionali, se tale decisione non fosse conforme con la legislazione nazionale, con i relativi standard internazionali accettati dagli Stati interessati.1 Rientrano nel mandato sia le detenzioni amministrative che quelle giudiziarie. Non vi rientrano le condizioni di detenzione, anche se il gruppo di lavoro chiede ai governi di prendere le iniziative adeguate, qualora la salute o la vita dei detenuti siano gravemente a rischio. Anche la privazione della libertà per mano di gruppi armati che non agiscono con il consenso dello Stato ed in situazioni di conflitto armato non sono di competenza del gruppo di lavoro.

Per ogni caso ammesso, il gruppo di lavoro assume una posizione sullarbitrarietà o meno della detenzione. Il modo di affrontare le indagini sui casi si basa sul princìpio del contraddittorio, al fine di ottenere collaborazione da parte dei governi interessati. I casi vengono trasmessi ai governi con una scadenza per la risposta, che non può superare i 90 giorni. Se non giunge risposta entro la scadenza, il gruppo di lavoro prende una posizione sulla base di tutte le informazioni che ha ricevuto. Nei casi in cui il gruppo stabilisca che la carcerazione è arbitraria, il gruppo di lavoro produce alcune raccomandazioni per unazione riparatoria da parte del governo interessato. Tali raccomandazioni vengono inviate al governo ed allautore della comunicazione, ed incluse nel rapporto annuale del gruppo di lavoro alla CHR.

Applicazione del mandato
Il gruppo di lavoro ha individuato le seguenti cause principali di detenzione arbitraria: lesercizio del potere da parte dei governi in stato di emergenza; una reazione eccessiva da parte delle pubbliche autorità a fronte di un presunto stato di emergenza; una definizione vaga degli atti da punire e lesistenza di tribunali speciali o di emergenza. Il gruppo di lavoro ha esaminato spesso casi di carcerazioni eseguite sulla base di leggi per la sicurezza nazionale e di leggi promulgate durante uno stato di emergenza.

Tra le violazioni specifiche affrontate nelle sue osservazioni sui singoli casi e nelle raccomandazioni emesse in seguito a visite sul posto, troviamo:

• Periodi irragionevolmente lunghi di detenzione prima dellemissione dellatto di accusa o del processo;
• Negazioni del diritto allassistenza legale gratuita in casi penali;
• Il ricorso a confessioni estorte;
• La negazione del diritto ad un rimedio efficace in caso di arresto o di carcerazione illegittimi (habeas corpus);
• Civili processati da tribunali militari;
• Carcerazioni derivanti dallesercizio non-violento della libertà di espressione;
• Il rifiuto di emettere un ordine giudiziario di scarcerazione; e
• Detenzione amministrativa dei richiedenti asilo, senza rispettare tutte le procedure di legge.


Integrazione dei diritti umani delle donne
Il gruppo di lavoro ha esaminato casi che coinvolgevano la carcerazione di donne come conseguenza delle loro attività come pacifiche dissidenti politiche, attiviste per i diritti umani, giornaliste, sindacaliste, ed appartenenti ad ordini religiosi. Tra gli altri casi che si possono inoltrare al gruppo di lavoro e che coinvolgono la detenzione arbitraria di donne troviamo:

• La detenzione basata sullesercizio della libertà di espressione con una specificità di genere, come il mancato rispetto dei codici sullabbigliamento, limpartire o ricevere informazioni sulla pianificazione familiare, la difesa dei diritti delle donne laddove vige il diritto consetudinario o la legge religiosa, o la carcerazione con laccusa di bestemmia per aver difeso i diritti umani delle donne;
• La detenzione in seguito ad un processo in cui è stata negata luguaglianza di fronte alla legge, ad esempio applicando, in materia di presentazione delle prove, limitazioni discriminatorie nei confronti delle donne;
• La detenzione in seguito a condanna sulla base di leggi che discriminano in base al sesso, come le leggi che definiscono ladulterio compiuto da un uomo in maniera differente da quello compiuto da una donna;
• La detenzione di donne dopo lestinzione della sentenza, sulla base del presupposto che debbano essere affidate in custodia a parenti di sesso maschile;
• La detenzione amministrativa di donne richiedenti asilo a causa del rischio di persecuzioni basate sul sesso, alle quali viene negato il dovuto processo di legge;
• La detenzione di donne vittime della tratta, senza rispettare tutte le procedure di legge.


Oltre alle informazioni fondamentali delineate nellIntroduzione, il gruppo di lavoro richiede che la comunicazione contenga, nella misura del possibile, le seguenti informazioni:

1. Data e luogo dellarresto o della carcerazione e lidentità del/i responsabile/i;
2. Tutte le altre informazioni che riguardano le circostanze dellarresto o della carcerazione, le motivazioni addotte dalle autorità e la legislazione rilevante applicata al caso;
3. I tentativi di ottenere rimedi a livello nazionale, gli esiti di tali tentativi, o le ragioni per cui si è scelto di non prendere tale iniziativa, o essa si è rivelata inefficace; e
4. Una sintesi delle ragioni per cui si considera arbitraria la privazione della libertà.


Tramite le attività del gruppo di lavoro, chi difende i diritti umani delle donne può attirare lattenzione internazionale su casi specifici di detenzione, sostenerne limpegno per garantire il rilascio delle persone incarcerate, nei casi in cui il gruppo di lavoro stabilisca che la detenzione è arbitraria, ed aiutare ad individuare e rimarcare schemi ricorrenti nella detenzione arbitraria di donne.



* Tratto da Promuovere la trasparenza per i diritti umani delle donne. Lavorare con gli organismi tematici speciali della Commissione sui Diritti Umani. Integrare un punto di vista di genere nel lavoro dei relatori speciali e dei gruppi di lavoro della commissione sui diritti umani, a cura dellUfficio dellAlto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite.


1 Risoluzione CHR 1997/50.