Impegni politici internazionali

Nell'evoluzione dei diritti umani delle donne, e più in generale di un punto di vista di genere sui diritti umani, un ruolo fondamentale è stato svolto non solo dagli strumenti giuridici, ma anche da una serie di posizioni politiche e culturali fatte proprie dalla comunità internazionale nel corso degli anni.
In questo percorso, un passaggio importante è quello rappresentato, nell'ultimo decennio del '900, dalle Conferenze mondiali dell'ONU sui temi della globalità, quali i diritti umani (Vienna, 1993), il nesso fra popolazione e sviluppo (Il Cairo, 1994), lo sviluppo sociale (Copenaghen, 1995).
Queste Conferenze hanno prodotto importanti Dichiarazioni e Piattaforme d'azione, che definivano gli obiettivi politici da raggiungere ed i molti casi gli strumenti tramite i quali conseguirli. L'acquisizione di un punto di vista di genere su tutti i diritti, e dunque la rilettura dell'intero sistema dei diritti umani da un punto di vista di genere, trova in queste piattaforme punti di riferimento molto significativi.
Ciò vale soprattutto, naturalmente, per i risultati delle quattro conferenze mondiali sulle donne, che per venti anni (da Città del Messico nel 1975 a Pechino nel 1995) hanno rappresentato sedi appassionanti di dibattito, di costruzione di reti, di scontro politico, di conquista di nuovi strumenti. Viene proprio da Pechino, ad esempio, lo slogan riportato nella home page di questo sito: i diritti delle donne sono diritti umani.
A cinque anni da ciascuna conferenza, si sono tenute Sessioni speciali dell'Assemblea Generale (i cosiddetti "+5": Pechino +5, Cairo + 5, ecc.), in cui è stato esaminato lo stato di applicazione delle piattaforme approvate, ed i nuovi obiettivi di cui si è dotata la comunità internazionale per superare gli ostacoli e rendere più efficace la realizzazione concreta di ciascuna piattaforma. Sugli stessi temi è anche in corso un processo di verifica integrata e coordinata (integrated and coordinated follow-up) da parte del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).
Nel corso degli stessi anni '90, infine, e soprattutto negli anni seguenti alla Conferenza di Pechino, gli stessi contenuti sono stati affermati anche da altri documenti delle Nazioni Unite, quali ad esempio risoluzioni e dichiarazioni dell'Assemblea Generale, della Commissione diritti umani, e di altri organismi ONU. Alcuni di questi testi rappresentano un approccio globale ai diritti umani delle donne, altri affrontano temi specifici, che vanno dalle pratiche tradizionali dannose al diritto alla proprietà della terra, dal ruolo delle donne in situazioni di conflitto ai diritti delle bambine, dall'Aids ai crimini d'onore.
In particolare, le conclusioni concordate della Commissione ONU sulla Condizione delle donne hanno rappresentato, negli anni dal 1996 al 2000, gli strumenti per una revisione e rilancio (ma anche, a volte, per pesanti attacchi politici e tentativi di ritorno indietro) sui temi e gli impegni contenuti nella Piattaforma di Pechino.
Nel 2000, infine, per la prima volta anche il Consiglio di Sicurezza (l'organo più autorevole, anche se non il più rappresentativo, delle Nazioni Unite) ha adottato un punto di vista di genere nella Risoluzione 1325, sul tema dei conflitti e dell'impegno per la pace.

Nessuno di questi documenti ha valore giuridicamente vincolante, ma molti di essi hanno rappresentato importanti strumenti politici, utilizzati sia dai governi che dai movimenti delle donne di tutto il mondo, sia a livello internazionale che nelle proposte politiche a livello nazionale e locale.

Conferenze mondiali dell'ONU

Dichiarazioni

Risoluzioni dell'Assemblea generale dell'ONU


Risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU

Conclusioni concordate della CSW

Risoluzioni della Commissione sui diritti umani

Impegni politici europei