Vittime della tortura. Le donne*

[…] Governi che violano regolarmente i diritti umani mostrano di solito un accanimento particolare nei confronti delle donne, specialmente di quelle che guidano movimenti di opposizione, organismi di volontariato, associazioni di solidarietà e per i diritti umani; organigrammi e catene gerarchiche di potere esclusivamente maschili perdono la testa quando a sfidarli sono le donne, la cui forza e indipendenza politica rappresentano, secondo le autorità, una pericolosa minaccia che va punita anziché un elemento di ricchezza per la società.
La tortura nei confronti delle donne assume quasi sempre la forma dello stupro. […] Questa forma di tortura si presenta costantemente, anche se non solo, durante i conflitti interni. Quando i governi affrontano un'insurrezione o una rivolta, i soldati e i gruppi paramilitari controllati dall'esercito fanno ricorso allo stupro e alla violenza sessuale per cercare di estorcere informazioni alle donne sospettate di avere contatti o rapporti di parentela con i guerriglieri o semplicemente per punire chi vive in aree la cui popolazione è sospettata di solidarizzare con i rivoltosi. Da azioni criminali che dovrebbero essere perseguite penalmente, lo stupro e la violenza sessuale diventano così parte integrante della strategia militare, in quanto contribuiscono a creare un clima permanente di terrore.
Se un pubblico ufficiale, un soldato, un poliziotto esercitano violenza su una donna in loro custodia, questa azione non può essere considerata un atto di violenza privata bensì un atto di tortura in cui lo stato si rende direttamente responsabile. Eppure, in molti paesi le inchieste sulle denuncie di violenza e stupro non vengono nemmeno aperte e il livello di impunità è ancora più elevato quando le vittime sono donne. Ciò accade, in parte, anche perché loro stesse provano troppo orrore o vergogna per denunciare le violenze subite: alcune cercano di dimenticare, altre temono di venire emarginate o espulse dal proprio nucleo familiare o dalla propria comunità.
La discriminazione sul piano legale e giudiziario è ancora più radicata in società tradizionali nelle quali la vita delle donne è controllata dai parenti maschi e le nozioni di onore e vergogna impregnano leggi e pratiche culturali, enfatizzando la modestia e la purezza femminile. Non vittime di tortura ma donne impure, contaminate, peccatrici, adultere, svergognate, deprezzate perché non più vergini: questo è l'ulteriore incubo che attende molte vittime di stupro.*



*di Valentina Piattelli, tratto da Non sopportiamo la tortura, a cura di Amnesty International, ed. Rizzoli 2000, parte dell'omonima campagna di Amnesty International.

La tortura contro le donne
di Amnesty International (in formato PDF, 800 Kb)

Per approfondire

nella biblioteca I TESTI

Convenzione contro la tortura
Convenzione europea contro la tortura

nella Biblioteca ATTORI

Corte penale internazionale

nella biblioteca I TEMI

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