Le donne di colore

Sin dagli inizi del movimento femminista, uno dei nodi che sono apparsi irrisolti è quello di come fare i conti non solo con la differenza sessuale (o di genere), ma anche con le differenze fra le donne; e dunque con le discriminazioni, le cecità, i conflitti, cui poteva dar luogo una cancellazione di queste identità diverse.

Le donne di colore hanno sempre avuto un ruolo molto rilevante in questo dibattito, ma solo negli anni più recenti la riflessione ha investito la comunità internazionale, ed in particolare le conferenze dell'ONU e gli organismi che si occupano di diritti umani. In buona parte si tratta di una riflessione legata alla lotta alle discriminazioni: alle modalità in cui gli strumenti internazionali sui diritti umani sono o non sono in grado di tener conto di quella che viene definita la discriminazione trasversale, o discriminazione incrociata. Da essa sono partiti molti tentativi, sia in sede istituzionale che nei movimenti, di dare più efficacia alle due convenzioni (la CEDAW contro la discriminazione nei confronti delle donne, e l'ICERD contro il razzismo), gestendole non più come strumenti distinti, ma in modo trasversale, e legate anche ad altre iniziative ed obiettivi, come quelli scaturiti dalla Conferenza di Pechino. Per alcune, come Lisa Crooms, ciò significa tornare al significato più profondo e globale del sistema internazionale dei diritti umani, quello della Dichiarazione universale del 1948, piuttosto che l'approccio più limitato delle convenzioni anti-discriminazione.

L'esperienza delle donne di colore, però, non si esaurisce certo nel vissuto della discriminazione; né la loro soggettività si può racchiudere in un'identità di vittime. Una visione dinamica dei diritti umani, infatti, non li interpreta solo come tutela giuridica contro le violazioni e le violenze, ma anche e soprattutto come strumenti di libertà e autodeterminazione, sia delle persone che dei gruppi. In questa prospettiva, la critica di molte femministe di colore (da Bell Hooks, a Toni Morrison, a Celina Romany) a quello che chiamano essenzialismo' femminista, così come all'essenzialismo di razza che domina tanta parte del movimento anti-razzista, rappresenta un contributo davvero essenziale a comprendere, come afferma Angela Harris, che l'interezza del sé e la comunanza con altri si affermano (anche se non si raggiungono mai completamente) attraverso l'azione creativa - non si realizzano nel condividere la vittimizzazione.

Trasversalità, diritti umani e soggettività delle donne nere
di Lisa Crooms

Identità di razza e identità di genere: critica dell'essenzialismo femminista
di Angela Harris


Per approfondire

nella biblioteca I TESTI

La Convenzione per l'eliminazione della discriminazione razziale (ICERD)

La Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW)

Raccomandazione generale n. 25 del Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale

Contributo del Comitato CEDAW al processo preparatorio della

Conferenza mondiale contro il razzismo 2001

Il Rapporto del Segretario generale Onu alla Commissione donne dell'ONU (CSW) 2001

Conclusioni della CSW 2001


nella biblioteca I TEMI

Indice dei diritti e delle libertà fondamentali: Diritto all'eguaglianza e libertà dalla discriminazione

Indice dei temi:

discriminazione
(e in particolare: la discriminazione razziale)

multiculturalismo

Punto di vista di genere sui diritti umani
(in particolare: Diritti dell'uomo, diritti delle donne, diritti universali? Introduzione al dibattito
di Chiara Ingrao)

indice dei soggetti:

le migranti