I diritti delle donne sono diritti umani (Conferenza di Pechino, 1995). I diritti umani delle donne e delle bambine sono parte integrante, inalienabile e indivisibile dei diritti umani universali.
(Conferenza di Vienna 1993)
Affermazioni apparentemente ovvie: perché dunque ci sono voluti quasi 50 anni, dopo la Dichiarazione universale dei diritti umani, perché esse venissero pronunciate con chiarezza? E in Italia, perché per definire i diritti universali degli esseri umani, tanti usano ancora lespressione diritti delluomo, come se le donne fossero solo una sottocategoria della categoria umana principale, declinata al maschile?
La scelta di utilizzare un punto di vista di genere nel dibattito sui diritti umani, e soprattutto nellazione per applicarli, nasce proprio in risposta a questi interrogativi, e per andare oltre.
La parola genere, nella definizione ormai comunemente accettata a livello internazionale si riferisce ai ruoli, costruiti socialmente, ascrivibili ai maschi e alle femmine. Tali ruoli, anche se basati su differenze biologiche, sono appresi: cambiano continuamente, e variano enormemente fra le culture e al loro interno* Adottare un punto di vista di genere, dunque, significa fare i conti con le differenze fra ciò che gli uomini e le donne fanno, e con il modo in cui i loro ruoli definiti socialmente li avvantaggiano o li danneggiano.
Un impegno complesso, e un percorso complesso, per le donne che in questo mezzo secolo si sono impegnate per costruire diritti umani realmente universali.
Nei primi decenni, si è trattato soprattutto di affermare il principio di eguaglianza, e di non discriminazione, che non a caso ripercorre tutti i testi base del sistema internazionale sui diritti umani. Ladozione nel 1979 della Convenzione sulleliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne è il passaggio più importante di questo percorso.
Lapprovazione di uno strumento ad hoc sui diritti delle donne, segna già laspetto che poi percorrerà i decenni seguenti: il bisogno di percorrere contemporaneamente il terreno delleguaglianza e quello della differenza. Dalla differenza di genere alle diversità fra le persone, fra le classi, fra le culture, fra le religioni, fra i popoli: lintreccio fra universalità dei diritti e riconoscimento delle diversità è uno dei nodi principali con i quali deve misurarsi oggi la cultura dei diritti umani, e le donne sono il soggetto che con più determinazione ha analizzato e agito questo intreccio. La convinzione che le libertà fondamentali e il principio di autodeterminazione debbano attraversare tutti gli aspetti, sia pubblici che privati, della vita delle persone è un altro dei filoni che con più coerenza le donne hanno percorso: che si trattasse di libertà dalla schiavitù o di diritto al lavoro, di diritti economici e sociali o di diritti sessuali e riproduttivi. In questultimo decennio, gli stessi comitati di controllo sullapplicazione delle convenzioni internazionali, così come tutto il sistema internazionale dei diritti umani sono stati spinti ad adottare un punto di vista di genere. Ne troviamo tracce frequenti nei loro testi: molte di meno, purtroppo, nellazione concreta dei governi e delle istituzioni internazionali perchè lesercizio pieno ed effettivo dei diritti umani sia davvero garantito a tutti e a tutte, in ogni parte del mondo.
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