È fatto ampiamente noto che nelle situazioni di conflitto armato le violazioni dei diritti umani sono particolarmente gravi, diffuse, e a volte sistematicamente messe in atto dai belligeranti come strumento di annientamento, non solo dellesercito nemico ma anche e soprattutto delle popolazioni civili. La difesa e promozione dei diritti umani nel mondo comporta quindi necessariamente anche un forte impegno di prevenzione e risoluzione dei conflitti, nonché di intervento nelle situazioni di ricostruzione post-bellica per garantire che essa sia fondata su un esercizio pieno ed egualitario dei diritti umani di tutti e di tutte.
Su entrambi questi terreni, quello delle violazioni e quello della promozione dei diritti umani, adottare un punto di vista di genere è essenziale sia per la comprensione dei problemi che per lefficacia delle azioni che si vogliono intraprendere. Un approccio falsamente neutro, infatti, non consente di comprendere né lintreccio fra violazioni dei diritti umani e violenza sessista che costantemente caratterizza le situazioni di conflitto moderno, né il ruolo essenziale che le donne svolgono nella resistenza civile al militarismo, sia nelle sue forme più politicizzate che nella gestione, solo apparentemente apolitica, di un tessuto di relazioni, di pratiche, di valori oggettivamente alternativi alla pratica della guerra. Nascono infatti dalla radicalità del pensiero femminista e dei movimenti delle donne in molte parti del pianeta le esperienze più avanzate di critica del militarismo e delle sue radici sessiste, e di costruzione attiva di processi di nonviolenza e di dialogo anche nei conflitti più tragici e complessi, quali quelli nei Balcani, in Rwanda, in Somalia, in Medio Oriente.
Di queste esperienza cè forte eco in tutti i documenti più recenti della comunità internazionale sui diritti umani nelle situazioni di conflitto: dai nuovi sviluppi in materia di diritto penale internazionale, di diritto umanitario, di assistenza ai profughi, fino alle piattaforme politiche di Vienna e di Pechino, e di molti altri organi delle Nazioni Unite, compreso lo stesso Consiglio di Sicurezza.
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