Comitato diritti umani

Istituito nel 1976, il Comitato Diritti Umani esamina i rapporti degli stati parti sulle misure intraprese per attuare i diritti previsti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici; sottopone osservazioni conclusive e raccomandazioni agli stati e allAssemblea Generale; produce Raccomandazioni generali (General Comments) sul significato e la portata dei diritti previsti dal Patto. Gli Stati che hanno ratificato il Patto provvedono alla nomina di un Comitato composto di 18 membri. Questi ultimi ricoprono la loro carica a titolo individuale e debbono essere persone di alta levatura morale e di riconosciuta competenza nel campo dei diritti umani. In conformità alle disposizioni facoltative di questo Patto, il Comitato per i diritti umani può esaminare comunicazioni nelle quali uno Stato parte pretenda che un altro Stato Parte non adempie agli obblighi derivanti dal Patto. Il Comitato esercita le funzioni di organo d'inchiesta e può designare, col preliminare consenso degli Stati interessati, commissioni di conciliazione ad hoc che mettono i loro buoni uffici a disposizione degli Stati allo scopo di giungere ad una soluzione amichevole della questione fondata sul rispetto dei diritti umani, quali sono riconosciuti dal Patto. Queste disposizioni facoltative sono entrate in vigore il 28 marzo 1979 allorché si è verificata la decima dichiarazione di accettazione di esse. Il Protocollo facoltativo, che è entrato in vigore nel marzo 1976, abilita il Comitato per i diritti umani a esaminare comunicazioni provenienti da individui, i quali pretendano essere vittime di violazioni, commesse da uno degli Stati parte del succitato Protocollo, di un qualsiasi diritto enunciato nel Patto. I privati devono aver esaurito tutti i ricorsi interni disponibili. Il Comitato deve presentare un rapporto annuale all'Assemblea Generale dell'ONU.
È il più autorevole tra i Comitati, per il numero e la rilevanza dei casi individuali da esso decisi e per la qualità delle osservazioni generali che ha prodotto.

Nel marzo 2000, il Comitato diritti umani ha fornito la propria interpretazione dell'articolo 3 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, in una nuova Raccomandazione generale (n. 28) di vasta portata, sull'eguaglianza dei diritti di uomini e donne.
Tale Raccomandazione impone agli stati parte di vietare la discriminazione in base al sesso e di "porre fine alle azioni discriminatorie sia nel settore pubblico che in quello privato". Nelle osservazioni conclusive emanate dopo l'esame dei rapporti degli stati parte, il Comitato diritti umani ha sempre più decisamente sottolineato la necessità di adottare misure adeguate per combattere la discriminazione da parte di soggetti non statali.

Raccomandazione generale n. 28: introduzione

Raccomandazione generale n. 28: testo

Per approfondire

Patto sui diritti civili e politici