La discriminazione nei confronti delle bambine

Secondo l'UNICEF, l'attuazione del principio di non discriminazione, affermato dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia all'articolo 2, va riferita a fattori di discriminazione molteplici. Fra di essi:

il genere
• la disabilità
• la razza;
• la lingua;
• l'origine etnica;
• la religione;
• l'appartenenza a minoranze;
• le diseguaglianze legate alla condizione socio-economica o al luogo di residenza1.


Sono inoltre particolarmente vulnerabili alle discriminazioni:

• i bambini sfollati, senza tetto, bambini di strada, mendicanti;
• gli orfani, i bambini abbandonati, in stato di adottabilità, in affidamento o in istituti;
• i minori devianti, autori di reati o privati della libertà personale;
• i bambini lavoratori;
• i bambini in guerra, o colpiti da disastri naturali;
• le vittime di violenza;
• gli affetti da virus HIV-Aids e i figli di genitori con Aids;
• i bambini nati fuori dal matrimonio;
• i figli di famiglie monoparentali, famiglie miste, unioni incestuose;
• i bambini non registrati all'anagrafe;
• in alcune culture, i bambini gemelli o nati in un giorno sfortunato;
• i minori migranti, figli di lavoratori migranti, clandestini, in cerca d'asilo, rifugiati non accompagnati;
• i bambini in condizioni di estrema povertà.



Fra tutti questi fattori, il genere continua a costituire un potente fattore di discriminazione, di cui fanno le spese, in varia misura, le bambine di tutto il mondo. Infatti, secondo tutti gli indicatori nazionali disponibili, le bambine sono discriminate fin dalla nascita, a moltissimi livelli.


Diritto alla vita
In alcune aree del mondo la popolazione maschile supera del 5% quella femminile, in contrasto con le tendenze demografiche generali. Atteggiamenti e pratiche tradizionali come la mutilazione genitale femminile, la preferenza per i nati maschi - che può anche portare all'infanticidio o alla selezione prenatale del sesso -, i matrimoni precoci per le bambine e le adolescenti, la violenza contro le donne, lo sfruttamento sessuale, la discriminazione di genere nella distribuzione del cibo, e altre pratiche discriminatorie legate alla salute e al benessere fanno sì che i bambini raggiungano l'età adulta in maggior numero rispetto alle bambine. (Piattaforma d'azione di Pechino, par. 259).

Diritto al cibo e alla salute
Si stima che nei paesi in via di sviluppo ben 450 milioni di donne siano affette da rachitismo come risultato della malnutrizione e della carenza di proteine sopportata nell'infanzia. Ogni anno 15 milioni di adolescenti dai 15 ai 19 anni danno alla luce figli. La maternità in età precoce comporta spesso complicazioni durante la gravidanza; i rischi di morte durante il parto sono più alti della media (ogni minuto nel mondo muore una donna per cause legate alla gravidanza, 600 mila all'anno, quasi tutte nei paesi in via di sviluppo); i figli delle madri adolescenti sono più esposti a malattie e mortalità precoce. L'allevamento di bambini fin dall'adolescenza impedisce a molte donne in tutto il mondo di migliorare il proprio status educativo, economico e sociale. Il matrimonio e la gravidanza precoce riducono sensibilmente le opportunità educative e di lavoro e con molta probabilità avranno un impatto negativo sulla qualità della vita della donna e dei suoi figli.

Diritto allo studio
Nel 1990 su 130 milioni di bambini privi di accesso all'educazione, 81 milioni erano bambine (62%). Questo divario di opportunità, cui contribuiscono gli atteggiamenti tradizionali, le diseguaglianze di genere nella famiglia e nella società, il lavoro minorile, i matrimoni precoci, le gravidanze premature2, la mancanza di fondi e di strutture scolastiche adeguate, si ripercuote per tutta la vita.
Si stima che nel mondo il 28,2% delle donne con età uguale o superiore ai 15 anni sia analfabeta, contro il 15,4% della popolazione maschile. In molti paesi il numero di bambine, espresso in percentuale rispetto ai maschi, iscritte alla scuola secondaria è decisamente inferiore rispetto ai coetanei: Yemen 22%, Guinea 33%, Togo 34%, Guinea Bissau 36%, Repubblica Centrafricana 40%, Niger 44%, Malesia 50%, Nepal 51%, Pakistan 52%. Nel periodo 1990-96 il tasso di iscrizione femminile alla scuola secondaria rispetto ai maschi è dell88% nel mondo; il 63% in Asia Meridionale; l82% in Africa Sub-sahariana; l83% in Medio Oriente e Nord Africa; il 91% nell'Asia orientale e nel Pacifico.
Si discostano da questi dati negativi l'Europa Centro orientale, la Confederazione degli Stati indipendenti e le repubbliche baltiche (98%); i paesi industrializzati (102%); l'America Latina e i Caraibi (108%) (dati UNICEF 1999). Spesso le adolescenti non sono incoraggiate a seguire percorsi educativi tecnico scientifici o non ne hanno l'opportunità. Pagheranno questa limitazione nella vita quotidiana e con minori opportunità di lavoro.

Istruzione femminile e sviluppo sociale
Oltre a costituire un diritto inviolabile della bambina, l'istruzione femminile arreca benefici sociali universalmente riconosciuti. Le ragazze istruite si sposano più tardi, hanno meno figli, cercano l'assistenza sanitaria per sè e per i figli, forniscono migliori livelli di cure e protezione a sè e ai figli. E più probabile che partecipino e rispondano ad iniziative di sviluppo, che mandino le proprie figlie a scuola, che svolgano ruoli attivi nelle decisioni politiche ed economiche della propria comunità. Tutti questi fattori consentono alla donna di conquistare per sè e per i figli maggiori probabilità di sopravvivenza, abbassando il tasso di natalità ed innalzando il tasso di istruzione generale della popolazione. In genere, inoltre, le bambine sono scarsamente incoraggiate a partecipare alla vita sociale, economica e politica e ad apprendere ruoli in questi settori, con il risultato di avere meno opportunità di partecipare ai processi decisionali.

Stereotipi di genere
Le bambine sono spesso trattate come inferiori, educate a ricoprire ruoli sociali secondari e alla rinuncia. Questo processo di socializzazione discriminatoria, dannoso per l'autostima delle bambine, può avere conseguenze profonde sull'intera esistenza, traducendosi in una spirale di deprivazione ed esclusione. Processi educativi distorti dal punto di vista del genere (curricula, materiali didattici, atteggiamenti degli insegnanti, interazione in classe...) rafforzano spesso le diseguaglianze. Le bambine possono ricevere messaggi contrastanti e confusi da parte dei diversi attori della socializzazione (genitori, insegnanti, mass media, gruppi dei pari).


Sessualità
La violenza sessuale e le malattie sessualmente trasmesse, incluso l'Aids, hanno un effetto devastante sulla salute e la personalità dei minori. Le bambine sono più esposte dei coetanei alle conseguenze di relazioni sessuali premature e non protette. Spesso le bambine subiscono pressioni o vengono forzate a compiere atti sessuali. Fattori come la tenera età, le pressioni sociali, la mancanza di leggi protettive, o la loro mancata attuazione, rendono le bambine più vulnerabili ad ogni tipo di violenza, con crimini di stupro, abuso e sfruttamento sessuale, traffico di persone, lavoro forzato, fino alla possibile vendita degli organi e dei tessuti. Sia la Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo del 1994 che la Conferenza di Pechino del 1995 hanno auspicato campagne generali di educazione sessuale, condotte con la partecipazione dei genitori e nel rispetto dei diritti dei minori, nell'ambito delle quali si enfatizzino tra l'altro le responsabilità sessuali maschili.

*Liberamente tratto da www.cepadu.unipd.it, Archivio Pace Diritti Umani boll.17-18

Discriminazioni contro le bambine nei primi anni di vita: una questione di vita o di morte

Le bambine nella Piattaforma di Pechino

Cosa si intende per lavoro minorile?


Per approfondire:

nella biblioteca TEMI
scuola
diritto all'istruzione
mutilazioni dei genitali femminili
violenza


Dalla biblioteca TESTI

La Convenzione sui diritti dell'infanzia

Convenzione n.182 sulla proibizione ed immediata azione per l'eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile

Piattaforma di Pechino: area critica M. Bambine
Pechino +5

Risoluzione dall'Assemblea generale dell'Onu sulle bambine

1 Alcuni esempi: più della metà dei bambini dell'Asia meridionale sono sottopeso, quasi la metà di quelli dell'Africa Sub-sahariana non sono vaccinati; in 36 paesi in via di sviluppo il tasso di malnutrizione è superiore da 1,5 a 4,3 volte nelle campagne rispetto alle città.

2 Una donna su due in Africa e una su tre in America Latina.